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Con la vittoria del Gran Premio d’Austria, Dovizioso ha regalato a Ducati la 50/a vittoria in classe MotoGP, riducendo a 11 punti il distacco col leader della classifica Quartararo. Sul podio con il forlivese sono saliti Mir e Miller. Binder e Rossi si confermano animali da gara mentre deludono Rins e Pol Espargaro, che hanno buttato la vittoria alle ortiche. Ecco le pagelle dei protagonisti del Gran Premio d’Austria 2020 Classe MotoGP.

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Andrea Dovizioso, voto: 9,5. Dopo un inizio di stagione difficile, per Ducati l’unico risultato ammissibile al Red Bull Ring era la vittoria. Ci ha pensato il solito Andrea Dovizioso a ridare almeno una sicurezza alla casa di Borgo Panigale, e con essa la cinquantesima vittoria nella Classe MotoGP. Sin dal venerdì Desmodovi è sembrato quello messo meglio in ottica gara assieme a Pol Espargaro e, pur perdendo la prima fila per poco più di mezzo centesimo, ha confermato il feeling speciale che c’è tra lui, la Desmosedici e questa pista. Non potremo mai sapere come sarebbe andata senza quella bandiera rossa nel corso del nono giro, mentre Pol e Andrea stavano iniziando a fare il vuoto, ma sappiamo con certezza che tra i due l’unico che non ha perso smalto e lucidità con la ripartenza è stato proprio il pilota di Forlì. Per giocarsi i campionati serve anche questo.

Joan Mir, voto: 9. Sì, Mir e la Suzuki sono le vere sorprese al Red Bull Ring, dove sulla carta la GSX-RR dovrebbe essere sfavorita più di altre. A seguito di una positiva Q2 il #36 si è meritato la seconda fila ed in gara, anche nella prima parte interrotta nel corso del nono giro, è sempre stato francobollato a Dovizioso e Miller.  La Suzuki è cresciuta molto, ma manca ancora quel briciolo di velocità di punta in più per potersi sbarazzare delle Ducati, quando questa fanno da ‘tappo’.

Jack Miller, voto: 9. Questo è il pilota che cerca Ducati, veloce e consistente con la voglia di metterci sempre una pezza quando la moto non è in forma, come nel finale di gara quando la sua gomma anteriore non c’era quasi più. L’australiano è infatti ripartito con una Soft all’anteriore, non avendo altre Medium nuove, e negli ultimi giri è stato bravo controllare la Desmosedici GP20 tenendo dietro Mir fin quasi alla fine. Jack pareva stesse facendo da body guard a Dovizioso e, possiamo dirlo, ha difeso la 50/a vittoria della Ducati in MotoGP dalle velleità di Mir. In ottica 2021, la coppia Dovizioso-Miller sarebbe potuta essere la soluzione migliore per Ducati.

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Brad Binder, voto: 7.5. Dopo la straripante vittoria in Repubblica Ceca Brad è sembrato svanire, quasi inconsistente nelle libere e pessimo in qualifica, dove ha rimediato la 17/a posizione in griglia. Poi è arrivato il pomeriggio di domenica dove si è confermato un animale da gara, che quando le posizioni valgono punti riesce a trovare quei 3-4 decimi mai trovati nel resto del fine settimana. Una caratteristica, questa, in comune col Dottore che ha preceduto. Nonostante la partenza dal fondo il sudafricano è riuscito a non perdere tempo, acciuffando la decima piazza al settimo giro con il quinto, Oliveira, a soli due secondi. Questo lo ha sicuramente aiutato a recuperare posizioni in griglia per la ripartenza, anche se le possibilità di essere tra i protagonisti sono sfumate al secondo giro, con un sorpasso imperfetto a Rossi che è costato oltre un secondo a entrambi. Sia lui che il #46 erano abbastanza veloci da riprendere Pol Espargaro e Miguel Oliveira, ma non è detto che sarebbero stati in grado di prendersi pure le loro posizioni.

Valentino Rossi, voto: 7.5. Vale quanto detto per Binder, Rossi è stato impalpabile nelle libere e deludente in qualifica, dove nel secondo run della Q2 ha fatto fatica a replicare il tempo registrato nel primo con la Medium, salvo riemergere in gara mostrando un passo simile a quello dei primi. Alla fine il discorso è sempre lo stesso, in gara ha ritmo e velocità pari ai migliori ma non è più il Rossi di 10 anni fa, così veloce in gara da recuperare nei primi giri tutto il tempo perso partendo male o partendo da centro gruppo. Se non riuscirà a migliorare in qualifica resterà abbonato al quinto posto, posizione comunque onorevole visti i 41 anni e mezzo.
Infine, Valentino è stato bravo a ritrovare la serenità mentale necessaria a ripartire dopo quanto visto in curva tre, rimanendo sul pezzo. Forse è proprio questo a distinguere i campionissimi dal resto della ciurma.

