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Colpo di scena nella IndyCar: sull’ovale di Phoenix la Chevy domina con Pagenaud, Bourdais fuori in un crash





A volte si vince di forza, a volte di fortuna, a volte di entrambe. Simon Pagenaud si impossessa della vittoria di tappa sull’ovale corto di Phoenix, e si issa in testa alla classifica piloti. Ha vinto grazie a una pace car al momento giusto, e subito dopo ha dato paga a tutti gli altri. Ecco il verdetto della notturna di Phoenix.

Simon Pagenaud vince

Ma il GP di Phoenix ha visto la Chevrolet rifilare la prima scoppola della stagione alla Honda. Le vetture giapponesi hanno subito problemi di sottosterzo e di deficit di potenza nei confronti degli avversari col Cavallino. Un passo indietro sugli ovali che non fa ben sperare: sui superspeedway la superiorità dei nipponici è intatta oppure c’è di che preoccuparsi?

La corsa ha visto Helio Castroneves (che aveva polverizzato il record della pista e siglato la pole) in grande spolvero per tutto il primo settore di gara. Will Power ha poi controllato la sezione centrale, ma le fasi finali sono state dominate da Simon Pagenaud che ha approfittato di una bandiera gialla al momento giusto. Il francese ha staccato gli avversari e ha impedito loro di raggiungerlo fino alla fine. È stata una gran vittoria, che lo riporta davanti a tutti proprio quando Bourdais è stato messo KO in un crash a inizio gara. Ma passiamo alla cronaca.

La partenza sembra tranquilla, ma non è vero niente. Subito in pista la pace car, sventolano le bandiere gialle. Mikhail Aleshin perde la macchina e fa un 360° davanti ad Andretti e Bourdais. Il francese e il russo si spiaccicano contro il muro, Andretti pure è costretto a girare Max Chilton frena, va in sovrasterzo e si becca uno spin ed è fuori gioco. Rilascia il pedale del freno e la macchina scivola in alto, colpendo al limite Rahal e buttandolo fuori gara. Detriti dappertutto e bisogna sgombrare la pista. E siamo solo al giro 1.

Il crash di inizio gara

Qualcuno già rientra ai box (Hunter-Reay e Carpenter). La bandiera verde arriva al giro 23: Castroneves è in testa e Newgarden lo insegue. Ci prova, ma Helio resiste e allunga. Dietro di loro Pagenaud riesce a scalare Hildebrand. Il francese è molto veloce ed è riuscito ad agganciare già Will Power. Ovviamente il veterano degli ovali, Ed Carpenter, è già 12° e ha inquadrato Hunter-Reay. Il #20 del team omonimo prende le misure al connazionale per parecchi giri, rosicchiandogli centimetro dopo centimetro. Ma di attacchi nemmeno uno. È l’effetto dell’aerodinamica, che riduce a un’alzata di piede l’unico rallentamento sul circuito: come sorpassare, allora?

La lunga caution di inizio gara ha allungato molto il primo stint. Gli stop latitano e al giro 67 Hildebrand raggiunge Pagenaud, che lo rispedisce indietro. Al giro 69 invece comincia il valzer: è James Hinchcliffe a dare il la. Nel frattempo Pagenaud riesce a riprendere Will Power, lo sorprende all’interno e s’impossessa del podio virtuale: l’australiano riesce però a respingere Hildebrand. Al giro 73 rientra ai box Scott Dixon per Chip Ganassi, e subito dopo rientrano Tony Kanaan, Ryan Hunter-Reay e, colpo di scena alla tornata 75, anche Helio Castroneves. Lo seguono anche Hildebrand e Will Power, e infine Newgarden al giro 77 e Pagenaud al 78.

Dalla roulette della corsia dei box rientra in testa Will Power, con 9 decimi di vantaggio. Castroneves rimane secondo mentre Pagenaud è 3°, Newgarden 4° e Scott Dixon ricaccia Hildebrand. La lotta continua mentre Daly ha problemi ai box. Alla tornata numero 90 JR Hildebrand infila Scott Dixon e si rilancia all’inseguimento di Hinchcliffe. Due giri dopo scala anche il canadese. Ha 3 secondi da recuperare: gira quasi 4 decimi più veloce del leader Power. Li assorbe in pochi giri e si incolla a Newgarden.

Si arriva a metà gara e il miglior giro Chevrolet è 3 decimi più veloce del miglior giro Honda. Il predominio giapponese sugli ovali lunghi non si specchia sugli ovali corti. E bevono anche di più. Al giro 131 rientrano Dixon, Hunter-Reay, Rossi e Newgarden. Quest’ultimo preferisce anticipare rispetto ai piani e scarica l’ala anteriore. TK rientra al giro 134, mentre Rossi è costretto a rientrare di nuovo ai box dopo aver baciato il muro. Alla tornata 139 grande colpo di scena: entra in pista la caution; intanto sono ai box sia Power sia Castroneves. È stato Takuma Sato a chiamarlo in pista, strisciando contro il muro del rettilineo di partenza. Al 141° giro rientra anche Simon Pagenaud, ultra-favorito dalla pace car che rientra in coda al gruppo ma ha doppiato tutti ed è primo con un giro di vantaggio. A pieni giri ritornano Power, Castroneves, Hildebrand e Newgarden. Ma quest’ultimo prima sostituisce il musetto e poi ritorna ancora ai box per un cambio gomme e uno splash: non ha avuto problemi perché i suoi inseguitori erano un giro indietro.

Scott Dixon a Phoenix

Bandiera verde al giro 150. Simon Pagenaud allunga da elastico mentre dietro c’è gran traffico: i doppiati scompaginano il gruppo. Pagenaud si prende 5 secondi di vantaggio mentre Hildebrand svernicia Hinchcliffe. Lui e Newgarden sono i più veloci in pista al momento. Ma i doppiati complicano le cose e la gara continua quindi con gli inseguitori che provano a raggiungere il transalpino.

Il terzo valzer dei pit-stop comincia al giro 197 con Ryan Hunter-Reay e Scott Dixon.  Rientrano anche Tony Kanaan. Poi arrivano anche Kimball e Munoz: si riconferma il maggior consumo di etanolo per la Honda. Già qualcuno twitta: «IndyLights engine, IndyLights…». Will Power è il primo Penske a rientrare nella tornata n° 205. Lo segue JR Hildebrand. Poi, giro 207, è il turno di Helio Castroneves e Simon Pagenaud. Al giro 214 RHR ha un problema perché tocca il muro: sembra un’annata nera per l’americano.

La tornata di pit-stop non ha scombinato i rapporti di forza. Pagenaud continua a guidare la corsa, adesso con 6-7 secondi di vantaggio. Dietro di lui c’è Will Power, con 4 secondi di vantaggio su Josef Newgarden, il quale ha a sua volta Helio Castroneves negli scarichi. Al giro 222 Josef Newgarden è costretto a rientrare ai box: dei detriti colpiscono il muso della sua vettura (contemporaneamente rientra anche RHR, che cambia le gomme e poi si ritira).

La corsa scivola verso la vittoria di Pagenaud senza grossi problemi. Le battaglie nelle retrovie stentano ad accendersi: i doppiati hanno incarnato la doccia fredda che ha spento tutta l’azione. Peccato: sarebbe stata una bella bagarre. Ma consoliamoci: questo ceffone Chevy riapre il campionato.

La classifica del GP di Phoenix




Tags : Chevrolet IndyCarIndyCar PhoenixSebastien BourdaisSimon Pagenaud
Marco Di Geronimo

The author Marco Di Geronimo

Nato a Potenza nel 1997, sono appassionato di motori fin da bambino, ma guido soltanto macchinine giocattolo e una Fiat 600 ormai sgangherata. Scrivo da quando ho realizzato che so disegnare solo scarabocchi. Su Fuori Traiettoria mi occupo, ogni tanto, di qualcosa.