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Moto3, le verità del GP di Andalucia: Suzuki vince nel segno del Sic





Tatsuki Suzuki vince il GP di Andalucia. Il team Sic58 Squadra Corse conferma il feeling speciale sul circuito di Jerez dopo la vittoria di Antonelli nel 2019. John McPhee – dopo lo zero di settimana scorsa – chiude la corsa a 64 millesimi dal giapponese. Chiude il podio l’ottimo Celestino Vietti, prima KTM al traguardo. Sebbene a punti, deludono numerosi italiani: Tony Arbolino chiude 10°, Romano Fenati passa sotto alla bandiera a scacchi 12° mentre Niccolò Antonelli si deve accontentare di un 15° posto. Andrea Migno, dopo un weekend esaltante, incappa in un contatto e chiude 22°.

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Nel segno del Sic

“Questo è il pilota che voglio, ca**o!” e non si può dire che Paolo Simoncelli non abbia ragione. Tatsuki Suzuki oggi si dimostra aggressivo, determinato, veloce e pragmatico. Dopo tre pole position di fila – Qatar, Spagna e Andalucia – riesce anche a vincere la prima gara della stagione e la seconda della sua carriera. Esattamente come la settimana scorsa, il #24 parte subito forte ma non riesce a staccarsi dal gruppone, complice anche la lotta con Gabriel Rodrigo. Il giapponese si dimostra però estremamente determinato a rimanere nelle posizioni di vertice e a mantenere la prima posizione. Nelle ultime fasi di gara – complice anche la caduta di Albert Arenas che divide il gruppo – Suzuki riesca a prendere quel minimo di margine e riesce a mantenere fino alla bandiera a scacchi la posizione su John McPhee, 2° a 64 millesimi. La vittoria del #24 è la seconda del team Sic58 a Jerez, tracciato su cui Marco Simoncelli vinse la sua prima gara in 125: nel 2019 si impose Niccolò Antonelli. Dopo la 5° posizione del Qatar e l’8° di settimana scorsa, Suzuki conquista 25 punti e con 44 punti diventa il primo inseguitore di Albert Arenas, fermo a 50. La vittoria di Suzuki è anche la prima vittoria per Honda in questo 2020, dopo i due primi posti di Arenas su KTM.

Rimonte

Celestino Vietti e Darryn Binder chiudono rispettivamente 3° e 4° alle spalle di Suzuki e McPhee. Mentre il 19enne dello Sky Racing Team VR46 riesce ad agguantare il podio dopo una 9° posizione in griglia di partenza, il 22enne sudafricano si rende protagonista di una spettacolare rimonta dalla 25° posizione. Buon sangue non mente – si sa – ed il fratellino di Brad mostra gara dopo gara sempre più costanza e gestione delle moltiplici situazioni che possono accadere in gara: rispetto agli anni precedenti, in cui la costante dei suoi weekend erano la foga ed i troppi errori, il #40 sembra essere maturato al punto da poter essere considerato uno dei protagonisti della categoria. Mentre settimana scorso era caduto nel corso dell’ultimo giro, vanificando punti importanti, questa volta l’alfiere del team CIP Green Power riesce a ragionare e a portare a casa un risultato importantissimo. Considerando che in Qatar il suo zero è stato dovuto ad un errore altrui, non stupirebbe se il piccolo Binder riuscisse a seguire le orme del ben più blasonato fratello, ormai saldamente in sella alla KTM ufficiale del team MotoGP.

KO mondiale

La scivolata di Albert Arenas in curva 5 e la caduta – incolpevole – di Ai Ogura riaprono ancora di più la lotta al mondiale. Il #75 è protagonista – suo malgrado – di una brutta chiusura di anteriore in un punto velocissimo di Jerez: nella carambola il 24enne spagnolo rimane agganciato alla sua moto e viene poi catapultato in aria. Fortunatamente – come dichiarato dal team manager Gino Borsoi – rimane solo la paura ed il dispiacere ma il pilota sta bene. Nonostante il pesante zero in classifica, Albert Arenas rimane ancora al comando della classifica con 50 punti, seguito a 6 lunghezze da Tatsuki Suzuki e a 10 da John McPhee. Scivola al 4° posto Ai Ogura: il #79 – dopo un 3° posto in Qatar ed un 2° posto settimana scorsa – viene incolpevolmente buttato fuori da Jaume Masia al tornantino Dry Sac ad otto giri dalla fine.

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