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MotoGP, KymiRing troppo tortuoso secondo Pirro ma esaltante per Smith





Ieri nel sud della Finlandia si è conclusa una speciale due giorni di test, dedicata ai collaudatori delle case impegnate in MotoGP: Bradl, Folger, Guintoli, Kallio, Pirro e Smith hanno potuto saggiare in anteprima il nuovo KymiRing. Il battesimo nel ‘Day-1’ è stato bagnato, facendo emergere alcuni limiti dell’asfalto nel drenare l’acqua piovana. Difficoltà probabilmente dettate dalla freschezza del manto stradale stesso, posato da appena un mese. Ieri il meteo è stato clemente fino ad un ora dal termine, i piloti hanno potuto spingere a fondo ed il migliore è stato Bradley Smith.  1’47”540 il limite messo a referto dal britannico in sella alla RS-GP di Noale, a circa 155 km/h di media oraria. Due giornate importanti soprattutto per Michelin, alla scoperta di questo nuovo circuito che ospiterà il Gran premio nell’estate del 2020. Ma più dei tempi, è interessante capire com’è questo tracciato attraverso le impressioni dei piloti che ci hanno corso.

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Il Kymiring, che misura 4,6 km sorge 140 km a nord-est di Helsinki, era stato presentato come un circuito discretamente tecnico con molte pendenze naturali e pieghe di ogni genere.I piloti hanno effettivamente trovato il circuito finlandese molto tortuoso in alcuni tratti, richiedendo precisione e sensibilità di guida per limare decimi preziosi. Pirro e Smith su tutti hanno rilasciato dichiarazioni approfondite e interessanti, ponendosi quasi in contrapposizione.

“Quando domenica ci ho fatto qualche giro con la macchina la pista mi sembrava più veloce, invece con la moto dopo Curva 5 è parecchio lenta.” Ha dichiarato Michele. “La prima parte è molto veloce, c’è anche un bel rettilineo da oltre un chilometro dove si toccano i 350 all’ora, ma poi dalla 5  fino a Curva 18 diventa quasi tutto da prima e seconda marcia, con qualche piccolo appoggio in terza. Passi il tempo a parzializzare con l’acceleratore. E’ un tratto molto guidato con continui saliscendi e punti ciechi, da questo punto di vista è anche interessante, ma per me troppo lento. Ed è un peccato, con tutto lo spazio che c’è si poteva pensare a fare qualcosa di più gustoso per la MotoGP. Noi corriamo al Sachsenring, la F1 a Monte-Carlo, ma quelle sono piste storiche.

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Personalmente -ha concluso Pirro- mi sarebbe piaciuto qualcosa di più moderno, dove puoi usare tutta la potenza di una MotoGP: se proprio vuoi, metti un paio di curve per rallentare come hanno fatto ad Austin, ma poi crea uno svolgimento veloce. Poi è chiaro che ogni pilota ha le sue preferenze e sono quasi sicuro che uno come Marquez potrà esaltarsi nella seconda parte. Ma anche Kallio, che è finlandese non è stato tenero, dicendo che a tratti questa non è una pista di MotoGP”.

Molto più positivo il giudizio di Bradley Smith, che come Guintoli e Bradl ritiene il KymiRing un tracciato esaltante dove possono emergere davvero i migliori. “Questo è un tracciato molto diverso da qualsiasi altro che abbia mai visto prima. E’ piuttosto stretto e tortuoso e un po’ lento in alcuni punti, poi ce ne sono altri su cui sei flat out come a Silverstone. Le prime cinque curve sono davvero belle, poi i settori 2 e 4 sono abbastanza stretti. Mi piace perché è diverso, nel campionato è importante avere circuiti diversi, è una sfida diversa per i piloti.  A volte è bello avere una pista completamente diversa dal solito e questa non è solo per la MotoGP, penso che anche i piloti di Moto3 e di Moto2 si troveranno decisamente bene con moto agili e leggere. Ci sono molte curve con camber negativo, che rende la pista decisamente tecnica. Tutto sommato -ha concluso Smith- è bello avere una gamma completa di curve e situazioni in un tracciato solo.
In sostanza chi temeva che il KymiRing potesse essere una nuova cattedrale nel deserto, piatta e senza un’anima, forse può star tranquillo. Per il momento oltre al nastro d’asfalto non c’è ancora nulla, ma entro l’inaugurazione di inizio ottobre tutto -box, tribune, servizi e strade per arrivare- sarà fatto e finito.

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Tags : gp finlandiakymiringmotogp
Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.