Quando è sventolata la bandiera a scacchi sul Q2 delle qualifiche del Gran Premio dell’Emilia Romagna, mentre le due Ferrari SF-25 di Charles Leclerc e Lewis Hamilton incassavano una clamorosa esclusione davanti al pubblico emiliano, davanti a tutti c’era la Williams FW47 di Carlos Sainz. Come – e dove – la monoposto di Grove e il #55 sono stati più efficaci delle due Ferrari?

È sembrato quasi uno scherzo del destino il fatto che, nel momento esatto in cui Charles Leclerc e Lewis Hamilton rimanevano invischiati nel Purgatorio del Q2 durante le qualifiche del GP dell’Emilia Romagna, davanti a tutti ci fosse Carlos Sainz. Proprio lui, proprio lo spagnolo che ha trascorso il 2024 da separato in casa in attesa dell’arrivo del sette volte Campione del Mondo, si ritrovava in vetta alla classifica mentre la sua ex scuderia sprofondava nel pantano della seconda metà di classifica con entrambe le vetture.
Solamente otto mesi fa uno scenario del genere appariva francamente impronosticabile, ma la stagione 2025 sta insegnando – ahinoi una volta di più – ai coriacei tifosi Ferrari che storia, blasone, proclami e slogan non sono sufficienti per vincere gare e campionati. Al momento il team di Maranello oscilla pericolosamente tra l’essere la quinta o la sesta forza in campo, preda di una SF-25 che proprio non vuole saperne di funzionare a dovere, e per l’attuale monoposto della Scuderia risulta abbastanza impietoso persino il confronto con una vettura di un team che ha già dichiarato di essere più concentrato sul 2026 che non sul 2025.
Il cronometro, dopotutto, parla in modo abbastanza chiaro. Carlos Sainz chiude il Q2 siglando la migliore prestazione della manche in 1’15”198: Charles Leclerc e Lewis Hamilton, com’è noto a tutti costretti rispettivamente all’11ª e 12ª posizione, terminano il loro Q2 in 1’15”604 e in 1’15”765. I millesimi che hanno separato i due ferraristi dalla prima posizione in classifica (lo ricordo, occupata da una Williams) sono stati 406 nel caso di Leclerc e 567 nel caso di Hamilton: troppi, decisamente troppi, per i piloti di una squadra che neanche quattro mesi fa sosteneva di voler lottare per entrambi i Titoli Mondiali.

I problemi, per Leclerc e Hamilton, iniziano sin dalle prime battute del loro miglior giro. Miglior giro che, a sottolineare come ben più di qualcosa non stia funzionando a dovere sulla SF-25, è stato messo a segno con gomme Soft C6 lievemente usate. Basta infatti il primo cambio di direzione del Tamburello a mettere in difficoltà le monoposto di Maranello, con l’uscita di Curva 4 che sancisce il via di un calvario lungo 4,909 km: dopo appena poche centinaia di metri Leclerc e Hamilton si ritrovano infatti ad accusare un ritardo di 180 millesimi e 268 millesimi dal crono dello spagnolo, che esce dalla curva con 4 km/h di velocità in più rispetto al #16 e con 9 km/h di margine sul #44. Sainz è peraltro il più veloce dei tre anche nella percorrenza della Variante del Tamburello, con la Williams FW47 che nel punto più lento transita a 174 km/h contro i 172 km/h di Leclerc e i 171 km/h di Hamilton.

Nel breve allungo che porta al cambio di direzione della Villeneuve le due Ferrari SF-25 mantengono costante il proprio ritardo nei confronti della Williams FW47 nonostante la predetta minore velocità di uscita da Curva 4, ma per i piloti di Maranello la situazione torna a complicarsi non appena arriva il momento di affrontare Curva 5. Tanto Leclerc quanto Hamilton ricominciano infatti a perdere terreno da Sainz sin dalla fase di inserimento, che il #55 affronta a 291 km/h contro i 288 km/h del #16 e i 282 km/h del #44, con il richiamo verso destra di Curva 6 che inquadra nuovamente la sofferenza dei due piloti Ferrari. Sainz infatti è più veloce non solo in percorrenza (lo spagnolo transita nel punto più lento della Villeneuve con un margine di 10 km/h su Leclerc e di 9 km/h su Hamilton) ma anche in uscita, continuando così a guadagnare fino alla staccata della Tosa. Sulla base di quanto finora analizzato, non deve quindi stupire che la fotocellula del primo settore emetta un verdetto senza appello nei confronti della Ferrari SF-25: la monoposto di Maranello completa il tratto iniziale dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari in 24”007 con Charles Leclerc e in 24”132 con Lewis Hamilton, con la Williams FW47 di Carlos Sainz che impiega invece 23”663 per percorrere la stessa strada.
Le difficoltà di Leclerc e Hamilton, che riescono a recuperare qualcosina alla Tosa anche per via dell’interpretazione non perfetta avuta da Sainz, proseguono poi anche nel secondo settore. Il #55 esce infatti meglio dalla Piratella e, soprattutto, è tremendamente più veloce delle due SF-25 nella sezione delle Acque Minerali. Se fino all’ingresso di Curva 11 il distacco accusato dal #16 e dal #44 era rimasto pressoché invariato, all’altezza dell’uscita di Curva 12 torna a lievitare: alla prima delle Acque Minerali Sainz passa a 282 km/h contro i 255 (!!!) km/h di Leclerc e i 266 (!!!) km/h di Hamilton, e questa velocità d’ingresso maggiore il #55 la porta con sé per tutta la fase percorrenza risultando così costantemente – e sensibilmente – più veloce di entrambe le SF-25. Nel punto più lento della seconda delle Acque Minerali il #55 transita con un margine di 1 km/h nei confronti di Leclerc e di 2 km/h nei confronti di Hamilton, portando così il proprio vantaggio nei loro confronti rispettivamente oltre la soglia dei 5 decimi e dei 7 decimi, ed è solo per via di un’uscita di curva peggiore dello spagnolo che il #16 e il #44 riescono a recuperare qualcosa (millesimi, sia chiaro) nell’allungo che porta fino alla Variante Alta. Alla fine del secondo settore il cronometro fotografa in modo drammaticamente chiaro la situazione: Leclerc completa i primi due terzi del giro in 50”215, Hamilton in 50”320 e Sainz in… 49”813.

Nel terzo settore, composto com’è anche da due allunghi piuttosto importanti, la Ferrari SF-25 dà modo a Leclerc e Hamilton di contenere i danni. Il #16 e il #44 perdono tanto terreno nei confronti del #55 nella percorrenza della Variante Gresini, ma la maggiore velocità portata al centro della chicane dallo spagnolo costringe quest’ultimo a uscire in modo meno deciso e a perdere quindi tutto il tempo guadagnato nel destra-sinistra. Lo stesso si verifica alla Rivazza 2: Sainz ancora una volta porta maggiore velocità a centro curva, ma questo ingresso così aggressivo si traduce in un’uscita non ottimale che porta il #55 a perdere qualche centesimo in tutta la fase di accelerazione successiva. Non è un caso, infatti, che il terzo sia l’unico settore in cui Leclerc e Hamilton patiscono in modo quasi nullo il confronto con Sainz: il monegasco lo completa in 25”389, l’inglese in 25”445 e lo spagnolo in 25”385, con appena 60 millesimi di secondo a racchiudere le tre monoposto.
Le qualifiche del GP dell’Emilia Romagna, come emerge dall’analisi della telemetria, hanno dunque disegnato un quadro dalle tinte rosse pesantemente offuscate. A schiarirle difficilmente basterà un’eventuale buona prestazione domenicale, ottenuta magari sfruttando anche una gara caotica: i problemi, pure al netto di un ipotetico risultato positivo, ci sono, sono evidenti e costringono il team di Maranello a inseguire e a confidare nel caso e nel caos. Non di sole speranze di difficili rimonte può vivere la Scuderia Ferrari: sarebbe ora che qualcuno lo ricordasse.