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Abbiamo provato MotoGP 19 di Milestone, uno spasso con Anna





Abbiamo potuto provare il novo capitolo della serie videoludica dedicata al Motomondiale, sviluppato da Milestone e distribuito da Koch Media. Milestone ha un passato pesante in tema motociclistico, con la serie SBK che ha lasciato il segno dal punto di vista del realismo dinamico su due ruote. Arrivata alla serie MotoGP con capitoli ricchi di contenuti ma più orientati all’arcade, dallo scorso anno la casa italiana ha virato nuovamente verso il realismo più sincero con nuove logiche dinamiche. Con MotoGP 19, Milestone ha finalmente superato sé stessa raggiungendo il massimo del realismo possibile. Presente anche A.N.N.A., una rete neurale che rende più realistica la guida dei piloti comandati dall’IA, ed un editor grafico preso a prestito dalla serie Ride.

La più interessante novità portata da Milestone per MotoGP 19 è A.N.N.A., acronimo di Artifical Neural Network Agent. A.N.N.A viene concepita due anni faquando gli sviluppatori di Milestone contattano Orobix, un’azienda bergamasca dedita proprio allo sviluppo e all’applicazione di sistemi guidati dall’intelligenza artificiale. L’IA di MotoGP19 non guida seguendo parametri pre-impostati, ma ha imparato lei stessa a guidare. Nello specifico, gli sviluppatori hanno indicato ad A.N.N.A solamente quali azioni meritavano un premio, e quali invece erano da evitare. Di base questa nuova IA non sapeva niente, girava in pista sbagliando traiettorie e punti di staccata: ma, più proseguivano i test e il training, più l’intelligenza diventava consapevole del grip, dei punti di corda e di tutto ciò che accadeva in sella alla moto, imparando così a gestirla al meglio.

Per il momento A.N.N.A è in grado di prendere coscienza di sé, ma non degli altri da sé. Significa che percepirà la nostra presenza in traiettoria, evitando di venirci stupidamente addosso, ma non imparerà il nostro stile di guida. Questo però può essere il prossimo passo, in ottica MotoGP 2020.

In pratica i piloti controllati dal sistema sono in grado di decidere in autonomia come affrontare determinate situazioni per ottenere il miglior risultato possibile. Durante sessioni di gioco ai livelli di difficoltà più elevati, l’IA ha mostrato di essere molto più aggressiva e performante rispetto a quanto offerto dal capitolo precedente. In gara sparisce il trenino unico di piloti, in favore di più gruppetti che ricalcano le gare reali. Ora i piloti avversari sono più realistici, non seguono una sola traiettoria preimpostata ma spaziano su tutto il tracciato per portare sorpassi o difendersi, e sono propensi all’errore sia tra di loro che quando di mezzo ci siamo noi. I rapporti di forza tra i piloti sono ben bilanciati e basati sulle prestazioni reali, infatti Lorenzo in sella alla Honda fatica ad arrivare in Top10. Inoltre in gara anche i nostri avversari soffriranno del degrado degli pneumatici, il che ci porta a parlare di un’altra importante novità.

La gestione degli pneumatici diventa fondamentale in MotoGP 19, sia in pista che fuori. Da quest’anno le gomme sono contingentate come nella realtà, e verranno sostituite tra un turno e l’altro secondo la nostra volontà. Dimenticarsi di montare delle gomme nuove prima della gara o addirittura non preservarne un treno per la domenica può risultare fatale. Inoltre da quest’anno non si dovrà monitorare solamente l’usura, ma anche la temperatura delle gomme. Sono presenti degli indicatori di temperatura degli pneumatici, che costringono il pilota ad una guida accorta: se si va troppo piano le gomme si raffreddano -85°C la soglia d’innesco- e non tengono più, se si forza troppo le gomme si surriscaldano perdendo aderenza ed usurandosi precocemente -oltre i 110°C l’anteriore ed i 140°C per il posteriore. La scelta degli pneumatici viene dettata sia dalla temperatura della pista, quindi se troppo fredda le Hard sono inutili, che dallo stile di guida. Dettaglio non da poco. Per esempio, tra le varie mescole anteriori si percepiscono differenze molto simili a quelle reali: con un anteriore Soft si riesce a staccare dopo e più forte, mentre con l’opzione Hard si ha maggior stabilità alla massima piega.

