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MotoGP, ecco le pagelle del Gran Premio d’Italia!





Ancora inebriati dal trionfo tricolore, è tempo di voti. 

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ANDREA DOVIZIOSO, Voto: 10. Forse ho esagerato, per il voto pieno devi stare sempre davanti, verissimo. Ma per una gara così merita il voto pieno. Salta il warm up a causa di una intossicazione alimentare ma stringe i denti. Parte bene e lascia sfuriare Lorenzo nei primi 3 giri, per poi saltarlo come un birillo. Prende e si incolla a Vinales recuperando alla San Donato quel poco che sembra perdere nel resto del tracciato: lì in staccata è secondo solo a Rossi. Guida pulito, con linee il più possibili tonde per salvare le gomme Medium. Poco dopo metà gara mette la freccia ed ingrana la sesta guadagnandosi la prima posizione, e da quel momento non lo prenderà più nessuno. 350, Ducati Desmosedici: SI DESMOVOLA!

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MAVERICK VINALES, Voto: 8,5. Sembra un po’ soffrire nelle libere del venerdì, ma probabilmente sta imparando da Valentino che esse servono solo a due cose: vendere giornali e settare la moto. Prende anche una brutta botta inserendosi all’Arrabbiata 2 passando troppo sul cordolo, ma fortunatamente si graffia solo un gomito. Si guadagna una fantastica Pole annichilendo gli astanti. Non parte benissimo, risucchiato da Rossi e Lorenzo, ma riesce a stare con loro e sfrutta il deciso sorpasso del #46 per scrollarsi di dosso il #99. Fa strada per gran parte della gara, imponendo un ritmo che solo i tre italiani riescono a tenere. Sul più bello, quando le Hard dovrebbero dare quel qualcosa in più, è però Dovizioso ad allungare. Viene risucchiato del motore a reazione di Petrucci ma non demorde. Tiene duro, ripassa e si lancia nei 3 giri finali all’inseguimento del Cavaliere Rosso. Ma Andrea è stato davvero di un altro livello, così Maverick depone la sciabola in favore della calcolatrice. Ragioniere.

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DANILO PETRUCCI, Voto: 9. Alzi la mano chi non ha mai ballato la Gorilla’s Rain Dance per rivedere Danilone coi primi. Ma questa volta coi primi ci sta con 30°C ed il sole. Tempi alla mano, il suo week end non inizia benissimo. Addirittura il sabato mattina cade appena esce dai box. Quando il buongiorno si vede dal mattino… Lottando si guadagna l’accesso in Q2, dove per poco non si guadagna la seconda posizione in griglia. Una gioia che dura pochi attimi, quando il tempo viene cancellato per aver ecceduto i limiti della pista. Parte così nono ma non demorde e parte bene, recuperando posizioni. Si congiunge coi primi tre e da lì inizia la cavalcata solitaria dei Fantastici 4. Al contrario di DesmoDovi, DesmoPetrux violenta la GP17, con lunghissime svirgolate in ingresso ed uscite di curva con la sospensione posteriore letteralmente a pacco. Riconquista il podio, dove Dovizioso lo smaschera rendendone pubbliche le lacrime. Ternano Volante pt.3.

VALENTINO ROSSI, Voto: 8. Passa un venerdì tranquillo, cercando di accordare il suo fisico ancora dolente ed una M1 che finalmente può essere più sincera grazie alla 070 all’anteriore. Sabato inizia coi fuochi d’artificio, spingendo forte per dimenticare il dolore a suon di adrenalina. Non gli riesce il colpaccio nelle qualifiche, annichilito come tutti dalle alte temperature e dal Top Gun. Parte benissimo e si mette a duellare con un sorprendente Jorge Lorenzo davanti a tutti. Passa poi il testimone al #25 ed al #04, accodandosi e scappando da tutti. Fa fatica però. Appena prova a forzare il ritmo per riscavalcarli deve mollare, e negli ultimi 8 giri davvero non ne ha più, accontentandosi della medaglia di legno. Gli servirebbe riposo, ma già venerdì si corre ancora, c’è il GP di Catalogna! Sfiatato.

ALVARO BAUTISTA, Voto: 7,5. Finalmente arrivano risultati in linea con le prestazioni fatte vedere nei test. Guida bene per tutto il week end e fa fruttare la sua GP16 arrivando a meno di 6 secondi da Dovizioso. Duetta un po’ con tutti fino a quando dà il meglio di sé contro la RC213V del #93. Lo riesce a passare e detta un ritmo che sgrana il gruppetto degli inseguitori. O meglio, solo Marquez riesce a stargli dietro. Agli occhi delle telecamere spariscono ma danno spettacolo per chi è sugli spalti. All’ultimo giro da il meglio di sé: Marc prova a passarlo in ogni curva, ma Alvaro chiude sempre la porta, tagliando il traguardo in volata. Promozione?

