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Rivoluzione WEC: doppia 24 Ore di Le Mans e addio alla distinzione tra LMP1 ibride e non ibride





L’addio anticipato di Audi. Una 24 Ore di Le Mans che ha rischiato di veder vincere una LMP2 all’esordio. L’altro addio, forse ancora più doloroso, di Porsche, del marchio più vincente nella storia della classica de La Sarthe. Fare finta che tutti questi elementi non raccontassero la storia di una serie in crisi, probabilmente, avrebbe sancito la fine del FIA WEC. Il Mondiale Endurance, in crisi di visibilità a causa del ritiro di Case ufficiali così importanti, in crisi di credibilità per la presenza di un solo costruttore – la Toyota – in quella classe LMP1-H che rappresentava il fiore all’occhiello del campionato, aveva bisogno di un cambiamento, di un rinnovamento. Che però, probabilmente, nessuno si aspettava così profondo. 

© FIA WEC
© FIA WEC

Perché le prossime stagioni del World Endurance Championship, con quelle del recente passato, avranno in comune davvero poco. A partire dal calendario ufficiale, che a cominciare dalla prossima stagione vedrà disputarsi il Campionato nell’arco di due anni solari. Non si parlerà più dunque di “stagione 2017”, ma di “stagione 2018/2019”, di “stagione 2019/2020” e via dicendo. Il tutto, con la 24 Ore di Le Mans che diventerà la gara conclusiva del Mondiale. O meglio, con la seconda 24 Ore di Le Mans che diventerà la gara conclusiva del Mondiale.

Sì, avete letto bene. A partire dal prossimo Campionato, in una stagione del FIA WEC ci saranno alcune corse che verranno disputate due volte. E, tra queste, figura la grande classica del La Sarthe. Stando al calendario che si legge nel comunicato ufficiale del Mondiale Endurance – per la cui approvazione definitiva è necessario il parere del World Council della FIA -, la stagione 2018/2019 del WEC avrà inizio il 5-6 aprile 2018, quando tutti i team della serie si ritroveranno al Paul Ricard, in occasione del Prologo, per svolgere 36 ore di test collettivi. Dopodiché dimenticate la 6 Ore di Silverstone: la prima gara della stagione, che andrà in scena il 4 e 5 maggio, sarà la 6 Ore di SPA-Francorchamps. Una volta fatto tappa in Belgio, il 16 e 17 giugno si terrà la prima 24 Ore di Le Mans, che sarà seguita da addirittura 4 mesi di pausa. Solamente ad ottobre riprenderanno infatti le ostilità, con la 6 Ore del Fuji che andrà in scena il 13 ed il 14 ottobre e la 6 Ore di Shanghai che si terrà invece il 3 ed il 4 novembre. A questo punto, oltre a Silverstone ed al Nurburgring, dimenticate anche l’Autodromo Hermanos Rodriguez ed il Sakhir International Circuit: dopo l’appuntamento di Shanghai il FIA WEC andrà infatti in letargo per tutto l’inverno, a campionato ancora in corso. Poi, nel 2019, i contendenti al titolo del Mondiale Endurance torneranno a darsi battaglia a febbraio, ma per ora data e luogo di questo evento rimangono ancora da confermare. Quel che è certo però è che il 15 ed il 16 marzo ci sarà il ritorno nella serie della 12 Ore di Sebring, che si terrà durante lo stesso weekend della gara dell’IMSA ma che sarà una corsa autonoma rispetto alla classica americana di durata: le vetture del WEC prenderanno infatti il via due ore dopo la conclusione della corsa valida per la serie a stelle e strisce, lasciando così ben distinti i due campionati. Dopo Sebring, sarà di nuovo la volta della 6 Ore di SPA-Francorchamps, che per la seconda volta nell’arco della stagione ospiterà il WEC – stavolta il 3 ed il 4 maggio -, ed infine il Mondiale Endurance si concluderà con la seconda 24 Ore di Le Mans, in scena il 18 ed il 19 giugno. 

Questa “super stagione”, composta da 8 gare disposte nell’arco di ben 18 mesi4 gare saranno disputate nel 2018 ed altre 4 nel 2019 -, secondo i vertici della FIA potrà essere disputata da tutti i team con lo stesso budget che ora è necessario per completare una stagione corsa in un unico anno solare, e anzi è prevista una diminuzione dei costi grazie a delle spese logistiche più contenute. A partire dalla stagione 2019/2020, inoltre, il numero degli appuntamenti stagionali verrà ridotto da 8 a 7, per quella che FIA ed ACO ritengono sia “la velocità di crociera” per un campionato come il WEC e per un numero di gare che, sempre secondo i calcoli empirici finora svolti, dovrebbe comportare un risparmio del 20% annuo per tutti i team di LMP2, la serie più in forma in questo momento storico del Mondiale Endurance.

© FIA WEC
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Che ovviamente, per tentare di assicurarsi una sopravvivenza, non poteva esimersi dal ritoccare il regolamento della sua classe regina, quella LMP1 orfana di competitor che dovrà attendere il 2020 prima di veder entrare in vigore il nuovo Regolamento Tecnico. Infatti, con la sola Toyota a tenere alta la bandiera dei prototipi ibridi, è stato deciso che nella stagione 2018/2019 – esplicitamente definita “di transizione” nel comunicato ufficiale diramato dal FIA WEC ieri sera – verrà unificata la categoria, che perderà quindi quella distinzione tra prototipi ibridi e non ibridi che l’aveva contraddistinta nel suo recente passato. Dimenticate poi – almeno in teoria – la presenza di gap prestazionali così evidenti come quelli visti nel corso degli ultimi anni tra LMP1 ibride e non ibride. Nel tentativo di rendere più avvincente la serie è stato infatti deciso che verrà pensato un Regolamento Tecnico provvisorio in grado di pareggiare il più possibile le prestazioni velocistiche tra i prototipi ibridi e quelli non ibridi, ai quali ad esempio potrà essere concesso l’utilizzo di tecnologie precluse a quelle che saranno le eredi delle attuali LMP1-H. La potenza tra le due tipologie di vetture dovrà essere il più simile possibile – anche se i vantaggi in termini di consumo dati dalla presenza dell’ibrido saranno difficili da compensare -, e sarà concessa una maggiore libertà di scelta circa i motori ed i telai da utilizzare, fermo restando che per tutti verrà imposto il rispetto dei parametri della classe LMP1. Qualora poi dovessero esserci sulla griglia di partenza motori turbo e motori aspirati, il Regolamento Tecnico opererà per cercare di ottenere una sorta di equivalenza tecnologica prima e di potenza poi tra le due tipologie di motore.

La 24 Ore di Le Mans quest’anno, stando a quello che si sente in giro nel corso delle ultime ore, pare aver convinto i vertici di FIA ed ACO che la tecnologia ibrida, pur equipaggiando le vetture più veloci della serie ed occupando quindi una sorta di posto d’onore nel Mondiale Endurance, non debba essere considerata una condizione d’esistenza della classe LMP1. Soprattutto alla luce del fatto che erano proprio il costo di realizzazione e la complessità dei sistemi ibridi attuali a far desistere numerosi marchi dall’entrare nel FIA WEC. La speranza congiunta di FIA ed ACO è che adesso, con un Regolamento che in linea teorica dovrebbe permettere di avere fianco a fianco – e soprattutto con lo stesso livello di competitività – costosissimi prototipi ibridi e ben più economici prototipi non ibridi, possano decidere di partecipare al Mondiale Endurance anche Case che, nel recente passato, si erano avvicinate alla serie salvo poi rinunciare per via dei mostruosi budget richiesti. E in più, con un calendario che per ben due volte nell’arco della stessa stagione mette uomini e mezzi di fronte alla sfida sovrumana della 24 Ore di Le Mans, FIA ed ACO puntano a recuperare un po’ della visibilità che inevitabilmente gli addii ravvicinati di Audi e Porsche avevano contribuito a far scemare.

© FIA WEC
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“Sono contento dei nuovi cambiamenti e con il nuovo programma del FIA WEC” – ha detto il presidente della FIA“Sono soluzioni che secondo me permetteranno a questa importante disciplina del motorsport di avere un nuovo inizio. Un entusiasmo, quello di Jean Todt, a cui fa poi eco quello di Pierre Fillon, presidente dell’ACO. “Molte decisioni fondamentali per il futuro del WEC sono state prese in un lasso di tempo brevissimo” – ha infatti dichiarato il vertice dell’Automobile Club de l’Ouest“Con il supporto dei nostri amici dell’IMSA siamo anche riusciti a riportare il Mondiale Endurance a Sebring, e sono felicissimo di ciò. Grazie a tutte queste decisioni, siamo fiduciosi di vedere una griglia nutrita e molto competitiva per la prossima stagione. Stiamo già discutendo con diversi costruttori e team privati che stanno seriamente prendendo in considerazione di entrare nella classe LMP1 a partire dalla stagione 2018/2019, ed era ciò che ci serviva. LMP2 e GTE godono infatti già di una buona salute”.

Svanite dunque all’improvviso tutte le fosche nubi che da mesi ormai si assembravano sul futuro del WEC? Chissà. Solamente il futuro saprà dirci se questa sorta di rivoluzione attuata dai vertici di FIA ed ACO sia riuscita a risollevare le sorti di una serie che, in poco più di un anno e mezzo, ha perso davvero tantissimo. E che, tra l’altro, rischia di perdere ancora qualcos’altro: perché è proprio di ieri la notizia che la Toyota, l’ultima delle LMP1, deciderà ad ottobre se continuare o meno il proprio impegno nel Mondiale Endurance…





Tags : fia wecfia wec 2018/2019mondiale endurancewecworld endurance championship
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow