È stato il Ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, a sollevare la questione. Oltralpe, infatti, quanto accaduto il 29 dicembre 2021 all’esterno dell’Hotel Donatello di Jeddah non è stato affatto dimenticato.
Riavvolgiamo rapidamente il nastro degli avvenimenti. Pochi giorni prima del via dell’edizione 2022 della Dakar, all’esterno di uno degli alberghi che ospitavano alcuni membri di vari team iscritti alla corsa si è verificato un misterioso incidente. Una delle vetture di supporto del team Sodicars ha infatti subìto una lieve esplosione dopo essersi improvvisamente arrestata, con il conducente dell’auto – il francese Philippe Boutron – che è stato trasportato in ospedale per via di gravi ferite riportate alle gambe mentre gli altri 5 occupanti dell’auto sono rimasti illesi. Il pilota transalpino, dopo avere subito un intervento chirurgico ed essere poi trasportato in patria, è stato persino messo in coma farmacologico: Boutron fortunatamente ne è già uscito, ma serviranno ancora alcuni giorni per avere un quadro clinico più preciso. L’incidente, avendo coinvolto un loro connazionale e sembrando fin dall’inizio tutt’altro che casuale, non è passato inosservato in terra francese: il 4 gennaio la sezione antiterroristica dei cugini d’oltralpe ha infatti annunciato di avere dato il via a un’indagine volta a far luce sull’accaduto, mentre ASO e autorità saudite aumentavano man mano le misure di sicurezza attorno ai bivacchi della Dakar.
Interrogato sull’argomento dall’emittente televisiva francese BFM, Le Drian non ha usato mezzi termini per descrivere la situazione. “Ci siamo resi conto molto in fretta di ciò che era accaduto a Jeddah” – dice il Ministro degli Esteri francese – “Abbiamo chiesto agli organizzatori della corsa e alle autorità saudite di essere il più trasparenti possibile. Ci sono varie ipotesi al vaglio, ma una di queste è sicuramente quella dell’attentato terroristico: ricordo che nel territorio dell’Arabia Saudita si sono già verificati episodi di terrorismo nei confronti dei francesi. Abbiamo l’obbligo di proteggere i nostri cittadini, di avvertirli, di prevenire altri simili avvenimenti e di chiedere la massima trasparenza”.
“Noi crediamo che sarebbe meglio sospendere l’edizione 2022 della Dakar” – aggiunge Le Drian – “Ma gli organizzatori, per il momento, hanno detto di no. Ci hanno assicurato di avere rafforzato la sicurezza attorno ai bivacchi, il minimo che potesse farsi in una situazione come questa, ma noi continuiamo ad avere dei dubbi. La questione dell’annullamento è ancora in fase di considerazione”.
La sensazione è che dell’eventuale ipotesi di annullamento se ne possa parlare domani 8 gennaio, nel corso del rest day di questa Dakar. Nel bivacco di Riyadh e durante la giornata di riposo David Castera potrà confrontarsi con più calma con team e piloti, affrontando l’argomento e valutando eventuali implicazioni e conseguenze di quello che, dopo il 2008, potrebbe essere il secondo annullamento causato dalla minaccia del terrorismo nella pluridecennale storia della Dakar.