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A Losail comincia la caccia a Marquez: info, orari e record del Gran Premio del Qatar





Eccoci nuovamente qui, per una nuova stagione del Motomondiale. Ancora una volta tutto prende il via dal variegato ma piatto circuito di Losail, in Qatar. Grazie ai recenti test, la lotta sarà sicuramente serrata ed ancora una volta potremo assistere ad una barre continua tra più piloti per le posizioni di vertice. Ma ecco tutto quello che c’è da sapere per seguire al meglio l’evento.

Il Losail International Circuit in sintesi? 5’380 metri, raccordati da 16 curve di cui 6 a sinistra e 10 a destra, con un lungo rettilineo da oltre un chilometro, racchiuso da due tornantoni. Ci sono curve di ogni sorta -manca solo un cambio di direzione repentino, la classica chicane- e il tracciato richiede una buona tecnica di guida , nonostante manchino variazioni altimetriche. Molto importante il tratto centrale, che va dalla curva 7 alla 12 e richiede una moto perfettamente bilanciata.

La 7 è un lento rampino che apre in uscita, seguito una ‘S’ da pennellare in piena accelerazione, quindi un altro tornante dà inizio all’ormai leggendaria curva 11: da percorrere tutta d’un fiato snocciolando una dopo l’altra le prime 5 marce, col posteriore fumante e scodinzolante. La 12 è una veloce curva da terza, che richiede un anteriore solido e comunicativo.
Critica la seconda curva, la prima a sinistra dopo 1’800 metri trascorsi ad elevata velocità, e con i due tornanti a stressare solo la spalla destra delle gomme: il rischio di cadute per la spalla sinistra fredda qui è elevato. 

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Ovviamente si corre in notturna, per mitigare le temperature eccessive potendo godere di una temperatura ideale, prossima e spesso inferiore ai 20°C. La MotoGP si troverà a dover completare 22 tornate. Il giro più veloce della pista è di Johann Zarco, che lo scorso anno si prese la Pole Position in 1’53”680. Un secondo e mezzo più lento il record ufficiale di Losail: appartiene a Jorge Lorenzo, che nel GP del 2016 stampò un sinuoso 1’54”927 a 168,5 km/h di media. Risalgono al 2016 anche entrambi primati della Moto2, con la Pole Record di Folger in 1’59”052 mentre il Giro Record è di Sam Lowes in 1’59”4421. Per la Moto2 saranno 20 giri, pari a 107,8 km, che scendono a 18 per la Moto3. Per le 250 a quattro tempi il Record Ufficiale è stato siglato da Alexis Masbou nel 2014, in 2’05”862. Più recente il giro più veloce in assoluto: è del 2018, appartiene a Jorge Martin ed è pari a 2’05”590.

La pista richiede l’intervento dei freni in ben 13 punti, ci tiene a far sapere Brembo, record del Mondiale condiviso con Austin. Inoltre dalla partenza alla bandiera a scacchi, i piloti si servono dei freni 286 volte, valore secondo solamente alle 297 frenate di Jerez. Lungo il tracciato di Losail i freni sono in funzione per oltre 37 secondi al giro, in ottica gara sono 14 minuti, un terzo del GP. La decelerazione media è di 1,16 g e sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva del freno, dalla partenza alla bandiera a scacchi, il valore supera i 14 quintali. Delle 13 frenate, 3 sono considerate altamente impegnative per i freni mentre 4 sono di media difficoltà e 6 sono light.

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La frenata alla prima curva dopo il traguardo è la seconda più difficile dell’intero Mondiale: complice il lungo rettilineo le MotoGP vi arrivano a 350 km/h e rallentano fino a 99 km/h esercitando un carico sulla leva del freno di 7,5 kg. Per impostare la curva, i piloti frenano per 5,1 secondi durante i quali percorrono 289 metri.
Un’altra frenata difficile è quella che porta all’ultima curvale moto perdono oltre 150 km/h e i piloti subiscono una decelerazione di 1,5 g, frenando per 178 metri e 4 secondi. Valori identici di decelerazione, carico sulla leva (6,3 kg) e pressione dell’impianto per la curva 4: la frenata dura 3,5 secondi perché le moto pur arrivando più veloci entrano in curva a 119 km/h.

Il circuito di Losail riesce a mettere spesso in difficoltà le gomme, soprattutto per la presenza di sabbia sull’asfalto che lo rende maggiormente abrasivo. Un’altra caratteristica di questa pista, legata all’ubicazione desertica ed all’orario crepuscolare e notturno, è l’umidità: l’elevato sbalzo termico comporta il deposito di umidità sull’asfalto. Quest’ultima caratteristica non è però una certezza, e quando si presenta avviene da un momento all’altro. A volte succede mentre i piloti sono in pista, togliendo loro riferimenti e sicurezza, altre volte tra una sessione e l’altra, togliendo l’utile strato di gomma depositatosi in precedenza. Allora qui servono pneumatici durevoli e dell’elevato grip, efficaci anche in caso di umidità e con un buon warm up.

L’obiettivo di Michelin, come lo scorso anno, era portare di le stesse coperture utilizzate negli ultimi test: questa volta ci sono riusciti. Queste gomme, nelle varianti Soft e Medium, sono identiche a quelle utilizzate in gara lo scorso anno, mentre le soluzioni Hard sono leggermente più morbide rispetto al passato. Saranno asimmetriche le tre opzioni posteriori, sia Slick che Rain, al contrario tutte simmetriche le anteriori.

Il Gran Premio Motociclistico del Qatar 2018 sarà trasmesso in diretta integrale su SKY Sport MotoGP, mentre su TV8 saranno trasmesse in differita di tre ore qualifiche e gare di tutte e tre le classi iridate. Come di consueto per le gare extra-europee, Moto2 e MotoGP si danno il cambio.

Ecco la programmazione dell’evento:

Venerdì 8 marzo

11:50-12:30 – FP1 Moto3
12:45-13:25 – FP1 Moto2
13:40-14:25 – FP1 MotoGP
16:10-16:50 – FP2 Moto3
17:05-17:45 – FP2 Moto2
18:00-18:45 – FP2 MotoGP

Sabato 9 marzo

11:25-12:05 – FP3 Moto3
12:20-13:00 – FP3 Moto2
13:15-14:00 – FP3 MotoGP
15:30-15:45 – Q1 Moto3
15:55-16:10 – Q2 Moto3
16:25-16:40 – Q1 Moto2
16:50-17:05 – Q2 Moto2
17:20-17:50 – FP4 MotoGP
18:00-18:15 – Q1 MotoGP
18:25-18:40 – Q2 MotoGP

Domenica 10 marzo

12:40-13:00 – Warm-Up Moto3
13:10-13:30 – Warm-Up Moto2
13:40-14:00 – Warm-Up MotoGP
15:00 – Gara Moto3
16:20 – Gara Moto2
18:00 – Gara MotoGP





Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.