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E’ stato Valtteri Bottas a tagliare per primo al traguardo al termine dei 53 – anzi pardon, 52 – giri previsti per il GP del Giappone. Il #77, favorito in questo successo da una partenza ben poco esaltante tanto di Sebastian Vettel quanto di Charles Leclerc, è tornato alla vittoria dopo diversi mesi di astinenza, correndo bene e riuscendo ad avere anche la meglio sul sempre agguerrito Lewis Hamilton. Sarà stato dunque il finnico il migliore in pista? Oppure c’è qualcuno che ha saputo fare meglio di lui?

© Mark Sutton / LAT Images / Pirelli F1 Press Area
© Mark Sutton / LAT Images / Pirelli F1 Press Area

VALTTERI BOTTAS – 9. Davanti ad Hamilton per tutto il weekend, sfrutta la partenza fasulla delle SF90 per agguantare una prima posizione che, valzer dei pit stop escluso, mantiene fino alla bandiera a scacchi. La vittoria, ad onor del vero, per via della seconda sosta a cui viene chiamato il #44 a causa di un presunto eccessivo degrado delle Medium (parzialmente smentito da Hamilton stesso) appare un po’ come un contentino per la stagione da fido scudiero disputata, ma bisogna ammettere che il finlandese in Giappone ha corso bene e quindi il voto alto è più che meritato.

SEBASTIAN VETTEL – 7,5. Continuano le prestazioni positive del tedesco. Ottimo in qualifica, costante in gara nonostante una SF90 che sul passo gara ha pagato non poco nel confronto diretto con le W10 e freddo nel tenersi Hamilton alle spalle nei giri finali, sulla sua pista preferita ha mostrato lampi del Vettel ammirato in tante gare del recente passato. L’errore in partenza, tuttavia, ha un peso specifico importante: vista la fatica fatta dal #44 una volta finito nella sua scia, infatti, viene da chiedersi come sarebbero andate le cose se Bottas non avesse avuto strada libera sin dal primo passaggio…

LEWIS HAMILTON – 7. Pur non essendo apparentemente l’Hamilton irresistibile di parecchie domeniche, il #44 stava per mettere le mani anche su un altro successo. Gabbato da Bottas in qualifica, con un ritmo gara forsennato ed una gestione oculata delle gomme stava imbastendo un’altra vittoria finché, ora che i giochi per il titolo sono praticamente chiusi, il team non lo richiama all’ordine per lasciare che sia Bottas a trionfare. Dopo un dominio come quello del 2019, può anche permettersi questo.

ALEXANDER ALBON – 7,5. Stesso tempo del maggiormente acclamato Verstappen in qualifica, ottimo 4° al termine del GP di casa del suo motorista. Il #26 sta crescendo passo dopo passo, ed iniziando a non soffrire neppure troppo il confronto diretto con il #33 sta sicuramente cercando di porre le basi per una riconferma in Red Bull anche per il 2020. Avrebbe meritato un 8, ma l’entrata su Norris era da penalità e quindi, per quel poco che conta, dove non intervengono i giudici tolgo mezzo voto io.

CARLOS SAINZ – 8. Alcuni continuano a sostenere che lui si limiti a fare il compitino, ma con l’attuale McLaren chiudere a 10″ da una Red Bull non è una roba così semplice come si possa pensare. Davanti a Norris in qualifica, non sbaglia nulla e artiglia un 5° posto che conferma l’ottimo stato di forma della monoposto di Woking. 8 – e non almeno mezzo voto in più – perché forse anche stavolta si è tirato fuori troppo presto dalla lotta con Hamilton al via.

DANIEL RICCIARDO – 9. 16° al via, 6° al traguardo: serve altro per far capire di che gara si sia reso protagonista l’australiano? Credo di no. Non si perde d’animo nonostante un problema al retrotreno della sua R.S. 19 gli complichi la vita nelle qualifiche, sfrutta una strategia basata su un primo stint con le Medium e risale la classifica mettendo a segno anche degli ottimi sorpassi. Ora come ora la Renault più di questo non riesce ad offrirgli, ma lui è bravo nel rispondere presente quando serve.

CHARLES LECLERC – 5. Parte male, viene giudicato colpevole dell’incidente con Verstappen in Curva 2 (effettivamente in quel momento era alle spalle del #33), crea scompiglio nei primi giri perdendo carbonio qua e là e la sua rimonta, per quanto appaia entusiasmante, va in scena solamente su auto di seconda fascia. Dopo una serie di ottime prestazioni, il #16 accusa una leggera flessione tornando a “ciccare” un fine settimana. E non credo sia un delitto ammetterlo.

PIERRE GASLY – 7. Viene da chiedersi dove sia finito il #10 tanto bistrattato durante i primi mesi trascorsi in Red Bull. Approda piuttosto agilmente nella Q3, lotta contro chiunque, gestisce bene le gomme e, grazie ad un buon passo gara, chiude meritatamente nella zona punti. Anche lui, come Albon, meriterebbe 8, ma la difesa che porta al ritiro di Perez è quantomeno sopra le righe. Dunque, come nel caso del #23, dove non intervengono Kristensen e compagni intervengo io, per quanto poco possa contare.

SERGIO PEREZ – 8. Imita Daniel Ricciardo nella furibonda rimonta dalle retrovie, e dunque il voto non può che essere parecchio alto anche nel suo caso. Scattato 17°, grazie all’ottima strategia adottata dal team si ritrova con delle Soft fresche nei momenti in cui, attorno a lui, tutti gli altri soffrono. Chiude meritatamente 9° una domenica che, viste le qualifiche, pareva impossibile da raddrizzare.

NICO HULKENBERG – 7. Lui sostiene di essere soddisfatto per come sia riuscito a chiudere 10° un GP in cui era scattato dalla 15^ casella, ma è inevitabile fare un confronto diretto con la corsa condotta da Ricciardo. Il #27 infatti scatta benissimo, nel complesso corre altrettanto bene, ma il compagno di team gli scattava alle spalle e gli finisce piuttosto davanti. Ergo il voto non può che risentire di ciò.

LANCE STROLL – 6. Non combina disastri, cerca di difendersi come può da chi lo attacca con gomme più fresche delle sue (Stroll è uno dei pochi ad optare per una strategia ad una sola sosta), ma anche nel caso del giovane canadese vale quanto detto per Hulkenberg: il suo compagno di team, che gli partiva ben dietro, transita sotto la bandiera a scacchi prima di lui. E la gara del #18 non può dunque che essere drasticamente ridimensionata.

DANIIL KVYAT – 5,5. Sostiene di aver avuto un ottimo passo gara durante tutto l’arco del GP, ma la classifica racconta di sole due posizioni guadagnate rispetto ad una poco esaltante 14^ posizione di partenza. Stavolta subisce in maniera piuttosto netta il confronto con Gasly, ed il fatto che il francese sia in zona punti e lui no non è affatto un caso.

LANDO NORRIS – 6. Sfortunato, tanto quando parecchi detriti dell’altrui crash iniziale finiscono proprio nei condotti di raffreddamento dei suoi freni quanto nel momento in cui Albon lo colpisce mentre si accingeva a rientrare anticipatamente ai box. Tra il tempo perso nelle prime fasi ed una monoposto danneggiata, il #4 viene spedito indietro in classifica in un GP in cui, visto il risultato di Sainz, la zona punti era un obiettivo ampiamente alla sua portata.

KIMI RAIKKONEN – 5. Nel complesso, sebbene la classifica finale racconti una realtà diversa, Iceman è ancora una volta più lento di Giovinazzi sia in qualifica che in gara. 13° al via, chiude 14° un GP in cui lamenta una mancanza di bilanciamento nel corso dei primi due stint. Il problema però pare essere un altro: perché sia lui che Alfa Rome Racing sembrano aver tirato i remi in barca da un po’ di gare a questa parte?

ROMAIN GROSJEAN – 5. L’ottima 10^ piazza conquistata in qualifica lascerebbe presagire una gara positiva, ma una partenza terrificante costringe l’#8 a tentare – ancora una volta – una rimonta dalle retrovie. Invischiato nel traffico di centro gruppo, perde troppo in fretta contatto con il treno buono per la zona punti, ed in preda ad una Haas che in gara è tutt’altro che eccezionale non può far altro che accontentarsi della 15^ posizione.

ANTONIO GIOVINAZZI – 6,5. Sì, più di Raikkonen. E no, non perché è italiano. Più veloce in qualifica del #7 nonostante la minima conoscenza del circuito – Antonio ha perso tutte le FP1 per via di un problema tecnico – ancora una volta viene tenuto fuori ad oltranza con delle gomme ormai sfinite, che in alcune fasi lo portano a girare addirittura 3″ al giro più lento di Iceman. La sua seconda sosta sapete quando viene effettuata? A 3 giri dalla bandiera a scacchi. Dunque, sinceramente, se Alfa Romeo Racing continua con queste scelte scellerate la colpa di certo non è del #99.

KEVIN MAGNUSSEN – 5. L’errore che commette in qualifica pesa come un macigno sull’economia del suo weekend. Costretto a partire dal fondo ed in preda anche lui di una VF-19 il cui ritmo gara è tutt’altro che esaltante, il #20 nonostante risalga addirittura fino alla 12^ piazza al via non può far altro che scivolare mestamente indietro in classifica man mano che i giri passano.

GEORGE RUSSELL – 6,5. Mezzo voto in più solo perché sono appena 20 i millesimi che in qualifica non gli consentono di mettersi dietro Sergio Perez, ma nel complesso il fine settimana nipponico del #63 non è così esaltante. E’ vero, ha una Williams, ma questa volta davvero non riesce a far altro che attendere che i 53 giri previsti scorrano via.

ROBERT KUBICA – 6. Sbatte in qualifica, è l’unico pilota ad essere doppiato due volte in gara, ma le condizioni in cui lo mette la Williams sono forse le peggiori in cui un pilota desidererebbe trovarsi. Spezzo quindi una lancia a suo favore e gli do mezzo voto in più, perché non sappiamo cosa di buono – compatibilmente con la velocità della Williams – il polacco avrebbe potuto fare con l’ala che tanto gli piaceva.

MAX VERSTAPPEN – 7. Non tanto per la qualifica (il suo tempo viene infatti pareggiato al millesimo da Albon), quanto per la partenza al fulmicotone che gli aveva permesso in pochi metri di liberarsi sia di Hamilton che di Leclerc. Poteva concretamente lottare per il podio, ma l’incidente con il #16 gli danneggia troppo l’auto e pone anticipatamente la parole “Fine” sulla sua gara costringendolo al ritiro. Peccato.





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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow