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Rossi: “Più lento di 20″ rispetto al 2018. Dobbiamo risolvere, o sarà difficile continuare”





La cartina al tornasole del difficile momento che sta vivendo Valentino Rossi potrebbe essere proprio l’ottavo posto ottenuto al termine del GP del Sachsenring. Quell’8^ piazza, infatti, che in anni neppure troppo lontani sarebbe stata semplicemente simbolo di un weekend complicato, in questo 2019 per il #46 parrebbe essere quasi un risultato a cui guardare con ottimismo, visto e considerato che arriva dopo tre zeri consecutivi.

© Yamaha Press
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Sembra quasi di ragionare per assurdo, dato che parliamo di un 9 volte Campione del Mondo del Motomondiale, ma alla realtà non si sfugge. Soprattutto quando, come in questo caso, le impressioni date dalla realtà sono confermate da ciò che recitano i freddi numeri. Nella classifica piloti Rossi, che non è più la prima delle Yamaha proprio a seguito del weekend tedesco, è attualmente 6°, alle spalle di Marquez, delle due Ducati ufficiali di Dovizioso e Petrucci, della Suzuki di Rins e della M1 gemella di Maverick Vinales, quella che sul traguardo del Sachsenring gli ha rifilato oltre 14″ di distacco. La situazione, visto e considerato lo strapotere di Marquez, non sembrerebbe neppure troppo nera data anche la posizione delle altre Yamaha, se non fosse che per Rossi questo 2019 – con i suoi 80 punti iridati raccolti dopo 9 garerappresenta finora la peggior stagione della sua vincente carriera motociclistica.

Esatto, avete capito bene: neppure negli anni trascorsi sotto l’egida Ducati il #46, a seguito di 9 weekend di gara, era riuscito ad accumulare così pochi punti. E ciò, alla luce anche del trascorrere del tempo, ha portato tanti tra appassionati ed addetti ai lavori a chiedersi se per Valentino, ormai quarantenne, non sia giunto il fatidico momento di appendere casco, stivali, guanti e tuta al famigerato chiodo. 

© Yamaha Press
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“Credo sia normale che ci si interroghi sul fatto se sia troppo vecchio o meno, vista la situazione in cui mi trovo” – ha commentato in merito Rossi a seguito del GP del Sachsenring – Anche io me lo chiedo piuttosto spesso perché so bene di essere il più vecchio e di esserlo anche per 6 o 7 anni rispetto al secondo, ma ci sono delle sensazioni che posso avvertire solamente io e che mi faranno capire chiaramente quando sarà arrivato il momento di smettere. Non credo di essermi arreso, di aver perso la concentrazione o di non essere sufficientemente motivato quando si tratta di affrontare un weekend di gara, ma tutto dipende dai risultati: se non dovessimo riuscire a risolvere quello che finora non sta funzionando sarebbe un problema andare avanti“. 

Per Valentino, dunque, non è una questione di pura e semplice età: il problema della sua attuale resa risiederebbe altrove, ovvero nelle difficoltà che lui e la sua M1 stanno incontrando a livello di “pacchetto” su piste considerate tradizionalmente amiche. Anche l’anno scorso ero considerato vecchio, in fondo avevo 39 anni e non 40, ma nel 2018 in queste ultime cinque gare avevo fatto quattro podi – prosegue infatti il #46 – “Qui al Sachsenring sono stato più lento di 20″ rispetto alla passata stagione, quindi credo sia piuttosto evidente che ci sia qualcosa che non vada. Dobbiamo però capire in fretta cosa sia, perché non riesco a trovarmi a mio agio con la moto e quindi sono lento. Quel che è certo però è che dobbiamo provare a risolvere la situazione, in modo tale da tornare competitivi a breve”. Anche perché, a differenza della sua, le altre M1 sembrerebbero aver trovato la fatidica quadratura del cerchio: tanto Maverick Vinales e Fabio Quartararo quanto Franco Morbidelli, infatti, stanno iniziando a far viaggiare discretamente la moto di Iwata, apparsa nelle ultime uscite addirittura in grado di insidiare il dominio di Marc Marquez e della sua Honda. 

© Yamaha Press
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“Io faccio fatica a trovarmi bene a livello di setting – continua ancora Valentino – Non riesco ad uscire dalle curve come vorrei, e non so se questo sia dovuto all’anteriore. E’ vero, qui al Sachsenring non ci sono troppi punti in cui poter superare, ma per poter superare devi anche essere più veloce di chi ti precede e io non lo ero, rispetto al gruppetto che avevo davanti facevo molta più fatica”. “Ho cercato di seguirli fin quando ho potuto, perché ci era stato detto che negli ultimi 8 giri sia le Hard che le Soft avrebbero potuto accusare un calo, ed invece la prima gomma a calare è stata la mia. Chissà, forse con la mescola dura avrei potuto essere un po’ più competitivo, ma non è che avrei potuto vincere…“, ha chiuso amaramente il #46, che probabilmente andrà in vacanza con qualche dubbio in più di quanti ne avrebbe voluti.





Tags : GP Germaniamotogpmotogp 2019Sachsenringvalentino rossi
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow