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Info, orari e record: guida al GP del Messico di F1





Rotolando verso Sud. Così cantavano i Negrita qualche anno fa, e così farà il Circus della F1, pronto com’è ad abbandonare gli Stati Uniti per far tappa al meridione, in terra messicana. Sarà infatti il Circuito Hermanos Rodriguez di Città del Messico a fare da scenario al 18° appuntamento stagionale di questo mondiale 2017, quello in cui Lewis Hamilton avrà la possibilità di giocarsi il suo secondo match point nella partita per la conquista dell’iride.

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© Getty Images

Sarà quindi lungo i 4,304 km del tracciato messicano che Sebastian Vettel tenterà di ricucire quello che, a soli 3 GP dal termine, sembra essere un varco incolmabile dalla vetta della classifica. Il tedesco della Ferrari, assieme ai suoi 19 colleghi, dovrà completare 71 giri del circuito Hermanos Rodriguez, arrivando a percorrere complessivamente una distanza di 305,354 km. Sono ben 17 le curve del rinnovato autodromo che sorge ai margini di Città del Messico, delle quali 10 a destra e 7 a sinistra, ma per via di una prima parte del circuito molto veloce i piloti trascorreranno il 57% del tempo sul giro con il pedale dell’acceleratore completamente pigiato, facendo registrare un consumo medio pari ad 1,48 kg/giro. Estremamente stressati, con la Brembo che classifica il circuito messicano come “Very Hard”, saranno invece gli impianti frenanti: il fornitore italiano prevede che i freni verranno utilizzati in media per 16″ ogni giro, vale a dire per il 21% del tempo di gara. La decelerazione media prevista in gara è pari a 3,4 G, mentre le 3 frenate più impegnative per gli impianti frenanti saranno quelle di Curva 1, di Curva 4 e di Curva 12: nella 1 le monoposto passeranno da 354 km/h a 107 km/h in appena 70 m, impiegandoci 2″85 e facendo registrare una decelerazione di 4,2 G, nella 4 si passerà da 337 km/h a 94 km/h in 3″01 ed infine nella 12 si decelererà da 314 km/h a 134 km/h in 52 m ed impiegandoci 1″98, con una decelerazione massima pari a 4 G. Non troppo sollecitato sarà invece il cambio, con l’edizione 2016 del GP che ha fatto registrare mediamente 48 cambiate nel corso di ogni giro, mentre la forza G più elevata in curva la si registra in percorrenza di Curva 9, dove per 1″5 i piloti subiranno 3,1 G laterali. 

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Due saranno le zone di attivazione del DRS, grazie alle quali potranno essere raggiunte velocità massime superiori ai 350 km/h: la prima sarà posizionata sul lunghissimo rettifilo di partenza/arrivo, mentre la seconda verrà messa sul rettilineo che collega Curva 3 a Curva 4. Unico sarà tuttavia il Detection Point, piazzato in uscita delle strettissime curve che trovano posto nello Stadio, che quindi non permetterà a chi ha subito il sorpasso lungo il primo rettilineo di restituire il favore durante la percorrenza del secondo. Ecco perché, nel corso dell’edizione 2016, sono stati messi a segno solamente 25 sorpassi. Elevata è invece, vista la vicinanza dei muretti in alcuni settori della pista, la probabilità di veder scendere in pista la Safety Car, che si attesta infatti addirittura al 100%.

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Per quanto riguarda i record, l’Hermanos Rodriguez nel nuovo layout ha tutti primati messi a segno durante l’era ibrida. Il più rapido in prova è stato finora Lewis Hamilton, che con la W07 Hybrid nel 2016 ha fermato il cronometro sull’1’18″704, mentre in gara è stato il suo ex compagno di squadra Nico Rosberg il più efficace, con il tedesco che l’anno prima, sulla W06 Hybrid, aveva completato un giro in 1’20″521. Torna invece ad appartenere a Lewis Hamilton il record sulla distanza: il #44 ha infatti completato l’edizione 2016 in 1 H 40’31″402. Per 9 volte nel corso della storia del GP del Messico ha trionfato il pilota che partiva dalla Pole Position, mentre chi è riuscito a vincere sull’asfalto dell’Hermanos Rodriguez qualificandosi più indietro nello schieramento si era accontentato della 13^ piazzola di partenza. 

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© Pirelli F1 Press Area

Per quanto riguarda le gomme, la Pirelli anche per il GP del Messico ha deciso di mettere a disposizione di team e piloti le tre mescole più soffici dell’intera gamma, vale a dire Soft, SuperSoft ed UltraSoft, con quest’ultimo compound che oltre a ritrovare la sua tradizionale colorazione viola farà il suo debutto assoluto su questa pista. Il circuito messicano non è particolarmente stressante per gli pneumatici, con un manto poco abrasivo e delle forze laterali al di sotto della media, ed è anche per questo che la UltraSoft è stata la mescola più scelta dai vari piloti, con le uniche eccezioni rappresentate da RedBull e Ferrari. L’unica vera incognita è rappresentata dalle condizioni della pista, che molto probabilmente andranno ad evolversi nel corso del weekend man mano che l’asfalto verrà gommato. Le pressioni minime alla partenza saranno di 21,0 psi all’anteriore e di 19,5 psi al posteriore, mentre gli angoli di camber consentiti saranno -3,50° all’avantreno e -2,00° al retrotreno.

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© Pirelli F1 Press Area

Il GP del Messico, come quello di Austin, verrà trasmesso in diretta sia da SkySport F1 (canale 207) sia dai canali Rai. Ecco tutti gli orari del weekend:

Venerdì 27 ottobre

  • 17:00 – 18:30 -> FP1 | diretta Sky / RaiSport
  • 21:00 – 22:30 -> FP2 | diretta Sky / RaiSport

Sabato 28 ottobre

  • 17:00 – 18:00 -> FP3 | diretta Sky / RaiSport
  • 20:00 -> Qualifiche | diretta Sky / Rai 2

Domenica 29 ottobre

  • 20:00 -> GP del Messico | diretta Sky / Rai 1




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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow