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Moto3, le verità del GP di Spagna: Arenas vince a Jerez col botto





Sul circuito di Jerez intitolato ad Angel Nieto, il campionato Moto3 è ripartito nello stesso modo in cui si era interrotto ad inizio marzo in Qatar: Albert Arenas vince la seconda gara consecutiva dell’anno e vola in testa alla classifica piloti. Dopo 22 giri di sorpassi e contro sorpassi – spesso al limite – il pilota spagnolo transita sotto la bandiera a scacchi seguito dal giapponese Ai Ogura – 3° in Qatar – e da Tony Arbolino. 4° posizione per un ottimo Andrea Migno, seguito dal compagno di squadra Celestino Vietti. Molto bene anche Raul Fernandez e Gabriel Rodrigo – 6° e 7° – che riescono a sopravanzare il duo del team Sic58. Chiude la top ten Jaume Masia.

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Bagarre al limite

Sono passati quattro mesi dall’appuntamento inaugurale in Qatar, nel frattempo è cambiato il mondo ma la Moto3 è rimasta sempre uguale a se stessa. La categoria continua a caratterizzarsi per gare di gruppo in cui quello che più conta non è il passo gara o la gestione delle gomme ma riuscire a trarre il massimo da ogni situazione – pianificata e non – che si può presentare nell’arco della durata di gara. Tatsuki Suzuki, il poleman del weekend in 1’45.465, ha in realtà cercato di mettersi davanti a tutti, imporre il proprio ritmo e andare via. La sua tentata fuga è durata solo qualche giro, ovvero il tempo di essere risucchiato dal gruppo di testa della corsa, formato da circa 12-14 piloti. Il passo dei primi, impegnati in una bagarre continua ed un po’ fine a se stessa, non è stato dei più veloci, tanto che il giro record della gara è stato segnato da Sergio Garcia alla seconda tornata in 1’46.165: lo spagnolo del team Estrella Galicia è riuscito ad imporre il suo crono pur essendo rimasto sempre imbottigliato nelle retrovie, chiudendo 17°. Ovviamente, il culmine della lotta è stato raggiunto all’ultima curva dell’ultimo giro: il famoso tornantino di Jerez ha mantenuto fede alla sua fama e si è reso protagonista dell’episodio clou di giornata. Il contatto McPhee-Arbolino-Vietti, che ha messo fuori gioco l’inglese, spiazzato i due italiani – il #14 ha chiuso 3° mentre il #13 5° – e avvantaggiato Arenas ed Ogura, è solo l’ultimo di una serie di episodi dubbi che hanno caratterizzato le gare della Moto3. L’impressione ormai è quella che in Moto3 ultimamente non vinca il miglior pilota della griglia ma semplicemente chi riesce a trovarsi nel posto giusto al momento giusto, cercando di trarre il massimo dalla situazione che si pone in essere.

Italiani alla riscossa

Sebbene il colpo grosso sia svanito all’ultima curva, il campionato è ripartito nel migliore dei modo per i talenti italiani. Tony Arbolino agguanta il primo podio di stagione. Il pilota di Garbagnate Milanese, partito 10°, è riuscito a gestire la propria gara e a concretizzare un risultato che avrebbe potuto essere migliore se solo McPhee non fosse caduto in uscita dell’ultima curva, condizionando la volata del #14. Con questo risultato positivo, Arbolino ritorna in corsa per il mondiale dopo lo zero del Qatar, anche se le lunghezze da recuperare dopo solo due gare sono già 33. Impressionante anche la consapevolezza e la facilità di guida di Celestino Vietti: il pilota dello Sky VR46 Racing Team chiude la gara in 5° posizione – alle spalle del suo compagno Andrea Migno – più per demerito altrui che per errori personali. Il #13 ha grande talento e continua a crescere gara dopo gara: sbaglia anche lui, è vero, ma sbaglia poco e soprattutto apprende dai propri errori. Appena imparerà a gestire meglio le situazioni da ultimo giro, Vietti sarò pronto per la prima vittoria di carriera e diventerà sicuramente uno dei pretendenti per il mondiale. Chiude la top ten Niccolò Antonelli, in ombra per tutto il weekend: il #23 è sembrato in difficoltà in una pista che l’anno scorso lo aveva visto vincitore. Il 24enne di Cattolica è stato più lento di Suzuki e non ha mai mostrato un guizzo per provare a dare qualcosa di più: la caduta nelle FP3 lo ha sicuramente condizionato ma ci si aspetta di più da un pilota con la sua esperienza. Nota di merito per Stefano Nepa e Romano Fenati: il #82 chiude 12° mentre il #55 porta l’Husqvarna in 13° posizione davanti al compagno di squadra Alonso Lopez.

Il leader che non ti aspetti

Con la seconda vittoria consecutiva in questo strana stagione 2020, Albert Arenas consolida la sua leadership e si appresta al Gran Premio di Andalucia – che si terrà sempre a Jerez settimana prossima – con 50 punti in saccoccia e 14 di vantaggio su Ai Ogura, primo inseguitore. Il 24enne di Girona, al quinto anno di mondiale, non si era mai visto in questi anni così maturo e così competitivo. Dopo avere chiuso il 2018 con due vittorie, il 2019 si era aperto nel peggiore dei modi con un brutto incidente in bicicletta mentre il #75 si stava allenando con Alex Rins, suo grande amico con cui condivide molto tempo libero ed anche numerose giornate di allenamento. Tornato dopo una lunga convalescenza, Arenas era tornato sul gradino più alto del podio in Thailandia e aveva chiuso la stagione in cresciuto, sebbene nessuno si aspettasse un exploit del genere nel 2o2o. L’impressione è che lo spagnolo non sia un talento purissimo al pari di altri suoi colleghi iberici che hanno lottato per il titolo (Martin, Mir e Canet, solo per citare gli ultimi). Tuttavia, se Arenas riuscisse a mantenere la pragmatica concretezza che mostrato sia in Qatar che a Jerez – tenendosi lontano da McPhee e sfruttando la situazione che si era creata – le sorprese non potrebbero mancare.

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