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A Ducati e Bagnaia il Day-1 a Portimao, ma occhio ad Aprilia





Ducati e Bagnaia sono al momento i più veloci a Portimao, ma tutti gli occhi sono per le novità aerodinamiche dell’Aprilia (che piazza tre piloti in Top6 come Ducati).

Sventola la bandiera a scacchi sul rettilineo di Portimao, ci sono Francesco Bagnaia e Ducati davanti a tutti al termine di questa prima giornata di test. Il Campione del Mondo in carica ha piazzato la zampata nel finale, mettendo tutti in riga con un 1’38”771 che lo porta a pochi millesimi dal record della pista che già gli appartiene. Secondo tempo per Luca Marini con la Ducati 2022 del team VR46, pagando oltre due decimi al capomarca al termine di una giornata passata da protagonista come Alex Marquez, quatto alla fine. Altri ducatisti in Top10 sono Bezzecchi, settimo, Di Giannantonio, nono, e Martin, decimo. Più attardato Bastianini, che si è pure complicato la giornata con una caduta.

Nessuna novità introdotta oggi da Ducati, i cui piloti hanno tra le altre cose continuato le comparazioni aerodinamiche tra la carena con i consueti diffusori a conchiglia, evoluzione di quella usata nel 2022 e definita come “carena 26/a”, e quella nuova, con le bombature sulle pance e di scuola Aprilia e definita come “carena 26/b”. Le codifiche sono legate al fatto che al termine di questi test, e prima del sabato del primo GP, le squadre dovranno omologare i componenti aerodinamici da usare nel corso della stagione. A quanto pare, in Pramac avrebbero già deciso di omologare la “26/b”, mentre nel team ufficiale sembra vogliano continuare con i concetti propri del down-wash optando per la “26/a” -con cui Bagania ha firmato il miglior tempo della sessione.

Se Ducati non ha portato nulla di nuovo per gli occhi, ci ha pensato Aprilia. La Casa di Noale ha provato un paio di soluzioni interessanti a Portimao, legate all’aerodinamica. In primis un paio di alette secondarie, fissate direttamente sui foderi della forcella poco lontane da quelle principali sul muso della moto. Poi sono comparsi anche dei deviatori fissati ai lati del forcellone in carbonio, simili a quelli che da due anni stanno sulle ruote anteriori, oltre all’immancabile alettoncino sulla coda. Tra le altre novità per questi test, anche un nuovo motore per la RS-GP23 che pare abbia permesso alla moto di Albesiano di colmare il gap sul dritto con la Ducati.

Non si sa cosa abbia appagato di più i piloti, intanto a Noale possono sorridere visto il terzo tempo di Vinales, che paga due decimi a mezzo a Bagania, e gli ottimi risultati del team RNF. Il passaggio dalla M1 alla RS-GP sembra essere stato un toccasana per la squadra anglo-malese: quinto tempo per Raul Fernandez, sesto per il padrone di casa Miguel Oliveira. Più attardato Aleix Espargaro, 12° e maggiormente concentrato sullo studio delle nuove componenti aerodinamiche.

Pure Yamaha ha fatto vedere qualcosa di nuovo a livello aerodinamico, con un paio di alette secondarie spuntate sulle fiancate, simili a quelle della Panigale V4 R del 2019. Davvero al limite del regolamento. Se funzionano o meno lo dirà Quartararo, che intanto è ottavo, a oltre otto decimi da Bagnaia, mentre Morbidelli è solamente 21°.

Tanto lavoro di comparazione aerodinamica per KTM, che ha riproposto le soluzioni già testate in Malesia. Inclusa la carenatura ibrida che mette assieme sia le bombature sulle pance dell’Aprilia che le chiocciole per il down-wash di scuola Ducati. Per il momento la collaborazione con Red Bull Racing non sembra pagare: il più veloce è Binder, solo 15° e marcato stretto dal nuovo compagno Miller.

In casa Honda il punto di domanda più grande è sul telaio, con due diverse specifiche da valutare in questi giorni, mentre a livello aerodinamico pare che da Tokio omologheranno la carenatura più felice. Intanto il pilota più veloce della Honda è stato Rins, 11° con la RC 213 V del team LCR, mentre i due del team Repsol non stanno in buone acque. Mir è 14°, Marquez addirittura 19° alle spalle del collaudatore Bradl.

Di seguito, la classifica di questo primo giorno di test





Tags : motogpportimao
Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.