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Rossi: “La nuova M1 sottosterza, me n’ero accorto a novembre!” Vinales: “Non so perché siamo andati male.”





Giornata grigia per la casa dei tre diapason quella di ieri. Dopo aver sofferto venerdì e sabato, in gara non è arrivata la rimonta, nonostante le ottime FP4 di Valentino. Ben 20 i secondi accumulati da Rossi nei 25 giri di gara, meno di 13” invece per la coppia Zarco-Folger.  Ad uscirne peggio è Maverick Vinales, 10° ad oltre 24 secondi da Dovizioso, che vede praticamente azzerato tutto il suo vantaggio in classifica. E sono le loro dichiarazioni a fine gara a far capire a fondo il problema, soprattutto quelle del Dottore.

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Fino ad 8 giri dal termine la gara del #46 non era stata affatto negativa. Una buona partenza, un errore che lo ha fatto ripiombare al 12° posto e poi una nuova risalita, condita da un bel sorpasso con cui ha superato in un sol colpo Crutchlow, Miller e Barbera. Dopo aver tenuto il passo col gruppetto in lotta per il 4° posto però, il crollo verticale. “Eravamo preoccupati di faticare come a Jerez – ha ammesso Valentino – perché questo tracciato è simile per le curve a medio raggio e con poco grip, ma speravamo di fare meglio. Invece abbiamo avuto tanti problemi anche qua. Ci dispiace molto soffrire così tanto, anche perché l’anno scorso in queste due piste ho vinto.” La gomma posteriore distrutta, sia per Rossi che per Vinales, è stato il vero problema. “Eravamo molto preoccupati del davanti, ma fortunatamente abbiamo messo la media e non la dura come a Jerez, e alla fine il davanti ha resistito. Il problema è stato dietro. Mettere la dura dietro? Non lo so, forse…

Ma Valentino mostra un cauto ottimismo in vista di oggi, dove sempre al Montmelò si svolgeranno i test collettivi. La Yamaha ha portato due nuovi telai: “Fortunatamente ci sono i test, saranno molto importanti, proveremo alcune cose nuove. Di base il problema è quello che avevo individuato la prima volta che avevo provato la moto: non riesce mai a curvare, a chiudere le curve, e questo purtroppo crea tanti problemi alla gomma dietro, perché dobbiamo restare troppo piegati. Quindi nei circuiti dove la gomma posteriore è sotto grande stress finiamo in fretta il pneumatico. Vista questa situazione, avrei montato direttamente già oggi (ieri ndr) per la gara uno dei due telai che proveremo domani (oggi ndr) nei test. Abbiamo pensato di mettere subito il nuovo telaio, ma la Yamaha mi ha detto di no. Io lo avrei messo, ero pronto anche a restare di notte per provare a montarlo…

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Durante l’inverno la Yamaha decise di rinnovare a fondo la M1, cercando più potenza in alto e adeguandola al meglio alle Michelin, che lo scorso anno avevano, estremizzando il concetto, un grip ottimo al posteriore ma scarso all’anteriore. Probabilmente la Yamaha è andata a lavorare profondamente sulle rigidità del telaio, andando ad ammorbidire la parte anteriore del Deltabox ed irrigidendo la parte posteriore, dove si infulcra il forcellone. Sfortunatamente la Michelin ha cambiato direzione. Da qui possono nascere i problemi della nuova M1: una moto nata per stressare meno le gomme si rivela una divoratrice di pneumatici quando l’asfalto è bollente e logorato, che tende al sottosterzo. Pare quasi di essere tornati al 2012… “La 2016 gira meglio – confessa Valentino – e stressa meno il posteriore. Avendo guidato la 2016 ed essendo un buon collaudatore ho visto fin dalle prime volte a Valencia che facciamo più fatica a curvare, questo è il nostro problema. Per chiudere le curve dobbiamo piegare tanto: stiamo molto sulla spalla della gomma e la stressiamo molto.” 

Ma la M1 dello scorso anno non era migliore solamente con le alte temperature: “Con la moto 2016 ero molto efficace sul bagnato, con la moto 2017 invece faccio moltissima fatica. Quindi anche lì siamo in difficoltà: abbiamo provato già di tutto, sembra che questo sia un carattere intrinseco della 2017. Con le regolazioni puoi modificare qualcosa, ma il feeling sul bagnato resta scarso.”

Per Valentino i problemi che ha riscontrato a Valencia sono stati smorzati dalle ottime prestazioni di Vinales: “Maverick arrivava della Suzuki, era motivatissimo ed è stato veloce nei test e poi ha iniziato a vincere. Sembrava fosse tutto a posto e poi tornare indietro è sempre brutto.” E allora viene da fare un excursus sulla F1: stagione 2014, Red Bull, Vettel e Ricciardo. Prima stagione della nuova era turbo, Vettel arriva da 4 titoli consecutivi mentre Ricciardo arriva da una buona stagione in Toro Rosso, macchina però che aveva molto meno carico e grip della RB09. Con la RB10 l’australiano andò subito più forte di Sebastian, questo anche perché si era fatto le ossa con una macchina con un carico inferiore e quindi la RB era stata un salto di qualità, nonostante la RB10 fosse forse peggiore della RB9. Due situazioni molto diverse, ma in entrambi i casi si ha un pilota nuovo che ha un grande “upgrade” mentre allora Vettel ed oggi Rossi un downgrad tecnico, e le dichiarazioni di Vinales dopo i primissimi test si Sepang potrebbero confermare questa tesi, quando disse di riuscire ad essere così efficace sin da subito perché non aveva mai guidato una moto con così tanto grip al posteriore. 

“Anche quando sono stato competitivo, come a Le Mans e al Mugello, il problema all’anteriore è sempre rimasto – spiega- Qui poi abbiamo pagato la scelta di non fare i test prima della gara, preferendo la Francia, ma sono decisioni prese mesi fa. Dopo i test di Jerez avevo fatto delle richieste, qui avremo delle novità da provare e scopriremo se mi hanno accontentato” ha concluso il #46.

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Molto amareggiato e confuso il Top Gun, che appena è passato sotto la bandiera a scacchi si è fermato a controllare la gomma posteriore nella via di fuga delle curve 1 e 2. “Non so davvero cosa dire – ammette Maverick – psicologicamente è molto difficile. Arrivi con grande motivazione in gara e di colpo chiudi decimo, perché gli altri sono caduti o hanno fatto errori o hanno rotto qualcosa, altrimenti finivo sedicesimo. Tornerò a casa senza saperne il perché, ora ho solo confusione in testa, alla fine giravo come la Moto2, non riesco davvero a capire. La posteriore mi mi slittava anche sul rettilineo, avevo paura di cadere… Il lato positivo è che di sicuro peggio di così non può andare.”

Maverick non ha poi trattenuto un’ormai consueta frecciatina a Michelin: “Ho sempre spinto allo stesso modo, in Qatar, a Rio Hondo, però oggi sono più lontano. Non ho avvertito le solite sensazioni con la Yamaha, Michelin ha detto che questa prestazione è frutto del non aver provato qui come Ducati e Honda, anche al Mugello non abbiamo girato, però eravamo comunque coi primi. Inoltre Cal ha avvertito il mio stesso problema.”





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Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.