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MARC MARQUEZ, Voto: 7. Molto più che sufficiente visto l’impegno e la capacità di non strafare, evitando un terzo zero che sarebbe significato “Lavoriamo per il 2018”. Ma soprattutto riesce a resistere alla Jella personificata dal giovane ragazzo occhialuto dai capelli scuri e mossi. Non fosse stato per Zarco forse sarebbe partito in prima fila, ma le difficoltà trovate dalla Honda in termini di durata l’avrebbero arretrato lo stesso. Con il suo talento naturale riesce a salvarsi dal naufragio rispetto ai compagni di marca. La Honda sembra in netta difficoltà in questo 2017, ma settimana prossima è tempo di Gran Premio di casa. Si applica ma Trenitalia è sempre in ritardo.

 

JOHANN ZARCO, Voto: 6,5. Sparisce. In questo Week End sembra la controfigura francese di Folger. Si fa notare solamente quando soffia a Valentino le FP4 e chiude le Q1 in testa. Poi ripassa in modalità Casper, forse pago del podio in Francia, forse avendo azzardato la Soft al posteriore. Chi l’ha visto?

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JORGE LORENZO, Voto: 5,5. Guadagna l’accesso diretto in Q2 senza difficoltà, ma sbaglia la tattica optando per i 3 run trovandosi 7° in griglia. Parte benissimo, sfilando quasi tutti alla prima curva ed accodandosi alla sua ex. Fa il diavolo a quattro in rettilineo pur di assaporare il gusto della prima posizione al Mugello su una moto italiana. Poi però quando le gomme dovrebbero esse calde a puntino lui non migliora e viene saltato da tutti, tornando indietro. Non riesce ad essere efficace a centro curva come vorrebbe lui, non riesce a staccare forte come vorrebbe la moto (vedasi DesmoDovi e DemoPetrux). Però si impegna… Subisce l’onta di prendere paga anche da Bautista con la vecchia GP16 e deve essere grato a Pirro per aver deciso di scortarlo senza infierire. Salvate il soldato Jorge.

MICHELE PIRRO, Voto: 7,5. Avrà pure fatto i solchi qui, a furia di svolgere test con Panigale e Desmosedici, ma ragazzi miei per stare sempre tra i primi bisogna aver manico. Dopo delle buone libere si esalta in qualifica, dove per un soffio non si guadagna la prima fila. Sbaglia però completamente la partenza e si ritrova in fondo al gruppo. Recupera ma ormai è tardi e si trasforma in scudiero di Jorge, di cui è mental coach. Vittoria di Pirro.

ANDREA IANNONE, Voto: 6,5. Inizia malissimo il week end, colpito da un virus intestinale. Stringe i denti ma soffre sia il venerdì che il sabato, dove guadagna mestamente un 16° posto in griglia. Al secondo giro è già ottavo, ma a metà gara inizia a soffrire con il posteriore usurato, problema cronico di questa Suzuki. Comincia così un bel duetto con Jorge Lorenzo, che verrà stoppato dall’arbitro Pirro. Lottatore.

DANI PEDROSA, Voto: 4,5. Soffre di scarso grip per tutte le sessioni, più sul passo che nel giro secco. A questo uniamo una pessima partenza e la frittata è fatta. Al”ultimo giro la catastrofe. Prova a fare la stessa manovra fatta a Le Mans ma questa volta gli riesce, stendendo il povero Cal che solo per grazia divina non lo mena. Tutto questo per un 11° posto. Asinello.

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STEFANO NICOLI, voto: 7. Riesce nuovamente nel tentativo di infiltrarsi nel box HRC con una polo farlocca acquistata su AliExpress: geniale. Prova a non portare sfortuna al Team che lo ospita, purtroppo la fortuna è cieca ma il Gentilissimo ci vede benissimo. A farne le spese Pedrosa all’ultimo giro, e di riflesso Crutchlow. Perde l’intero venerdì all’interno dell’Hospitality della Red Bull. Ma non per curiosità o altro: ci si è davvero perso dentro.  Tenta in tutti i modi di fare una nuova comparsata televisiva ma sbaglia telecamere e finisce in diretta sul canale “Amici della Pesca”. Recupera però alla grande svelando ottime doti relazionali con le ombrelline, ma viene per questo pubblicamente redarguito da Livio Suppo. Ed ha ancora qualche sorpresa in serbo per noi. Chiamatelo Silvio.





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Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.