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Takaaki Nakagami, voto: 7. Il giapponese è stato altalenante per tutto il fine settimana ed in qualifica chiude col decimo tempo. La prima partenza è disastrosa ed alla ripartenza perde addirittura due posizioni in griglia nonostante le assenze di Zarco e Morbidelli, e la retrocessione di Quartararo. Eppure riesce a chiude la gara sesto appena dietro alla coppia Binder-Rossi, ma soprattutto è il primo pilota su Honda al traguardo, con 18″5 di vantaggio sul secondo, Alex Marquez, e 21″ sul veterano Cal Crutchlow. Quella di Takaaki è stata una prova di maturità, l’iniezione di fiducia ricevuta da HRC per l’assenza di Marquez lo ha fatto crescere più di quanto non abbiano fatto i due anni precedenti nella Classe MotoGP.

Danilo Petrucci, voto: 5. Il buon Danilo non riesce a concludere con un bel risultato neppure nel tracciato prediletto della Desmosedici, pagando oltre dodici secondi al team mate vincitore in 20 giri. Nel finale vince in volata il duello dell’ultimo minuto col nizzardo Quartararo, regalando un punto bonus a Dovizioso. Non basta, il ternano sembra essere l’ombra di sé stesso in questo 2020.

Fabio Quartararo, voto: 4.5. In difficoltà per tutto il fine settimana, il risultato delle qualifiche è una rondine che non fa primavera ed al via della corsa perde subito cinque posizioni. Nel corso del sesto giro sbaglia il punto di staccata per lo scarso feeling con l’impianto frenante, nel tentativo di tenere il passo di Oliveira, così alla ripartenza deve occupare l’ultima casella in griglia. La rimonta è agile, per manifesta inferiorità dei rivali, ma non riesce mai a pareggiare il ritmo dei cinque che hanno chiuso davanti o di Vinales.

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Maverick Vinales, voto: 6. La Pole Position era tutto fuorché prevedibile ed infatti in gara il Top Gun ha fatto fatica ed essere efficace nel traffico, sin dalla prima partenza. La ripartenza disastrosa è stata causata da una noia meccanica alla frizione, che slittava anche in rettilineo, risoltasi da sola durante il terzo giro proprio mentre il Top Gun stava pensando di rientrare ai box per ritirarsi, come lui stesso ha ammesso. Maverick ha fatto fatica a ritrovare il ritmo battagliando contro Rabat e Bradl nelle ultime posizioni, per poi tornare finalmente in sé a dieci giri dal termine. Nella seconda metà della corsa il Top Gun è riuscito a martellare lo stesso ritmo dei primi cinque chiudendo con un onerovole, ma non degno del suo talento, decimo posto.

Alex Rins, Voto: 5. Ne aveva più degli altri, nonostante la spalla gli dia più problemi di quanto non faccia vedere, e sembrava destinato alla vittoria. Purtroppo la sua corsa verso la vittoria si è conclusa nella via di fuga della curva Rauch, ma potrà rifarsi subito nel GP di Stiria. Gli resta la consolazione del giro più veloce in gara in 1’24”007, a meno di due decimi dal record della pista, con oltre tre decimi di margine su Dovizioso e Miller.

Pol Epsargaro, voto: 4. Lo spagnolo della KTM era tra i favoriti ed ha concretizzato il pronostico dopo la prima partenza, salvo buttare tutto alle ortiche poi. Pol dopo la bandiera rossa ha perso concentrazione e lucidità, un fatto questo che sta succedendo per svariati motivi ad ogni GP da che è iniziata questa travagliata stagione. Inizia ad andare lungo, a perdere la racing line, e tanto qui quanto nella precedente tappa di Brno questo gli è costato il ritiro, rientrando rapidamente in traiettoria senza badare a chi la traiettoria non l’ha lasciata.

Johan Zarco, voto: 3. Che disastro. Ha commesso un errore da Rookie ritrovandosi nella condizione di poter solo sperare che Morbidelli risucisse ad evitarlo. Oltretutto si è fratturato lo scafoide e verrà operato domani, mercoledì, a Modena. La sua presenza nel GP di Stiria non è certa.

 

 





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Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.