Tante cose cambiano in 23 anni. Nel 1998, sopra New York ancora troneggiavano le Torri Gemelle; in Italia il primo Governo Prodi lasciava spazio al mandato di D’Alema; nel Mondiale Rally, Tommi Makinen vinceva il titolo in maniera rocambolesca contro Carlos Sainz, e chi scrive quest’articolo stava per la prima volta mettendo piede nel mondo degli umani.
Il 28 marzo 1998 è anche la data di inizio di un sodalizio destinato a cambiare per sempre il Motorsport: al Rallye National Epernay Vins de Champagne, a bordo della Citroen Saxo Kit Car #10, il 24enne Sebastien Loeb prendeva il via navigato dal 25enne Daniel Elena, nel primo capitolo di una storia straordinaria e sparsa lungo l’arco di un quarto di secolo.
Una storia che avrà termine, o quantomeno un brusco momento di arresto, nel gennaio 2022, quando, in occasione della sesta Dakar del Cannibale alsaziano, sul sedile di destra figurerà un volto nuovo. La separazione da Elena, annunciata nella serata del 16 marzo da una serie di comunicati stampa pubblicati da tutte le parti in causa, è giunta come una bomba sul sereno mondo del Motorsport.
A sconvolgere, infatti, non è tanto l’assenza del monegasco dal sedile di destra (circostanza già verificatasi più volte in occasione di gare minori, in cui Loeb spesso partecipava affiancato prima dalla moglie, poi, dopo la separazione, dalla fidanzata), quanto il fatto che tale assenza non è frutto di un accordo tra le parti, bensì di un appiedamento a senso unico del Copilota più vincente della storia dei Rally.
Come se l’interruzione di un rapporto così lungo e proficuo non fosse una notizia sufficiente, peraltro, a rincarare la dose si sono aggiunti alcuni dettagli non trascurabili: la decisione, ufficializzata comunque da Loeb, è stata infatti frutto di forti pressioni provenienti dal team Prodrive, con il quale la coppia ha corso nell’edizione di quest’anno, che ha giudicato Elena inadatto al ruolo e non sufficientemente motivato, sostanzialmente costringendo il proprio pilota a scegliere tra il proprio amico e collega, ed un volante per il 2022.
Prevedibilmente, il naviga classe ’72 non ha gradito la notizia, e, caratterizzato dall’indole che sempre lo ha contraddistinto, si è lanciato in parole al vetriolo contro la squadra:
La vostra macchina non è ad un livello sufficiente per vincere, siete una squadra male organizzata e non mi avete ascoltato. Ho passato ore con il mio ingegnere a discutere di cosa fare, non per provare a vincere una sola Dakar, ma per avere una macchina solida. Ma nessuno ha ascoltato i consigli, che venissero da me, da Nani Roma, o da Seb. Hanno fatto quello che volevano loro, ed è normale, è la loro filosofia: loro sono Prodrive, quelli che vincono tutto [ironia di Elena, NdR].
Ma l’ultimo titolo che hanno vinto nel WRC risale al 2003 con Solberg, dopodiché solo Loeb ed Elena. Alla Dakar ho fatto la mia parte. Quest’anno ho commesso degli errori di navigazione, ma l’hanno fatto tutti.
Siete riusciti a mettere fine ad un rapporto di lavoro durato 23 anni, ad opporci ed a separarci. Vi faccio i complimenti.
Seb, non ho nulla contro di te, sarò sempre con te, saremo sempre amici. Ti auguro il meglio con il tuo futuro copilota e con gli inglesi del il team Prodrive.
Più neutrale il tono di Loeb, che come il collega si è fatto prendere dal sentimentalismo sul finale, ribadendo l’indissolubilità del legame di amicizia che lo lega ad Elena ed augurandogli il meglio per le prossime avventure.
Si apre ora la partita per selezionare la figura che dovrà andare a colmare un vuoto pesantissimo, sul sedile di destra che ha ospitato uno dei personaggi più carismatici e talentuosi nella storia dell’automobilismo.
E, anche se per la prima volta non lo accompagnerà tra le dune del deserto, crediamo di conoscere già il nome del pilota che sarà tifato in casa Elena. Questo, a meno che il monegasco non decida di andare alla ricerca di un incredibile riscatto sull’auto di un qualche rivale…