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L’asfalto piallato ha messo molti dubbi a team e piloti, alla fine la corsa è stata quasi priva di duelli e molto tattica. Ad avere la meglio ovviamente Marc Marquez, un alieno. Alle belle prestazioni di Vinales e Iannone, accompagnate dello stoicismo di Pedrosa e Miller, fa da contraltare un Lorenzo non pervenuto.

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Marc Marquez, voto: 10
C’è poco da dire in realtà, il #93 potrebbe vincere anche con una Supersport 600 al CoTA. Quello di Marc è stato un vero e proprio dominio netto come raramente si è visto nella MotoGP degli ultimi anni. Un alieno.

Maverick Vinales, voto: 9.
Finalmente il Top Gun è tornato a decollare. In grande spolvero sin dal venerdì mattina, tiene il ritmo di Rossi per tutte le libere. In Q2 è il primo degli altri, ma si guadagna comunque la partenza dal palo, in gara mostra grande consistenza e tenacia, tiene alto il ritmo e sfrutta al meglio il momento di debolezza di Iannone. Il circuito piallato si è dimostrato carente in grip e logorante per le gomme, ma né la M1 né Maverick ne hanno risentito a differenza dello scorso anno. La prossima gara sarà a Jerez, proprio dove lo scorso anno emersero i problemi della Yamaha e di Vinales: è il momento giusto per scacciare definitivamente gli spettri che la scorsa stagione hanno tenuto a lungo il Top Gun lontano dai cieli.

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Andrea Iannone, voto: 9.
Mai avevamo visto Iannone così efficace per tutto il week-end, da quando corre per la Casa di Hamamatsu. Si guadagna la prima fila in qualifica, ed arriva in gara col secondo miglior passo alle spalle di Marquez. Quando i semafori si spengono, riesce a portarsi in testa subito e poi prova a tenere il ritmo di Marquez. Forse sbaglia: stressa troppo la Hard posteriore e deve abbassare il ritmo per qualche giro, lasciandosi sfilare Vinales senza più riuscire a riprenderlo. Con una condotta più attenta nel primo terzo di gara, avrebbe potuto raccogliere un secondo posto, ma stiamo comunque parlando di the Maniac. Dopo le qualifiche, per far comprendere le difficoltà trovate nell’assettare la propria GSX-RR nei due round precedenti, aveva detto di essere un pilota che stressa molto la moto. Gli credevamo sulla parola ma lui ha voluto portare un esempio in gara: il tentativo di sorpasso su Marquez al tornantino, con l’anteriore che non vuol saperne di andar dritto. O era forse un  tributo a Kevin Schwantz?

Valentino Rossi, voto: 7.
Possiamo dire che la Yamaha sia tornata. Lo scorso anno gli asfalti logorati di Jerez e Barcellona avevano messo profondamente in crisi la M1, quest’anno al test del CoTA le moto di Iwata hanno mantenuto il loro proverbiale equilibrio. Possiamo dire che pure Vinales sia tornato a guidare come nelle prime gare dello scorso anno. E possiamo anche dire che Rossi ha preso paga in maniera decisa dal team mate in gara. Nonostante l’equilibrio tra i due emerso nelle libere, in gara a Valentino è mancato il guizzo per liberarsi subito dei rivali più lenti. Forse timoroso di finire nell’occhio del ciclone in caso di contatto, o forse per timore di usurare troppo la Medium posteriore. Non ha saputo sfruttare il momento di debolezza di Iannone, ma la quarta posizione finale resta un ottimo risultato.

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Andrea Dovizioso, voto: 7.
Come in Argentina, riesce a portare a casa un risultato superiore a quello preventivato. Lì per demeriti altrui, qui per una finissima tattica di gara. Il Dovi ha usato molto la testa nella sua condotta di gara, lottando con una GP18 che stentava ad assecondarlo nelle fasi di massima piega. Ha saputo tenersi la gomma buona per il finale, raccogliendo i punti necessari a riprendersi la prima posizione in campionato. Ora c’è Jerez, altro viatico importante per la sua rincorsa al titolo.

Johann Zarco, voto: 6,5.
Rispetto alle gare precedenti, il francese è stato più pragmatico che veloce, anche se in qualifica è riuscito ad agguantare la prima fila. In gara non ne aveva per stare con le Yamaha ufficiali, pur provando ad incollarsi a Rossi. Anche con le cattive maniere. Nel finale deve cedere il passo a Dovizioso, mentre la M1 lasciava pirotecnici virgoloni neri sull’asfalto.

Daniel Pedrosa, voto: 8.
Bisogna essere piloti per correre con una frattura al polso destro operata da una settimana.
 Doverlo fare al CoTA, dove il tuo compagno fa un’altro mestiere rispetto a tutti è ancor più difficile, ma Dani è riuscito a non sfigurare. Al CoTA c’è un punto in cui si passa da 340 a 70 km/h, in discesa e con buona parte della forza scaricata proprio sui polsi. Dani con la perseveranza degna di un Samurai ha concluso la corsa senza voler mostrare segni di cedimento, anche se negli ultimi giri non ha saputo tenere il passo di Zarco e Dovizioso.

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Jack Miller, voto: 9.
Inizia il week end mostrando difficoltà difficilmente spiegabili, concludendo con una qualifica pessima che gli consegna la 18/a posizione in griglia. In gara riesce ad ingranare, passando Petrucci ed agguantando il gruppetto in lotta per la Top10 chiudendo infine in nona posizione ad un battito di ciglia da Rabat. A fine gara i problemi riscontrati nel corso del week end sono stati spiegati, Jack si è infortunato alla spalla allenandosi in MTB, nei giorni precedenti al GP. Clavicola destra fratturata e strappo alla cuffia dei rotatori, oltre ad alcuni danni muscolari. Jackass ha corso in silenzio, portando a casa il sesto ingresso consecutivo in Top10 fra la scorsa stagione e questa in corso.

Danilo Petruci, voto: 5.
La sua GP18 sembra avere delle saponette al posto delle gomme. Non riesce a guidarla ed anche stravolgendo il set up lui ed il suo team non riescono a trovare il modo per far funzionare le gomme sulla lunga distanza. 

Jorge Lorenzo, voto: 4.
Parte 6°, chiude 11° a 18″ da Dovizioso nonostante fosse stato più veloce del team mate fra libere e qualifiche, soprattutto sul passo a gomme usurate. Jorge in gara ha perso il guizzo già dai primi giri, in seguito ha fatto da tappo al trio Rabat-Miller-A. Espargaro. La prossima tappa è Jerez, dove lo scorso anno colse un podio inapettato. Sembra sia felice per i podi della Suzuki, ma raccogliere appena sei punti in tre gare, contro i 46 di Dovizioso: non è un bel biglietto da visita per chiedere una delle due GSX-RR ufficali.

 

 





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Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.