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Presentata la nuova Sauber C36: prima analisi della monoposto di Ericsson e Wehrlein





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E due. Dopo le prime immagini della Williams FW40 finite sul web grazie ad un video diramato da Autosport.com, stamattina è toccato alla Sauber togliere i veli alla monoposto di F1 che Marcus Ericsson e Pascal Wehrlein utilizzeranno nel corso della stagione 2017.

La Sauber C36, così come la Williams, in questa sua prima apparizione ufficiale non appare come qualcosa di estremamente innovativo, ma piuttosto come un discreto adattamento al nuovo Regolamento Tecnico di una vettura che, a scanso di clamorose sorprese, dovrebbe lottare per posizioni di rincalzo. Risaltano subito agli occhi l’ala anteriore a freccia – con il musetto che, come la passata stagione, ha mantenuto quella protuberanza ideata per fargli rispettare l’altezza minima da terra -, il fondo piatto molto largo con i deviatori di flusso che lo avvolgono pressoché interamente, la vistosa “pinna” posizionata sul cofano motore e l’ala posteriore abbassata ed inclinata rispetto a quanto visto nel corso del 2016.

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Presentata in una livrea azzurra, bianca ed oro celebrativa dei 25 anni della scuderia, la C36 ad uno sguardo più attento rivela poi qualche ulteriore dettaglio di sé. L’ala anteriore, rispetto a quella della Williams FW40, seppure in questa sua prima uscita ufficiale sembra essere leggermente più elaborata, con la presenza di due elementi che salgono verticalmente, uno dei quali lega alla paratia laterale dell’ala una superficie alare orizzontale – quella color oro – piuttosto ampia, se confrontata con quella di cui dispone la vettura di Grove. Anche qui poi, come sulla FW40, le appendici alari seguono l’andamento a freccia del profilo principale, con il vortice Y250 – quella che si genera orizzontalmente grazie all’ala a partire dalla zona centrale, quella neutra – che resterà, seppure in maniera leggermente minore, all’interno degli pneumatici mentre i flussi della endplate dovrebbero essere indirizzati maggiormente all’esterno delle gomme anteriori e non più all’interno delle stesse come accadeva nel 2016. In attesa di un’illuminazione migliore, inoltre, sembra che il fondo piatto della monoposto elvetica sia anch’esso piuttosto elaborato: le estremità non sono del tutto lineari, ed all’altezza delle pance si nota come ci sia una sorta di smussatura, appena dietro a quella che sembra essere un’ulteriore paratia dietro i deviatori di flusso – dalle dimensioni parecchio generose – posti davanti le pance, che a loro volta presentano delle prese d’aria molto ristrette e che raggiungono la massima ampiezza permessa dal regolamento solamente nella parte superiore. Davanti agli pneumatici posteriori si notano poi diverse aperture del fondo, che unite a dei piccoli deviatori di flusso avranno il compito di ripulire i flussi d’aria prima che arrivino al diffusore. Seppur coperta dall’enorme Pirelli, l’ala posteriore presenta sulle paratie laterali, oltre a 3 aperture nella parte inferiore ed un disegno particolare nella zona superiore, la stessa svasatura che ha la SF15-T Mule, mentre il profilo principale non sembra avere un andamento così decisamente “a cucchiaio” come la FW40, con la quale condivide però sia il piccolo incavo a V nella parte centrale sia l’elemento di supporto che la lega al cofano motore.

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Cofano motore che mostra una vistosa pinna, le cui dimensioni potrebbero però essere concretamente minori di quanto l’occhio non riveli a causa di una “fasciatura” maggiore della PU – che ricordiamo sarà l’ultima versione del motore Ferrari 2016 -, che più che ad un aumento della pinna potrebbe aver condotto ad una riduzione delle dimensioni del cofano motore stesso. PU che vedrà arrivare forse una maggiore quantità d’aria, visto che l’airbox è stato diviso in due sezioni differenti – una dedicata all’ERS ed una dedicata al motore termico – riprendendo una soluzione di scuola Mercedes. La zona della Coca-Cola della C36 è molto rastremata, il che fa pensare ad uno spostamento delle masse radianti, forse poste in una posizione leggermente inclinata, nella zona anteriore delle pance, un po’ sulla falsariga di quanto accaduto con la SF16-H della quale condivide per l’appunto il motore. Assieme ai deviatori di flusso a ponte posizionati vicino alle pance – una soluzione di chiara scuola RB -, vicino alla testa del pilota si notano delle piccole paratie verticali, il cui compito sarà quello di indirizzare verso la coda della vettura i flussi d’aria “sporcata” dalle turbolenze generate dal casco del pilota, sfruttando al meglio l’effetto Coanda a tutto vantaggio dell’efficienza aerodinamica. Manca infine, in questa prima versione, un S-Duct, che invece era apparso sulla FW40 destando non poco interesse.

Come detto in apertura di articolo, la C36 sembra essere a prima vista un discreto adattamento al nuovo diktat regolamentare del 2017. Vedremo cosa riusciranno a tirarne fuori Marcus Ericsson, Pascal Wehrlein e – viste le condizioni di salute di quest’ultimo – forse Antonio Giovinazzi nei Test di Barcellona prima e nel corso della stagione poi.

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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow