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Nel valzer delle cadute emerge Marquez, sue le FP3! Terzo Rossi





Oltre 20 cadute questa mattina fra Moto3 e MotoGP. Un bel modo per cominciare il Q-Day! In questa sessione i piloti hanno lavorato molto sul passo, e le due HRC, forse grazie ai test privati di metà luglio, si sono rivelate le più a posto in ogni condizione con Marquez e Pedrosa sempre davanti. Bene la Yamaha, con Vinales e Rossi molto vicini tra loro sia sul passo che sul time attack. 5° Dovizioso e 9° Lorenzo, che ha usato la nuova carenatura. I primi 8 sono racchiusi in 525 millesimi.

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Turno iniziato male, con una bandiera rossa esposta dopo nemmeno 5 minuti a seguito delle cadute di Bautista, Marquez e Crutchlow, tutti e tre caduti con la stessa dinamica alla stessa curva: in inserimento di curva 10. La causa pare sia stata una perdita di liquido del radiatore da parte della moto di Alvaro. Sessione quindi fermata, e pista generalmente insidiosa considerando anche le ben 16 cadute in Moto3 nel turno precedente. Dopo 20 minuti, nei quali Uncini e Capirossi hanno ispezionato la curva 10 e fatto risistemare gli Air Fence nella via di fuga, il turno ha ri-avuto inizio. Niente di grave per i 3 piloti caduti. Durante questa pausa si è potuta rivedere la nuova carenatura di Ducati, questa volta sulla #9 di Petrucci.

Il turno riprende sotto le insegne del team HRC, con Pedrosa davanti a tutti in 1’55”5 davanti a Marquez, staccato di oltre mezzo secondo. E proprio Dani cade qualche minuto dopo, alla curva 8 finché si stava migliorando. Poco dopo cade anche Zarco, in curva 3, mentre Marquez, con Hard davanti e Medium dietro, si migliora ma non riesce a scendere sotto l’1’56” come la HRC #26. Male in questa fase invece Valentino Rossi, che con doppia Medium nuova riesce in un T1 allineato con le due HRC salvo poi perdere 1 secondo e mezzo nel resto della pista, risultando relegato in 15/a posizione. Meglio Vinales, anch’egli con doppia medium, momentaneamente quarto ad 8 decimi a 25 minuti dal termine. Intanto Jorge Lorenzo, con la nuova carenatura, veleggia attorno alla decima posizione.

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I piloti lavorano sul passo sino a 8 minuti dal termine, quando proprio Jorge Lorenzo da il via al Time Attack, scalando sino in seconda posizione in 1’55”9 con gomme nuove, Medium davanti e Soft dietro. E proprio in questi istanti un’altra caduta, questa volta Redding. Ci prova anche Vinales, che con la stessa scelta di gomme della Ducati #99 arriva terzo a pochi millesimi proprio da JLo. Scalano la classifica anche Baz e Folger, girando in 56” basso ma è Valentino Rossi a sorprendere, balzando dalla 15/a alla seconda posizione, con un 1’55”7 a meno di due decimi da Pedrosa, posizione che dura meno di un minuto, quando Marc Marquez si inserisce alle spalle del compagno, con Hard davanti e Soft dietro. Ed al giro successivo il #93 si migliora, portandosi in testa abbassando il limite a 1’55”3. Negli ultimissimi secondi, a bandiera a scacchi già presente, altra caduta: questa volta è Baz.

Primo quindi Marc Marquez in 1’55”370, lo segue a 171 millesimi Dani Pedrosa. Entrambi caduti, la coppia HRC ha svelato un passo molto intrigante: entrambi riescono a girare senza affanni in 1’55”5. Anche se per domani le previsioni dicono Pioggia Chiude la prima fila virtuale Valentino Rossi, a 388 millesimi, davanti a Maverick Vinales (+0’403).  Il #46 ha faticato molto nel primo run, non riuscendo a scendere sotto il 57” e nemmeno a girare con un ritmo costante. Solo dopo qualche modifica il Dottore ha ritrovato una guida efficace, arrivando al livello di Maverick: i due piloti Yamaha però pagano almeno mezzo secondo al duo HRC sul passo. Quinto Andrea Dovizioso, con Cal Crutchlow a chiudere la seconda fila momentanea.
Settimo a 501 millesimi Aleix Espargaro, davanti a Johan Zarco (+0’525) e Jorge Lorenzo (+0’599). Chiude la Top10, accedendo così direttamente alla Q2, Loris Baz.

In Q1 così troveremo Folger, Iannone, Bautista e, incredibilmente, Petrucci, solo 16° a 1”3 da Marquez e 9 decimi da Dovizioso.

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Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.