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MotoGP, Aragon: nelle FP2 ancora Viñales davanti e tripletta Yamaha





Viñales si conferma come pilota di riferimento al termine delle seconde libere ad Aragon, dove la classe MotoGP ha potuto finalmente saggiare una temperatura dell’asfalto favorevole. Nessun segno di miglioramento in casa Ducati, con tutti i piloti nuovamente fuori dalla Top10.

Si chiude ancora nel segno di Maverick Vinales e della Yamaha il venerdì di Aragon per la classe MotoGP, dopo una seconda sessione di libere dove finalmente la temperatura dell’asfalto a sfondato il muro dei 20°C. Lungo gli oltre 5 km del Motorland il Top Gun è rimasto il riferimento per tutti sia a gomme usate che nuove, chiudendo davanti a tutti in 1’47”711 con una coppia di Soft nuove nel finale. Scambio di posizioni in Casa Yamaha Petronas rispetto al mattino, ora Quartararo è in seconda posizione (+0”249) mentre Morbidelli tocca l’onere di completare una prima fila virtuale a nove diapason.

Notevole il vantaggio sui tre piloti della Casa di Iwata sugli inseguitori e Mir con la Suzuki è quarto a sette decimi dalla vetta e a tre da Morbidelli, ma tra il #36 della casa di Hamamatsu e Rabat, 12°, balla appena mezzo secondo. Cal Crutchlow entra in Top5, seguito dai fratelli Esargarò e da Alex Marquez, ottavo e ancora meglio di Nakagami, col giapponese che ha preferito impegnarsi in un time attack con una coppia di Soft nuove a metà sessione. Alex Rins chiude la Top10 a oltre un secondo dalla vetta. Ancora attardata la Ducati, che guadagna una posizione grazie a Zarco che chiude 11°, davanti a al team mate Rabat e ai compagni di marca Dovizioso, Miller e Petrucci.

In ottica gara Vinales, Morbidelli e Mir sono stati gli unici a girare sul 48″alto a gomme non più nuove, mentre è da osservare il lavoro svolto da Crutchlow. Il britannico ha portato a 24 giri un treno di gomme, anteriore Soft e posteriore Medium, tenendo il passo del 50″basso.

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Tags : GP Aragonamaverick vinalesmotogpmotorland aragon
Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.