Purtroppo le temperature di innesco e surriscaldamento degli pneumatici sono sempre uguali, indipendentemente dalla mescola e dalla classe. Un dettaglio da poco, visto che vari l’oscillazione termica varia in base a tali fattori, ma che avrebbe reso MotoGP 19 ancor più coinvolgente. Una secondallicenza poetica di dettaglio al realismo è la gestione dinamica di Traction Control, Anti-Wheelie e Engine Brake in categorie dove ciò non è presente nella realtà. Se per la MotoGp è perfetta e coinvolgente, risulta fuori luogo per la Moto2 e per le storiche 500 2T -e MotoGP 990. Per tali classi sarebbe stato più realistico permetterne una regolazione on/off nel menù di pausa, come nella serie dedicata alla F1. Nonostante questi dettagli marginali, bisogna fare i complimenti a Milestone per come è stata sfruttata la vibrazione dei joystick, fasata perfettamente con l’entrata in funzione di AW e TC. 

Dal punto di vista dinamico, finalmente nella serie MotoGP le moto hanno un’inerzia reale. L’esempio più chiaro di ciò sono i cambi di direzione, dove per essere fulminei è necessario prendere la giusta linea pena tanti secondi lasciati al cronometro. Inoltre in Milestone hanno lavorato duramente per rendere più realistica la frenata rispetto ai capitoli precedenti, ci sono riusciti. Per essere efficaci in ingresso curva serve misurare la pressione sui freni, in base all’angolo di piega ed alle condizioni delle gomme. Questo è stato un aspetto fondamentale per avvicinare i tempi sul giro del videogioco a quelli della realtà, obiettivo cardine della Casa italiana assime ad avversari più realistici e meno monotoni. Dispiace che il meteo non sia dinamico, restando immutato per tutta la sessione. Inoltre, quando la pista è bagnata ma non piove, diventa sempre più veloce avvicinandosi alla fine della sessione pur senza dare l’impressione visiva di essersi asciugata. Una grossa pecca, considerando che proprio Milestone con SBK X aveva introdotto questa svolta realistica nei videogiochi racing. Apprezzabile l’introduzione dell’ingegnere ai box, che ci guida nella messa a punto della moto riprendendo un fiore all’occhiello della serie Superbike.

Alle quattro classi del capitolo precedente -MotoGP, Moto2, Moto3 e Red Bull Rookies Cup- si aggiunge la neonata MotoE, non utilizzabile in modalità carriera. Le Energica da GP sono utilizzabili solamente in quei circuiti dove correranno realmente. Sparisce la carriera manageriale, così come il multiplayer off-line in split screen, ma la carriera tradizionale ne acquisisce i miglioramenti della moto attraverso lavori specifici nelle libere. Per i più estrosi arriva un editor grafico molto profondo, per personalizzare le grafiche del casco, del numero e della scritta personale sulla tuta.
I volti del proprio alterego sono limitati, e con una grave dimenticanza in sfavore di una minoranza: ci sono ragazzi e ragazze, bianchi, neri ed orientali ma manca un barbuto. Il ché mi ha indispettito parecchio. 

Rimangono piloti e moto che hanno segnato gli ultimi 30 anni di Motomondiale, si possono replicare le sfide tra Rainey e Schwantz, tra Biaggi e Rossi e tra Rossi e Stoner. Scompaiono le 125 e 250 a 2 tempi, mentre arrivano nella serie le MotoGP da 800cc. Presenti inoltre l’astratta Aprilia RSW-2 500 bicilindrica, con McWilliams pilota, ed il derapatore seriale McCoy con la Yamaha Red Bull. Oltre ai circuiti ufficiali della stagione 2019, sono presenti tre tracciati extra: Laguna Seca, Donington Park e Barcellona con la vecchia curva 10 tutta tonda. Per la gioia di Valentino Rossi.

MotoGP19 è nel complesso un ottimo videogioco, fruibile da chiunque grazie ad una ben spaziata personalizzazione della difficoltà. Le tante opzioni presenti permettono di aumentare o diminuire il grado di sfida, il realismo e l’incidenza della fisica sul comportamento delle moto. Nonostante alcuni dettagli secondari approfonditi in maniera superficiale, mi vien da dire che MotoGP 19 sia il videogioco più realistico di sempre tra quelli dedicati alle due ruote. Ci è voluta Milestone per superare Milestone.





Tags : A.N.N.A.koch mediamilestonemotogpmotogp videogamemotogp19
Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.