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Una strada ad una sola corsia circondata da muretti è sicuramente un punto di sorpasso migliore di quanto non lo sia il tracciato di Sochi. Eppure, pur non vedendo neppure un sorpasso, qualche spunto per l’Ignoranza c’è stato anche in questo weekend. E lo trovate condensato qui, nelle Pagelle Rimappate del GP di Russia. Buona lettura, come sempre.

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VALTTERI BOTTAS – 81. La svolta del suo weekend è quando Hamilton decide di regalargli un orologio che lui definisce “Perfetto per Valtteri”. Bottas pensava fosse per via della precisione, ed invece era perché era rimasta solamente una lancetta: quella dei secondi. Il #77 infatti si imbestialisce a tal punto da far guadagnare a suon di calci alla sua W08 almeno 50 CV in più, con i quali in partenza toglie adesivi, vernice e dignità a Vettel e poi in gara rompe 8 volte il muro del suono. Merito della sua prestazione va comunque a Nico: è stato infatti il #6 a consigliarli di sfruttare la Russia per lanciare la propria offensiva sul #44, imitando una grande operazione militare del passato, il cui nome in codice era stato adattato per l’occasione. OPERAZIONE BARBAROSBERG

SEBASTIAN VETTEL – 1943. La sua prima posizione in griglia dura quanto un adolescente durante una notte con Emily Rataquellocheè, e da buon tedesco in terra russa con qualcosa di US si trova malissimo, ma non appena monta le SS è pronto a seminare il panico. Si lascia andare ad un gesto di stizza nei confronti di Massa nella parte conclusiva della gara, ma ha subito pronta la giustificazione. Pare infatti abbia spiegato ai giornalisti che quel dito medio servisse solamente a far capire al buon Felipe di che marca fosse il nuovo cancello automatico di casa Vettel. FAAC YOU

KIMI RAIKKONEN – 69. Si galvanizza subito non appena nota che in Russia nell’aria ci sia etanolo al posto dell’anidride carbonica. Poi però prima delle qualifiche confonde la sua borraccia con quella di Resta, e mentre il buon Simone va in coma etilico ritrovandosi a blaterare di regolazioni alla lunghezza del mento che costituirebbero un Regolamento, lui fa una sorsata proprio prima dell’ultima curva del suo giro in Q3 e sentendo l’acqua in bocca gli viene un conato di vomito che lo porta fuori pista. Eccezionale poi in gara quando dimostra di non avere la minima idea di dove si trovi o di cosa stia facendo, confondendo i piloti più di quanto sia solito fare Mazzoni. C’è comunque da segnalare la preoccupazione di Minttu, che non appena ha sentito dire che Iceman era in difficoltà nel capire le posizioni gli ha fatto arrivare una versione personalizzata di un noto libro asiatico che pare sia un toccasana per queste situazioni. KIMISUTRA

LEWIS HAMILTON – 36″. Nel momento in cui leggete le sua pagella, a Luigino mancheranno ancora un paio di giri per tagliare il traguardo del GP della Russia. Più a disagio a Sochi di un vegano davanti ad un reparto macelleria, si lamenta per un surriscaldamento della sua macchina che a suo dire gli avrebbe compromesso la gara. Pare invece che, dopo l’ennesima notte brava, sia stato il suo team ad aumentare volontariamente la temperatura della sua PU cercando in questo modo di dargli un avvertimento. Chissà se il #44 ha capito che la sua squadra utilizzava solamente gradi Celsius per fargli capire, non usando l’altra unità di misura, che non dovesse più rimanere fuori fino a tardi. NON FARENIGHT

FELIPE MASSA – 2008. Grazie alla sua fida Williams, munita come sempre del carico aerodinamico di un Rollerblade, riesce nella non facile impresa di superare un Sukhoi dell’aviazione russa che sorvolava il circuito di Sochi durante le qualifiche. Eccezionale nella fase finale di gara, quando fa convertire al Glockenesimo mezzo milione di ferraristi non facendo capire a Vettel dove potesse superarlo. Non si vedeva una Williams favorire una Mercedes in questo modo da parecchio tempo, ma la canzone dei Beatles che Massa scimmiottava nel Paddock all’indirizzo di Bottas fa capire come, per un aiuto simile, bastasse solamente trasferire il direttore tecnico da Brackley a Grove. ALL YOU NEED IS LOWE

