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Quartararo attacca la Sprint Race: “Era una giungla, il primo giro sembrava l’ultimo!”





Fabio Quartararo, per esprimere la propria disapprovazione nei confronti del format che accompagnerà la stagione 2023 della MotoGP, non ha utilizzato particolari giri di parole. Il nizzardo della Yamaha, che ha chiuso la Sprint Race del GP del Portogallo al 10° posto dopo essere piombato in 18ª posizione per via dell’avventato attacco portato nei suoi confronti da Joan Mir, è stato infatti decisamente chiaro e diretto nelle interviste post gara in quel di Portimao.

quartararo
© MotoGP

“No, non mi è piaciuto affatto – ha esordito infatti il #20 rispondendo a chi gli chiedeva se avesse apprezzato o meno il format della Sprint Race che ha esordito quest’anno – “Ci sarà un grosso incidente, e ci sarà molto presto. È una vera e propria giungla. Non è come accade con le auto, dove se ci si tocca non ci sono particolari problemi ed è tutto molto più sicuro. Fortunatamente questa volta non è successo nulla di gravissimo, ma ci sono ancora 20 gare sprint da disputare: non mi piace affatto. Oggi sono stati solamente Marini e Bastianini a cadere a seguito di un contatto, ma in futuro ci saranno chiaramente molte più cadute”. A tirare acqua al mulino di Quartararo, nel pomeriggio di Portimao, hanno provveduto le conseguenze fisiche accusate dal #23 di Ducati a seguito della caduta: il riminese ha infatti accusato la frattura della scapola, un infortunio che lo costringerà sicuramente a saltare la tappa argentina e che metterà a serio rischio la sua presenza anche in quella texana.

“Non sono particolarmente sorpreso” – ha poi proseguito il francese della Yamaha parlando dell’aggressività vista in pista – “Siamo di fronte a una gara di appena 12 giri. So bene che disputare due gare da 25 giri ciascuna sarebbe molto complesso fisicamente, ma in 25 giri si ha a disposizione più tempo. In una Sprint Race se perdi tre posizioni sei rovinato, quindi penso che per questioni di sicurezza sarebbe meglio fare due gare da 25 giri che non una da 12. Non voglio lamentarmi troppo, ma credo che sia davvero qualcosa che ha a che fare con la nostra incolumità”. “Negli ultimi giri io e Alex (Marquez, ndr) ci siamo toccati tre o quattro volte, ma quello non è un problema: è la gara – ha aggiunto ancora il #20 – “Nei primi giri però la situazione è diventata davvero pazzesca. Per noi piloti è normale agire in un certo modo, ma siamo a cavallo di moto che a volte reagiscono in modo tale da non poter essere controllate”.

“Noi piloti non abbiamo alcun potere decisionale – ha incalzato Quartararo – “Chi è che decide quale format adottare? Loro. Noi facciamo tante cose, ma le modifiche riusciamo sempre ad apportarle dopo e quindi, a un tratto, ti chiedi anche se abbia senso parlare”. “Domani disputeremo la gara da 25 giri, che non sarà poi troppo diversa da quella vista ma che penso sarà migliore nelle prime fasi. Comprendo la necessità di dover essere aggressivi, ma oggi sembrava che il primo giro fosse l’ultimo. È normale che accadano certe cose perché nessuno vuole perdere delle posizioni, ma c’è il rischio che in futuro tutti debbano lottare in questo modo. E questo, sinceramente, lo ritengo abbastanza pericoloso”, ha infine concluso un visibilmente infastidito Fabio Quartararo. 





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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow