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Come di consueto, ogni team porta lievi adattamenti o pacchetti rivoluzionari per adattarsi ai singoli tracciati. Nel corso di questo weekend, molti hanno giocato sulle ali posteriori.

Mercedes

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Nuova T-Wing per Mercedes, tradizionale aggiornamento che viene portato assieme all’ala posteriore più carica qui in Ungheria.

Alfa Romeo Sauber

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Nuova T-Wing con un’appendice nella parte laterale inferiore anche per Alfa

Renault

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Lievi aggiornamenti anche per Renault, ala posteriore da alto carico andando ad abbandonare la conformazione a “cucchiaio”

Red Bull

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Interessante questo particolare aggiornamento nella presa d’aria dei freni posteriori: è il primo convogliatore che adotta questa forma inusuale.

Anche per Red Bull spuntano poi una nuova ala posteriore ed una nuova T-wing.

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Particolare interessante è anche il fatto che Albon e Verstappen stiano provando due diverse configurazioni di fondo ed endplate nell’ala posteriore.

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Red Bull sta anche provando la vecchia configurazione del muso, tornando a quella passata dei test. Probabilmente l’evoluzione non ha dato i risultati sperati.

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Ferrari

Ala posteriore tradizionale da alto carico anche per la rossa. Pare invece non sia stata portata la nuova configurazione dei radiatori che era stata annunciata per questo weekend.

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McLaren

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Modifica in stile Alfa Romeo anche per la T-Wing McLaren

In questo weekend, specialmente durante le FP1, si sono viste anche spesso le “trecce di Berenice” sbucare ai lati delle ali posteriori. Questa condizione particolare avviene in presenza di un’aria ricca di umidità (non è raro infatti vederle in situazioni di pioggia, ad esempio), ma vediamo nel dettaglio cosa sono e perché sono così utili nella comprensione del funzionamento aerodinamico.

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L’aria ricca di umidità diventa visibile quando si ha un aumento di pressione, proprio come avviene nei vortici visualizzati sopra. Si forma quindi un vortice interamente composto dalla condensa dovuta all’umidità presente nell’ambiente. I vortici – come noto – non possono essere visti ad occhio nudo. Si utilizzano per questo ad esempio le vernici Flow-Viz, quelle fluorescenti che vediamo spesso dipingere le vetture in modo apparentemente disordinato durante i test.trecce

Le trecce di Berenice (nome attribuito dagli aeronautici), consentono quindi di visualizzare il movimento dei flussi, ed i team di Formula Uno investono anche risorse nel cercare di fotografare i movimenti di esse persino nei team avversari.

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Trecce di Berenice su un telaio Red Bull




Tags : Analisi Tecnicaf1f1 2020formula 1gp ungheria
Christian Falavena

The author Christian Falavena

Classe '99, appassionato di tutto ciò che va forte e fa rumore, introdotto alla passione per le 4 ruote dal padre. Seguo il mondiale di Formula Uno dal 2007, leggo e scrivo di tecnica dal 2017. Musicista a tempo perso e già perito meccatronico industriale, ora aspirante ingegnere meccanico presso l'Università degli Studi di Ferrara, in cui sono Team Leader nel programma Formula Student.