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Definisce “mongolo” Stroll dopo l’incidente nelle FP2: Verstappen fa arrabbiare Mongol Identity





“What a retard. Yeah, I’ve done it. What a mongol“. Non ha utilizzato troppi giri di parole, Max Verstappen, per definire Lance Stroll dopo l’incidente che ha visto protagonisti entrambi nel corso delle FP2 del GP del Portogallo. 

Verstappen
© Joe Portlock / Getty Images

Entrato in collisione con il #18 all’altezza di Curva 1 dopo quella che è parsa una banalissima incomprensione – entrambi si aspettavano che fosse l’altro ad alzare il piede -, il rampante olandese non le ha mandate a dire nel Team Radio immediatamente successivo all’impatto ed ha non troppo delicatamente definito “mongolo” il canadese. L’espressione utilizzata dal #33, diffusa in mondovisione, non è passata affatto inosservata agli occhi…dei diretti interessati. Mongol Identity, associazione che – come il nome suggerisce – ha lo scopo di proteggere l’identità etnica dei mongoli e di diffondere la conoscenza della loro cultura, ha infatti inviato a Max Verstappen una lettera in cui si dice molto delusa dalla infelice scelta di parole dell’olandese.

“Vogliamo esprimere il nostro disgusto e la nostra profonda preoccupazione di fronte all’utilizzo del termine ‘mongolo’ come insulto – si legge nel comunicato diffuso dall’organizzazione – “Siamo scioccati e delusi dal fatto che la Formula Uno non abbia preso una posizione per opporsi a questa etichetta nonostante la sua valenza storica, e di ciò ne parleremo con gli organi preposti”. Dopo un breve paragrafo in cui viene spiegato il perché questo termine sia stato utilizzato a scopo offensivo nel corso di tutti questi anni, Mongol Identity aggiunge che in diversi paesi del mondo sono attualmente in corso delle campagne volte a evitare che la parola “mongolo” venga usata con una simile accezione negativa, richiedendo per questo le scuse pubbliche di Max Verstappen.

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“Per i motivi da noi esposti, chiediamo che tu (Max Verstappen, ndr) faccia delle pubbliche scuse per rispetto, compassione e gentilezza umana nei confronti dei membri più vulnerabili della nostra società” – prosegue il comunicato di Mongol Identity – “Queste scuse saranno rivolte anche alla comunità internazionale mongola, per la tua mancanza di considerazione circa la complessità e la sensibilità che circonda l’utilizzo della parola ‘Mongolo'”. “Per favore, utilizza la parola Mongolo di nuovo e a voce ancora più alta. Ma fallo nel suo originale e autentico significato“, conclude infine una lettera rimasta finora senza alcuna risposta da parte del #33 della Red Bull.





Tags : f1f1 2020formula 1GP PortogalloMax Verstappenmongol identity
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow