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Fascette e nastro americano per Alonso: “L’incidente? Fa parte della gara, contento di proseguire”





Il Day 2 della Dakar 2020 non si è di certo rivelata la più fortunata delle giornate per Fernando Alonso. L’asturiano, che lungo la prima sezione dei 367 km cronometrati che hanno condotto la carovana del Rally Raid da Al Wajh a Neom, aveva infatti messo in mostra un ottimo passo gara prima che un impatto con un ostacolo nascosto nella sabbia non distruggesse la sospensione anteriore sinistra della sua Toyota Hilux. 

© A.S.O. / DPPI / F. Gooden
© A.S.O. / DPPI / F. Gooden

Il due volte Campione del Mondo di F1, come la miglior tradizione della Dakar insegna, ha ovviamente operato in prima persona nel tentativo di riparare il mezzo e, con l’aiuto del navigatore Marc Coma ed a suon di fascette e nastro americano, è effettivamente riuscito a rimettere in sesto la propria auto ed a rientrare in corsa. Il tempo perso durante le riparazioni è stato però parecchio, ed è così che da una promettente 11^ posizione assoluta conquistata nella prima tappa Alonso è piombato fino al 47° posto, ad oltre due ore di distacco dall’attuale leader Orlando Terranova. Lo spagnolo, intervistato dai media una volta giunto a Neom, si è ovviamente mostrato rammaricato, ma allo stesso tempo ha dichiarato di essere soddisfatto per aver saputo ovviare al problema e per essere dunque riuscito a proseguire la sua Dakar d’esordio.

“Abbiamo centrato qualcosa nascosto sotto la sabbia” – ha detto l’asturiano – “Non sappiamo nemmeno cosa fosse, perché non riuscivamo a vedere nulla. Abbiamo fatto 48 km molto velocemente e siamo riusciti a raggiungere Van Loon che era davanti a noi, dopodiché abbiamo fatto 120 km nella polvere. E’ stato incredibile, perché la visibilità fino al momento dell’impatto era praticamente pari a zero“. “Abbiamo iniziato subito a riparare la vettura” – prosegue Alonso – “Solo dopo tanto tempo siamo riusciti a correre di nuovo, con 120 km ancora da percorrere. Siamo arrivati con cautela, ma per noi anche questa è esperienza. Volevo venire alla Dakar e viverla. Questa cosa fa parte della gara, quindi sono comunque contento di essere arrivato al traguardo e di poter continuare“.

“All’inizio avevamo pensato di dover attendere l’assistenza, perché alle nostre spalle c’è sempre un camion che viaggia con un ritardo di 4-5 ore – spiega ancora lo spagnolo – “Però con calma abbiamo iniziato a smontare ciò che era possibile smontare, abbiamo avuto contatti con il team dicendo loro i progressi fatti ed alla fine abbiamo capito che avremmo potuto quasi ripararlo del tutto. Abbiamo lavorato con quell’obiettivo, e nel corso di questi mesi ci siamo allenati anche per fronteggiare simili situazioni“. “Per noi alla fine è stata comunque una discreta giornata. In generale il ritmo è stato buono, anche se sono riuscito a fare solo 48 chilometri come avrei voluto. La navigazione sta andando molto bene, ed in generale le sensazioni sono buone. Diciamo che ad oggi è solamente il risultato la parte negativa“, ha concluso infine Alonso.





Tags : Dakardakar 2020fernando alonsomarc coma
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow