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Diavolo d’un Marquez a Jerez, ma Crutchlow acchiappa le FP2





Quattro piloti in meno di un decimo. Questo è il responso del venerdì di Jerez, dove Marquez la fa da padrone ma deve arrendersi a sé stesso, chiudendo quinto. Il passo del #93 è stratosferico anche con gomme ormai alla frutta, mentre in casa Yamaha si è lavorato sodo.

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Al via della sessione quasi tutti i piloti hanno optato per Medium nuove sia davanti che dietro. Gomma anteriore usata per Marquez, mentre Dovizioso è sceso in pista con gomme usate sia davanti che dietro. Il #93 è stato indemoniato sin da subito, portandosi in testa al primo giro, migliorando il miglior tempo della mattinata al secondo e arrivando a 39”0 al quarto passaggio. Alla fine del primo stint la leadership del Cabroncito è consolidata da un 1’38”8 che relega Pedrosa, Crutchlow e Iannone a mezzo secondo.

Più in difficoltà gli alfieri di Yamaha e Ducati, ancora alla ricerca del miglior set up per le proprie moto. Su tutti Lorenzo, che nella mattinata è tornato alla sella 2017 ed in queste FP2 ha optato per cambiare le molle della forcella. Nel secondo stint i piloti hanno lavorato al massimo per raccogliere informazioni in ottica gara sul nuovo asfalto, data la concomitanza oraria la gara.

Nessun cambiamento quindi, ma Pedrosa, Cructhlow e Iannone riescono quasi a dimezzare il distacco da Marquez, con Dovizioso nono alle spalle di Lorenzo e Rossi quindicesimo.
Nel finale gomme fresche per tutti, al fine di rientrare tra i primi 10 e provare a guadagnarsi già un posto in Q2. Scelta particolare perMarquez, che decide di non cambiare gomme, continuando sulle stesse con cui ha iniziato la sessione. Crutchlow cala subito l’asso, passando in testa con un 1’38”7. Marquez prova a rispondergli ma cade, mentre il britannico migliora ulteriormente. 

Dovizioso e Lorenzo tengono botta, mentre Vinales fatica a tenere il passo di Rossi nonostante le stesse gomme
Iannone, Zarco e Pedrosa ci provano fino all’ultimo ma non riescono a scalfire la prima posizione del #35. Cal chiude così davanti il venerdì, in 1’38”614, rifilando 28 millesimi a Dani Pedrosa. Per i due piloti Honda passo del 39”3, con gomme Medium tra i 10 ed i 15 giri. Leggermente più staccati ma comunque vicinissimi Johann Zarco (+0”091) e Andrea Iannone (+0”095). Se per l’italiano il passo è stato quasi identico a quello dei due hondisti, questo non si può dire per il francese che ha girato sul 39” alto di passo.

Solo quinto Marc Marquez, che non realizza il proprio potenziale dovendo arrendersi a sé stesso. Chiude con 249 millesimi di svantaggio su Crutchlow, ma fra questa sessione e la precedente ha svelato un passo gara che chiunque gli deve invidiare. Oltre a non aver messo gomme nuove nel finale -come ha fatto chiunque altro in pista- ha iniziato il turno con una anteriore già usata per sette tornate nelle FP1. Eppure al 19/° passaggio è riuscito a girare in 1’39”0 dopo aver tenuto per due giri filati il 39”2 come riferimento. Al giro successivo ha replicato i propri migliori intertempi, salvo poi cadere e chiudere la sessione anzitempo.

Dovizioso è sesto (+0”454) ma con gomme al pari di Marquez in quanto ad usura fatica a tenere il 39” alto. Segue in settima posizione Jorge Lorenzo, vicinissimo al Dovi sia per passo che per prestazione pura a gomme nuove, in entrambi i casi Medium davanti e Soft dietro per i due piloti. Ottavo tempo per Jack Miller, che precede le due Yamaha ufficiali. Rossi e Vinales hanno optato per suddividere la sessione su 4 stint, ed entrambi hanno provato anche una simulazione su gomme Hard nuove. In tale configurazione Rossi si è mostrato leggermente più efficace del compagno, mantenendo un passo pari a quello delle Ducati su gomme uno step più soffici. Con Medium davanti e Soft dietro usurate il Top Gun è stato più veloce del Dottore, arrivando a girare finalmente sul 39” alto, mentre nel finale con gomme nuove ha pagato 3 decimi al #46. E questo gli è costato caro, venendo estromesso momentaneamente dalla Top10, in favore di P. Espargaro.

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Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.