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Il 14 Agosto 1988, all’età di novant’anni, si spense Enzo Ferrari, uno dei maggiori esponenti dell’automobilismo, probabilmente di un’importanza tale per il mondo delle auto come i Beatles lo sono stati per quello della musica. Si parte dalla fine questa volta, dall’ultimo atto del Drake, dal canto del cigno di un uomo che non è stato mai banale ma sempre rivoluzionario, con le sue idee, i suoi progetti, le sue intuizioni, una sorta di Leonardo Da Vinci con sede a Modena, più precisamente a Maranello. L’ultima opera a portare la sua firma, dunque, non sarebbe mai potuta essere una cosa da poco. Ed infatti, in concomitanza dei 40 anni per il marchio del Cavallino – e per lanciare la sfida alla nuova nata di Stoccarda, la 959 – , si diede atto alla prima hypercar dell’era moderna: la Ferrari F40.

Il mostro partorito da quel pezzo di Emilia ha dell’incredibile, sotto ogni profilo. Il design, realizzato dallo studio Pininfarina tramite la matita di Leonardo Fioravanti, già famoso per la 365 Daytona e la 288 GTO, fu in grado di far convivere al meglio – per la prima volta su un’auto di serie – materiali come il kevlar nel telaio, le fibre di vetro nella carrozzeria, ed il plexiglas al posto dei finestrini. Il risultato fu straordinario. Un’auto nuda, con i particolari aerodinamici in bella vista – inconfondibili i due Naca posti sul cofano – ma dall’uso stradale, come una donna che sotto il vestito elegante veste della sinuosa e accattivante lingeriè. Il maggior beneficiario delle nuove tecnologie applicate fu il peso della vettura – basti pensare che la carrozzeria pesava appena 46 kg – ed il modello nella sua interezza si attestava sui 1155 kg, un risultato eclatante per il 1987. Il telaio – un traliccio tubolare in acciaio – aveva una struttura del tutto simile a quello della GTO a cui vennero aggiunti dei bracci addizionali per migliorare la rigidità ed una resina speciale a fissare tutti gli elementi, per ottenere una maggiore robustezza della struttura. La vettura era dotata anche di sospensione indipendenti e ammortizzatori idraulici ed alcuni modelli avevano un sistema di controllo delle sospensioni su tre livelli – a seconda dell’utilizzo e dello stile di guida -, direttamente azionabile dall’abitacolo.

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La F40 – rivoluzionaria sotto il profilo dell’aerodinamicità e dei materiali – sotto il cofano si dimostrò fedele alla sua antenata a cui vennero apportate però delle significative migliorie. Infatti il propulsore adottato fu quello della sopracitata GTO, rivisto però dal punto di vista della compressione, che passò a 7,7:1 dando la possibilità di un leggero aumento della cilindrata ed un cospicuo innalzamento dei cavalli e della coppia. La F40 uscì dalla fabbrica con un motore di 2.936 cc 8 cilindri a V di 90° in posizione longitudinale centrale, con quattro valvole e due iniettori per cilindro, doppio albero a camme per bancata e dotata anche di una sovralimentazione mediante la presenza di un doppio turbocompressore IHI raffreddato attraverso una coppia d’intercooler Behr. A questo poderoso propulsore venne abbinato un cambio manuale a 5 rapporti più retro con frizione bidisco. Il risultato fu una potenza di 478 CV, con un rapporto peso-potenza di 2,58 kg/CV ed una potenza specifica di 163 CV/litro: cifre che permettevano alla F40, stando ai dati dell’epoca, di raggiungere i 326 km/h – dato dichiarato dalla casa 324 Km/h – e di coprire lo 0-100 km/h in 4″1. Grazie a queste prestazioni, fino al 1991 il bolide di Maranello rimarrà l’auto di serie più veloce mai prodotta, per poi essere superata dalla Bugatti EB110. Ma questa…questa è un’altra storia.

La Ferrari dava la disponibilità dell’auto in un’unica colorazione, il rosso, sia per l’interno che per l’esterno, come da tradizione del Cavallino rampante. Per volere di Enzo Ferrari l’auto fu spartana negli interni – doveva essere un ritorno alle origini come le vecchie auto da corsa – con vetri manuali e sportelli che si aprivano grazie ad un tirante posizionato all’interno della portiera, e l’unica concessione a livello di confort fu l’aria condizionata. Questa scelta di rendere l’auto completamente spartana con i pannelli interni non verniciati o avvolti di pelle, unite alle pedaliere di acciaio forato ed ad un semplice volante in pelle a 3 razze pagarono tanto in termini di notorietà e di unicità – differenziandola notevolmente dalla sua rivale la Porsche 959 rendendola un’icona senza tempo.

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Seppur unica, esistono modelli ancor più esclusivi di questa supercar, come la F40 Valeo prodotta appositamente per l’Avvocato Gianni Agnelli: priva del pedale della frizione, era dotata di un sistema sviluppato per le vetture rally come la Lancia Delta Integrale che consentiva, attraverso un dispositivo elettronico, di attivare i dischi della stessa in meno di 100 millisecondi, ed aveva gli interni di colore nero, unica eccezione fatta in tutta la linea di produzione. Oppure si può ricordare la F40 LM costruita per gareggiare a Le Mans – con una potenza di 720 CV – che partecipò nel Campionato IMSA in classe GTO senza però centrare i risultati sperati e le successive otto F40 Competizione che vennero elaborate per altre case private affinchè potessero correre in altri campionati, al di fuori del contesto di Le Mans. Ed infine la GTE preparata da Michelotto Automobili per gareggiare nel Campionato BRP Global Series GT tra il 1994 ed il 1996 contro le più moderne McLaren F1 GTR, in anni in cui la F40 riuscì a vincere diverse gare sprint ma si rivelò carente di affidabilità nelle Endurance.

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© Ferrari Media

La produzione inizialmente venne stabilita in 400 esemplari, ma le crescenti richieste convinsero la Ferrari ad ampliare la produzione fino ad arrivare a 1337 esemplari, di cui circa il 22% destinato al mercato americano. La cifra richiesta dal Cavallino fu di 374 milioni di Lire, ma nel mercato non ufficiale – complice il successo del modello – si raggiunsero velocemente cifre ben più elevate, anche vicine ai 2 miliardi di Lire. Oggigiorno è quasi impossibile stimare con certezza una F40 anche se sicuramente – da qui a non molto lontano –  si appresta ad entrare nell’Olimpo di quelle vetture che superano nelle aste i 10 milioni di €. Tuttavia, c’è un “però”. E’ infatti notizia fresca di qualche giorno che a Londra il noto rivenditore d’oltremanica GVE – specializzato in auto di lusso – ha in vendita uno splendido esemplare appartenuto ad Eric Clapton. Fonti vicine al cantante affermano che ai tempi – essendo un secondo proprietario ora a venderla – la cedette con non pochi ripensamenti e dubbi. Clapton – follemente innamorato del cavallino rampante – possiede e ha posseduto molte vetture prodotte a Maranello ed addirittura ha avuto la fortuna di averne una costruita appositamente per lui, la SP12EC (EC sta per Eric Clapton). Considerando anche questo fattore la vettura – dotata di tutta la certificazione Ferrari – e vedendo il prezzo di “appena” 1.100.000  circa potrebbe essere un investimento più che remunerativo…

Che aspettate dunque? Iniziate a rompere i salvadanai.

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Tags : F40ferrariFerrari F40HypercarMaranello
Marco Perziani

The author Marco Perziani

Dal 1991 ossessionato dai motori. Vi parlo di nuove uscite, e narro storie. Tutto esclusivamente a base di cilindri, passione, odor di carburante possibilmente sulle note di un V10 aspirato.