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E’ andato in archivio anche lui, il GP più glamour dell’intero calendario di Formula 1. Montecarlo saluta il Circus lasciandogli in eredità la seconda vittoria stagionale di Daniel Ricciardo, vero dominatore del weekend, ed una classifica piloti che, seppur di poco, è tornata ad accorciarsi per quel che riguarda le posizioni di testa. Chi sarà stato però il migliore nel dedalo del Principato? E chi invece avrà deluso? Scopriamolo insieme.

© Mark Thompson / Getty Images / Red Bull Content Poll
© Mark Thompson / Getty Images / Red Bull Content Poll

DANIEL RICCIARDO – 10. E ci mancherebbe altro, verrebbe da dire. Dominatore incontrastato del weekend, guida tra i muretti e sopra i problemi tecnici con una calma olimpionica e con l’ennesima dimostrazione di talento cristallino. Assieme a Vettel ed Hamilton è l’unico pilota ad aver vinto due GP nel corso del 2018, e questo credo la dica lunghissima sul suo stato di forma. In Red Bull sarebbero dei folli a lasciarselo scappare.

SEBASTIAN VETTEL – 7. Loria non è Gina tra le stradine del Principato, ed il tedesco probabilmente se ne rende conto sin dalle FP1. Prova a tirar fuori il massimo dalla pur efficace SF71-H, ma Ricciardo e la RB14 semplicemente ne hanno di più. E’ vero, non approfitta del problema tecnico che rallenta l’australiano, ma il #3 riusciva ad essere sufficientemente veloce dal Portier alla staccata del Tunnel, vale a dire nell’unico punto in cui a Monaco è possibile portare un attacco degno di questo nome. Su questa pista, con questa gara dall’andamento così lineare, non poteva davvero fare di più.

LEWIS HAMILTON – 7,5. Parte 3° e chiude 3° in una gara in cui, come il suo rivale per il titolo che veste di rosso, ha davvero poco da fare. Nella conferenza post GP dichiara di essersi limitato a guidare a partire dal 6° giro, da quando cioè Vettel ha messo troppa strada tra sé ed il #44, e forse per lui va bene anche così: la Mercedes nel toboga monegasco sembrava ancora una volta sofferente, e ritrovarsi ancora a +14 sulla Ferrari #5 dopo un GP sulla carta sfavorevole non deve proprio dispiacergli.

KIMI RAIKKONEN – 6. La sua è una gara senza infamia e senza lode, con l'”aggravante” di condurla tutta non solo alle spalle del compagno di team – cosa che giustificherebbe il mezzo voto in meno – ma anche di una Mercedes, fattore quest’ultimo che causa un ulteriore abbassamento di voto dato che la W09 parrebbe una monoposto più difficile da gestire tra i muretti del Principato rispetto alla sua SF71-H. Chiude 4° un weekend in cui la Pole dello scorso anno è apparsa più che mai un ricordo lontanissimo.

VALTTERI BOTTAS – 6,5. Taglia il traguardo occupando la stessa posizione in cui era partito, portando a termine una gara priva di acuti nonostante le SuperSoft gli garantiscano un passo gara migliore di chi lo precede. Mezzo voto in più rispetto al connazionale vestito di rosso perché nonostante la Mercedes neppure quest’anno valesse come la Ferrari nelle strettoie di Monaco, sono solamente 6 i decimi che lo separano dal #7 allo sventolare della bandiera a scacchi.

ESTEBAN OCON – 8. Quello del francese è sicuramente un weekend positivo: efficace in qualifica, pulito e veloce in gara. Al volante di una Force India che velocisticamente parlando non vale nessuna delle monoposto che lo precedono, ha il merito di incamerare solamente 23″ di ritardo al traguardo, seppure al netto del ritmo blando a cui è stato costretto Ricciardo. Meriterebbe 9, ma il voto in meno è per aver fatto passare Hamilton in quel modo: tra compagni di squadra potrebbe pur essere un atteggiamento comprensibile, così invece non lo è. E, notate bene, lo avrei detto anche se i protagonisti fossero stati a tinte più rosse: è un gesto che non mi piace, punto.

PIERRE GASLY – 9. Con una Toro Rosso che in questo mondiale vive alterni stati di forma, tra i muretti di Monaco il francese si esalta e sfodera una prestazione di altissimo livello. Non sbaglia nulla e conquista punti pesanti ed importanti al termine di un GP concluso ad appena 24″ dal leader. Una settima posizione meritatissima.

NICO HULKENBERG – 7. Dopo due weekend decisamente da dimenticare, il #27 torna a correre ai livelli a cui ci ha abituati. Con una strategia invertita rispetto a Sainz riesce ad essere più efficace dello spagnolo in gara, chiudendo 8° senza soffrire in maniera eccessiva la pressione che un tipo tranquillo come Max Verstappen gli porta nelle fasi conclusive della gara.

MAX VERSTAPPEN – 4. Media matematica tra lo 0 che si merita per aver distrutto macchina e fine settimana quando non ce n’era minimamente la necessità e l’8 che si prende per esser stato l’unico a ravvivare con un po’ d’azione un GP piuttosto noioso, per usare un delicato eufemismo. Resta però il fatto che il suo sia un altro weekend negativo, perché di certo non ci si può esaltare per qualche sorpasso nelle retrovie se nello stesso fine settimana il proprio compagno di squadra stravince…

CARLOS SAINZ – 6,5. E’ uno dei piloti a soffrire maggiormente l’usura delle gomme, e con una strategia diversa rispetto ad Hulkenberg e Verstappen diventa facile preda per entrambi. A dire la verità tenta anche di resistere al suo ex compagno di squadra, ma visto dov’era l’altra RB14 è sembrato uno scontro piuttosto impari. Chiude comunque nei punti, ma è inutile dire che lo spagnolo aspira a ben altro.

MARCUS ERICSSON – 6,5. Sfiora la zona punti non commettendo errori e conducendo una gara tutto sommato oculata. In qualifica anche stavolta le ha prese da Leclerc, ma in gara non stava demeritando troppo dato che era riuscito a tenere il passo del giovane padrone di casa.

SERGIO PEREZ – 5,5. E’ vero, la sua prestazione piuttosto negativa è sicuramente influenzata da un Pit non eccezionale degli uomini Force India, ma rispetto ad Ocon sembrava averne di meno. Dietro al francese sia in qualifica che in gara, dopo aver perso diverse posizioni con quella sosta scellerata si trova di fronte un muro di monoposto praticamente invalicabile anche per un estimatore di Monaco come lui, e la sua gara in sostanza finisce in quel momento.

KEVIN MAGNUSSEN – 6,5. Considerando il layout della pista e la sua posizione di partenza, vederlo arrivare in 12^ posizione è quasi una sorpresa. Alla guida di una Haas inspiegabilmente affogata nelle acque del porto, cerca come può di limitare i danni in un weekend semplicemente da dimenticare. E c’è da dire che per poco non riesce nell’intento.

STOFFEL VANDOORNE – 4,5. Ancora una volta fuori dai punti, ancora una volta alle spalle di Fernando Alonso. Il belga quest’anno sembra non riuscire proprio a trovare il bandolo della matassa, ed anche il GP di Monaco si trasforma in una sorta di sofferenza, con le telecamere che lo inquadrano praticamente solo nel momento in cui si frappone tra Ricciardo e Vettel: ma cosa gli sta succedendo?

ROMAIN GROSJEAN – 5,5. E’ vero, la Haas a Montecarlo è l’ombra di se stessa, ma c’è da dire che lui né in qualifica né in gara riesce a mettere le proprie ruote davanti a quelle del compagno di squadra. Rispetto a quello di Barcellona il suo è un weekend positivo, ma ad onor del vero ci voleva davvero poco per migliorare quel disastro andato in scena al Montmelò.

SERGEY SIROTKIN – 7. Per poco non termina il GP con più soste all’attivo che giri effettuati, sciupando quella che era stata una qualifica tutto sommato positiva. A Monaco ne aveva enormemente di più del compagno di team, e lo dimostrano due cose: i 6 decimi rifilatigli durante la Q1 e, soprattutto, il fatto che riesca ad arrivargli davanti nonostante le soste – e le penalità – in più causate da errori. Per di più del team e non suoi.

LANCE STROLL – 3. Come il numero di soste a cui è costretto a causa di sbavature commesse in un circuito che non ne ammette. Più lento di Sirotkin, più falloso di Sirotkin, con un voto nettamente più basso rispetto a Sirotkin. Mi sembra che il ragionamento fili, no?

CHARLES LECLERC – 7. Efficace e convincente in qualifica, perde forse un po’ troppo terreno in gara per non correre rischi nelle fasi iniziali della corsa. Veleggiava comunque attorno alla 13^ posizione prima che il suo disco anteriore sinistro non decidesse di piantarlo in asso proprio nel punto peggiore del circuito, trasformandolo in un proiettile bianco-rosso lanciato contro il retrotreno dell’innocente Hartley. Peccato, perché anche se non fossero maturati dei punti la prestazione sarebbe rimasta positiva.

BRENDON HARTLEY – 5. Annichilito da Gasly in qualifica e in gara, chiude ritirato dopo essere stato centrato da Leclerc. Non ha commesso particolari errori e non era neppure il pilota più lento in pista, ma il suo voto è figlio di ciò che è riuscito a fare il suo compagno di squadra con la stessa macchina. Che, inutile ribadirlo, è enormemente più di quello che sia riuscito a fare Hartley.

FERNANDO ALONSO – 6,5. Q3 centrata ancora una volta, zona punti centrata ancora una volta, guasto meccanico che taglia le gambe nel corso del GP centrato ancora una volta. L’asturiano stava combattendo con le unghie e con i denti come al solito – e le difficoltà di Vandoorne confermano quanto il #14 stesse riuscendo a valorizzare la McLaren -, ma poi il cambio ha messo fine alle sue speranze di arpionare dei punti iridati. Peccato.
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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow