Edwin Straver non ce l’ha fatta. Il 48enne olandese, caduto nel corso del Day 11 dell’edizione 2020 della Dakar, è deceduto dopo essere rimasto ricoverato durante gli 8 giorni trascorsi tra l’ospedale di Riyadh e l’Olanda, paese natale in cui era stato riportato proprio agli inizi di questa settimana.
Straver, anche quest’anno impegnato nella particolare categoria “Original by MOTUL” – quella in cui i piloti corrono sprovvisti di team di assistenza -, aveva riportato gravi conseguenze fisiche dopo essere caduto dalla sua KTM in un tratto che non veniva affrontato a velocità particolarmente elevate. Tra il secondo ed il terzo way-point del percorso che da Shubaytah ha condotto fino ad Haradh, Straver era finito a terra riportando la frattura di una vertebra cervicale ed andando in arresto cardiaco, rendendo immediatamente necessario il trasporto d’urgenza fino all’ospedale della capitale saudita.
Dopo essere rimasto privo di battito cardiaco per circa 10′ ed essere stato rianimato sul momento dal personale medico accorso di gran carriera, Straver non è purtroppo stato in grado di dare segnali di miglioramento ai dottori che si stavano occupando di lui: sin dall’inizio infatti pare che sia stata esclusa la possibilità di una ripresa di conoscenza, con i danni cerebrali riportati nell’impatto che sarebbero sfortunatamente stati troppo gravi. Il 48enne olandese è morto stamattina quando, d’accordo con i familiari dello sfortunato centauro – alla sua terza apparizione alla Dakar -, sono stati spenti i macchinari che lo tenevano artificialmente in vita.
Straver è dunque la seconda vittima dell’edizione 2020 della Dakar, la prima della storia ad essersi svolta in Arabia Saudita, dopo lo sfortunato Paulo Goncalves. Ai familiari di entrambi i piloti scomparsi vanno le più sentite condoglianze di tutta la redazione di FuoriTraiettoria.com.