LANCE STROLL – 360°. Delude profondamente le aspettative del mondo intero quando interrompe dopo sole 3 gare la striscia di ritiri consecutivi, riuscendo addirittura a vedere la bandiera a scacchi nonostante un cosplay accuratissimo delle piroette di Carolina Kostner una volta oltrepassato il palaghiaccio. Comunque lotta talmente tanto con la sua Williams al punto che molti addetti ai lavori pare abbiano tratto ispirazione dalle battaglie di Leningrado e Stalingrado per coniarne una nuova, che starebbe ad indicare quello che molti addetti ai lavori pensano circa il suo forse prematuro approdo nel mondo della F1. “BATTAGLIA DI NONSEIINGRADO”

DANIEL RICCIARDO – 7. Su una pista in cui il carico aerodinamico torna utile come una forchetta per mangiare il brodo di pollo, Ricciardo era comunque intenzionato a a dare battaglia, quantomeno per non finire di nuovo dietro all’Olandese Poppante. Invece ha giusto il tempo per partire in maniera indegna e ritrovarsi in vergognesima posizione prima che il suo freno decida di candidarsi ad entrare nell’arsenale russo esplodendo con dovizia. Pare comunque che abbia pronunciato talmente tante bestemmie una volta sceso dalla macchina che la nazionale australiana, visto il luogo, lo abbia contattato per inserirlo nell’elenco degli atleti che prenderanno parte ad una nuova tipologia di giochi olimpici blasfemi. OLIMPIADI INFERNALI

FERNANDO ALONSO – 400. Che è la distanza in metri che mediamente riesce a coprire in un weekend di gara sulla sua auto. Qualcuno nel paddock sta insinuando che a Barcellona, per il GP, possa presentarsi in griglia munito di risciò, vista la somiglianza di velocità e la maggiore affidabilità del mezzo. Riesce nella non facile impresa di essere l’unico pilota nella storia della F1 ad aver percorso, dopo 4 GP, più metri a piedi per tornare ai box dopo una rottura che non metri a bordo della sua auto. Sembra comunque che, a partire dal GP di Catalunya, il motore Honda non sarà più chiamato “Power Unit” ma in un altro modo, più consono ad indicare lo stato d’animo del buon Nando. POWER ACCIO

JOLYON PALMER – 2. Il confronto Massimo Boldi – Brad Pitt a livello di fascino sarebbe sicuramente meno sbilanciato rispetto a quello Hulkenberg – Palmer sul piano della guida. Qualcuno sostiene che nel secondo intertempo il convoglio di Putin abbia fatto segnare un crono migliore rispetto al suo, e non facciamo fatica a credergli. Si lamenta a fine gara di non trovarsi bene con una parte della sua R.S. 17, e pare che i meccanici gli abbiano affidato un nuovo soprannome per fargli capire che è dai tempi di Itaca, di Ulisse e dei Proci che non si vedeva qualcosa così in difficoltà con un telaio. PENELOPE

ROMAIN GROSJEAN – 9. Nel corso del weekend ha cambiato più impianti frenanti che mutande, facendo confondere talmente tanto i suoi meccanici al punto da ritrovarsi sulla griglia di partenza con una pinza freno Brembo, una Carbon Industrie, una del Team Rocket e l’ultima della PlayMobil. Ecco perché alla prima curva arriva talmente lungo in staccata da affiancare i carri russi in Crimea, centrando il malcapitato Palmer che era intento a capire cosa mai fosse quello strano pedale alla destra del freno. Viste le sue prestazioni in frenata pare che sia stato scritturato per partecipare ad una nuova serie TV, dove il protagonista apre una friggitoria chiamata “Los Pollos Hermanhaas” per coprire un losco traffico di pinze freno. BRAKING BAD

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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow