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La Dakar raggiunge il giro di boa: classifica apertissima per Auto e Camion, distacchi poco maggiori per Moto e Quad





Dopo un Day 6 che non ha effettivamente avuto luogo a causa del grande maltempo, la Dakar 2017 si appresta a vivere il suo unico reale giorno di pausa a La Paz, capitale legislativa ed esecutiva della Bolivia che, per non far rilassare troppo i concorrenti, è posta a ben 3640 m di altitudine.

Mancando ancora molto al traguardo della corsa, la giornata odierna difficilmente sarà sfruttata dagli equipaggi esclusivamente per riposarsi: i meccanici effettueranno ai veicoli le necessarie riparazioni, i piloti dovranno analizzare i propri errori e cercare di capire come non ripeterli e dove sia possibile migliorare e i navigatori saranno impegnati a studiare il percorso che porterà i mezzi più resistenti al mondo ad attraversare nuovamente le Ande per ritornare in terra Argentina.

Come è naturale, qualcuno è giunto a metà competizione in condizioni migliori rispetto ad altri e può anche vantare una posizione di alta classifica, tuttavia questa non è una gara in cui ci si possa adagiare sugli allori perché l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Inoltre in molte delle classi di veicoli in competizione la classifica è ancora apertissima, con molti contendenti ancora in lizza per il titolo.

Quindi ecco, in ordine decrescente di distacco tra primo e secondo, la situazione di tutte le categorie dopo una settimana di Dakar.

UTV:

mid-utv

Gli “Utility Task Veichle” sono la classe esordiente di questo Raid e, come era pronosticabile, anche quella in cui il risultato sembra più scontato: difatti, essendovi iscritti solo 8 equipaggi ed essendone tuttora presenti solo 5, la distanza in termini di tempo tra una vettura e l’altra spesso si misura in ore.

Il leader è il brasiliano Leandro Torres con un tempo di 25:22’24” (che includono 5 minuti di penalità), che può vantare su Mao Ruijin il vantaggio, probabilmente incolmabile, di 2:34’04” (ben 1:56′ di penalità per lui) mentre il terzo classificato, Li Dongsheng, è addirittura a 2:47’45” dal sudamericano.

Questa classifica, che sembrerebbe attribuire a Torres la vittoria con una settimana d’anticipo, maschera però una pericolosa verità ovvero la possibilità che, in qualsiasi momento, si verifichi un qualsivoglia problema di affidabilità, anche se questa non ha ancora turbato il mondo degli UTV essendo tutti i ritirati divenuti tali a causa di incidenti.

E non dimentichiamoci che, come avrà sicuramente compreso Mao Ruijin, durante la Dakar le penalità si possono misurare anche in ore.

Di seguito la classifica degli UTV:

tab-utv

Moto:

mid-bike

La corsa che si sta svolgendo all’interno della categoria motociclistica è l’esempio perfetto di come, in un Raid lungo come quello sudamericano, una ventina di minuti di vantaggio possano essere tutt’altro che sufficienti: chiedere a Joan Barreda Bort che, al termine della quarta Tappa, da un vantaggio di oltre 19′ sul secondo è passato ad essere settimo con 41′ di ritardo dal leader penalizzato per aver ignaramente rifornito in zona proibita, malconsigliato dalla sua squadra (nella sua medesima infrazione sono caduti anche i compagni di team).

La prima settimana è stata anche quella del ritiro del defending champion Toby Price, provato da una caduta che gli ha fratturato il femore in quattro parti distinte durante il Day 3, stessa sorte toccata al nostro Alessandro Botturi, che però era già stato messo fuori gara dalle notevoli penalità in cui era incappato.

Al comando nella classe vi è a sorpresa il centauro della KTM Sam Sunderland (che nelle due edizioni disputate non si spinse mai oltre il Day 4), vincitore della quinta Tappa, che vanta un tempo di gara di 15:22’05”, con 12 minuti netti di vantaggio su Pablo Quintanilla (Husqvarna), terzo finale l’anno scorso, che ancora deve assaporare prima vittoria della sua Edizione 2017.

Approssimativamente entro i 20 minuti di ritardo, quindi ancora pienamente in lizza nella categoria che più di tutte ha subito stravolgimenti questa settimana, vi sono anche il 26enne Adrian Van Beveren (Yamaha) a 16’07”, a coronare un podio provvisorio composto da 3 marche diverse, e Gerard Farres Guell (KTM), che paga 20’57” dalla vetta della classifica.

Questi sono coloro che, se non agiranno fattori particolari, si giocheranno la vittoria finale e, udite udite, per tutti e quattro sarebbe la prima volta: a qualcuno verrà il braccino o saranno in grado di tenere l’acceleratore fermo nella propria mano?

Di seguito la Top-10 delle Moto:

tab-moto

Quad:

mid-quad

Anche tra i piccoli Quad non vi è una supremazia di un pilota in particolare per quanto riguarda il primo gradino del podio ma, diversamente dalle Moto, vi è una casa a di sopra delle altre: infatti tutti coloro che ancora possono sperare nella vittoria sono alla guida di un mezzo Yamaha, a stabilire ancora una volta la nella supremazia della casa dei tre diapason sulla concorrenza.

Per quanto riguarda il leader, ancora più che nelle Moto si tratta di un outsider: difatti il francese Simon Vitse, che comanda la classifica con un tempo di 19:32’22” (includente per altro una penalità di 1’30”), non aveva mai preso parte alla corsa in precedenza, rendendo il suo primato ancora più incredibile di quanto non lo sia già, così come il terzo classificato e connazionale Axel Dutrie, che paga 10’35” alla testa.

Tra i due transalpini si classifica il russo Sergey Karyakin, quarto lo scorso anno, con un ritardo di 8’14”, mentre con loro se la gioca anche il quarto, largamente più esperto e vincitore nel 2014 (nonché secondo nel 2013) Ignacio Casale, con 14’36” da recuperare su Vitse.

Dal quinto in poi il distacco inizia a divenire eccessivamente alto, motivo per cui lo scontro per la vittoria sarà probabilmente una questione privata tra questi 4 corridori.

Di seguito la Top-10 dei Quad:

tab-quad

Camion:

mid-truck

Nella categoria di supporto, la supremazia tanto annunciata dei mezzi Kamaz si sta facendo sentire; ciò nonostante a rompere questo equilibrio sono nientemeno che De Rooy/Torrallardona/Rodewald, i defending champion, che con il tempo di 14:06’07” sono stati in grado di mettere il proprio Iveco davanti a tre mezzi russi.

Infatti momentaneamente secondo si trova il trio Nikolaev/Yakovlev/Rybakov, distaccato di soli 2’23” dalla vetta, mentre a 6’36” vi sono i compagni di team di  questi ultimi Sotnikov/Akhmadeev/Leonov.

Infine, anch’esso poco distante, si trova in quarta piazza il Kamaz di Mardeev/Belyaev/Svistunov, lontano già 16’32” dai campioni in carica.

Insomma, se anche in una categoria tendenzialmente considerata minore vi è una battaglia tra mezzi di case diverse ciò non può che essere considerato un bene per questo sport e per questo ambiente, quello della corsa sudamericana, che accende i riflettori del grande pubblico solo una volta l’anno.

Di seguito la Top-10 dei Camion:

tab-camion

Auto:

mid-car

Veniamo finalmente a quella che storicamente è la Classe Regina della Dakar, ovvero quella automobilistica.

Tra i corridori che si erano schierati ai nastri di partenza, ve ne sono molti che non sono neanche riusciti a raggiungere La Paz, e tra questi ci sono anche alcuni che erano considerati seri pretendenti al titolo: due tra tutti il qatariota Nasser Al-Attiyah e lo spagnolo Carlos Sainz.

Tuttavia i talenti ancora in competizione sono moltissimi, e la battaglia per la vittoria finale è aperta come non mai: in testa vi è il defending champion e 12 volte vincitore Stephane Peterhansel che, con un tempo di 14:02’58”, può permettersi di guardare tutti dall’alto come spesso gli è accaduto in carriera

La corsa però è ben lungi dall’essere conclusa perché il 9 volte campione del mondo WRC Sebastien Loeb, connazionale e compagno di team di Peterhansel in Peugeot, è lontano solamente 1’09”dal leader, uno schiocco di dita per i parametri della Dakar, corsa in cui un errore si può pagare in decine di minuti se non in ore.

Subito dietro vi è poi il 5 volte vincitore Dakar, nonché terzo francese sulla terza Peugeot, Cyril Despres (+4’54”) mai così vicino alla vittoria a bordo di un mezzo a quattro ruote, lui che sulle moto ha fatto la storia a cavallo tra gli anni 2000 e 2010.

Vicinissimo al podio giace l’unico ancora con grandi chance di vittoria che non risponda all’identikit di francese su auto francese, ovvero lo spagnolo Nani Roma (+5’35”) su Toyota, che peraltro è anche il meno titolato tra i quattro nominati avendo vinto “solo” 2 Dakar (2004 in moto, 2014 in auto).

Essendo il quinto ben lontano da questo quartetto (Mikko Hirvonen, Mini, +42’21”), è molto probabile che il vincitore finale sia da stabilire tra i membri di questa ristrettissima èlite che, in maniera opposta a quanto sta accadendo in molte altre classi, è composta da campionissimi già assolutamente affermati. Ciò non riduce però l’imprevedibilità che una competizione come quella in atto è impossibilitata a negare per sua struttura intrinseca, e che rende impossibile, fino all’ultimo metro, stabilire che raggiungerà la gloria.

Chissà, a vincere potrebbe essere anche la PanDAKAR, ovviamente in corsa con obiettivi ben diversi, che al momento è 56esima a 32:50’23” (di cui 6h di penalità) da Peterhansel oppure la Ford magistralmente pilotata dall’invalido, che tuttavia non pare essere tale, Gianluca Tassi, 45esimo con 23:57’42” di ritardo (nonostante 11h di penalità), al momento autori di imprese al limite del soprannaturale in piena coerenza con lo spirito originario della Dakar.

Di seguito la Top-10 delle Auto:

tab-auto




Tags : DakarDakar 2017Dakar Rest Day
Michele Nicolini

The author Michele Nicolini

Nasco in Liguria durante il GP di Spa 1998 e, come era prevedibile, dimostro fin da subito una grande passione per qualsiasi cosa abbia delle ruote e un motore indipendentemente dalla categoria. Su Fuori Traiettoria mi occupo del mondo rallistico ma non solo, occasionalmente trattando altri ambiti.