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MotoGP 2021: che aria tira in casa Honda?





Nei test della scorsa settimana, Honda ha portato diverse novità telaistiche ed aerodinamiche per provare a dimenticare la deludente stagione 2020 in MotoGP. Aumentare il feeling dei piloti con l’avantreno, per non essere più dipendenti dal solo Marc Marquez, è stato il focus della Casa di Tokio per lo sviluppo della RC213V. Inizio molto positivo per Pol Espargaro, capace di chiudere come miglior pilota Honda sia per velocità che per consistenza.

Storicamente Honda, quando ha un pilota davvero forte, tende a rendere la moto sempre più adatta a quel pilota. Così, per stessa ammissione del Direttore Tecnico HRC Takeo Yokoyama, hanno fatto per sei anni cucendo la RC213V attorno a Marc Marquez per esaltarne punti di forza. Il talento di Cervera è un pilota muscolare, capace di dettare alla moto la linea da seguire con ogni singola fibra dei propri muscoli. Questo gli permette di percepire anche le più piccole perdite di aderenza, quasi impercettibili per chi non ha le sue caratteristiche fisiche. Appena è venuto a mancare lui nel 2020, sono venuti a mancare i risultati e la RC213V, già non perfetta, è divenuta quasi l’ultima moto dello schieramento.

Per il 2021 il gruppo coordinato da Yokoyama ha cercato di aumentare il feeling percepito dai piloti partendo dal telaio, portandone ben tre varianti ai test di Losail della scorsa settimana: la versione usata nel 2020, il 2020 Evoluzione, rinforzato con fogli di carbonio ed una struttura completamente rinnovata con travi più massicce, che possiamo definire 2021 Prototipo.

Il telaio del 2020 ha riscosso poco successo e c’era da aspettarselo, viste le prestazioni e le sensazioni dei piloti nella passata stagione. Interessante il punto di vista del nuovo acquisto del team Repsol HRC, Pol Espargaro, che ha provato questo telaio nei primi giorni. Pol ha detto di aver fatto fatica a trovare dove fosse il limite con l’avantreno, perché non riusciva davvero a sentirlo. Neppure il nuovo telaio ha convinto appieno, è stato addirittura accantonato durante il terzo pomeriggio di test in favore delle altre due versioni. Il telaio del 2020 Evoluzione con rinforzi laterali in carbonio, concetto visto anche nei test di inizio 2020 e con cui Bradl ha gareggiato nelle ultime gare della stagione passata, è quello che ha convinto maggiormente i piloti che non sono Marc Marquez e potrebbe essere quello su cui Honda punterà.

I rinforzi in carbonio sono posizionati, e fissati tramite una specifica colla, nella parte finale delle travi principali, vicino alle piastre verticali dove troviamo il pivot del forcellone, esattamente dove c’è il fissaggio principale del codino: forse questa soluzione potrebbe permettere al pilota di percepire maggiormente il livello di grip attraverso la sella. Non bisogna dimenticare come Honda sia abile nel realizzare nuovi telai in poco tempo, quindi potrebbe portare un nuovo telaio nelle libere del primo GP del 2021. In ogni caso la Casa dell’Ala vuole lasciarsi definitivamente alle spalle la nomea di moto impossibile per i non-Marc Marquez, tornando ai fasti dei primi anni 2000 quando la sua RC211V garantiva un ottimo feeling a tutti i piloti.

La Casa dell’Ala ha lavorato molto anche sull’aerodinamica, cercando maggior carico anche a discapito dell’efficienza. Oltre alla carenatura standard sono state provate due evoluzioni e mezza, caratterizzate da profili alari complessivamente più ampi e affidate ai soli Nakagami e Bradl. La prima evoluzione, a baffo come la Yamaha, vanta anche due differenti specifiche. Una con carenatura liscia e l’altra con canalizzazioni interne, le quli prendono aria ai lati della bocca dell’Air Box e vengono seguite da due prese NACA, poste sotto i semimanubri. La seconda evoluzione, articolata su due livelli distinti e separati, è davvero impattante alla vista e probabilmente anche all’atto pratico, dato che ha richiesto un ‘cucchiaio’ maggiorato davanti alla ruota posteriore per ridare equilibrio aerodinamico al mezzo.

Al termine dei test di Losail, il più veloce tra i piloti Honda è stato il novizio Pol Espargaro che nella terza giornata di test, la prima della seconda fase, è riuscito a completare una tornata in 1’53”899 chiudendo col decimo tempo nella classifica combinata di tutte le sessioni. Quasi quattro decimi meglio dei più esperti Bradl e Nakagami. Lo spagnolo, già Campione del Mondo Moto2 nel 2013, ha iniziato col piede giusto la propria esperienza in HRC dimostrando un ottimo livello di affiatamento con la RC213V. Tolto il primo giorno, dove è stato naturalmente altalenante, il #44 si è rivelato anche il più consistente in ottica gara mantenendosi sempre tra il 55”0 ed il 55”5.

Molto interessanti ed esplicativi due long run completati da Pol nel corso del quarto giorno. Nel primo, di sette giri su gomme nuove attorno alle 17 locali, ha mantenuto l’1’54”6 di passo con il giro più lento in 1’54″781 ed il più rapido in 1’54”427. Ancor più significativo è stato il secondo, perché più lungo e svolto al termine della sessione nello stesso orario in cui si svolgerà la gara domenica 28 marzo: ben 13 giri con gomme usate mantenendo l’1’55”2 di passo, con ben cinque passaggi in 1’54”9. Il giro più rapido di Pol in questo secondo long run è stato un 1’54”950, in 1’55’650 il più lento.

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Tags : Losailmotogpqatar testTecnica
Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.