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Ferrari (ancora) hackerata: “Non pagheremo nessun riscatto”





La Ferrari ha comunicato di aver subito un attacco hacker ai propri sistemi informatici. La casa di Maranello ha annunciato che non pagherà nessun riscatto.

Scuderia Ferrari Press Office

Ci risiamo. Dopo l’attacco subito a ottobre tramite ransomware, a Maranello hanno di nuovo subito una breccia all’interno dei propri sistemi di protezione dei dati. Anche questa volta, ad essere colpita non è stata la parte sportiva (che ha già i suoi problemi), ma quella stradale. Secondo quanto dichiarato dalla stessa Ferrari, ad essere rubati sarebbero i dati di contatto di alcuni clienti, per i quali è stata fatta una richiesta di riscatto che l’azienda non ha intenzione di pagare.

“Acconsentire a simili richieste – spiega la Ferrari in una nota – finanzierebbe attività criminali e permetterebbe agli autori delle minacce di perpetuare i loro attacchi”. Non c’è nessun impatto sull’operatività dell’azienda”.

Dopo aver ricevuto tale richiesta abbiamo immediatamente avviato un’indagine in collaborazione con una società di cybersicurezza leader a livello mondiale. Inoltre, abbiamo informato le autorità competenti e siamo certi che faranno tutto quanto in loro potere nello svolgimento delle indagini. Siamo convinti che la migliore linea d’azione sia quella di informare la nostra clientela, abbiamo notificato ai nostri clienti la potenziale esposizione dei loro dati e la natura dell’evento”.

“Ferrari – chiude infine il comunicato dell’azienda – tratta molto seriamente il tema della confidenzialità dei propri clienti e comprende l’importanza di quanto accaduto. Abbiamo collaborato con esperti per rafforzare ulteriormente i nostri sistemi, della cui solidità siamo fiduciosi. Possiamo inoltre confermare che la violazione non ha avuto alcun impatto sull’operatività della nostra azienda“.

A febbraio 2022 la Ferrari aveva interrotto la sua più che decennale partnership con l’azienda russa Kaspersky, specializzata in sicurezza informatica, a seguito dell’invasione dell’Ucraina e del fuggi fuggi generale dalla Russia. A sostituirla è stata la rumena Bitdefender, il cui logo campeggia sulle vetture e sulle tute di Leclerc e Sainz: tuttavia, questo è già il secondo attacco hacker che si verifica in sei mesi (il primo, ricordiamolo, è avvenuto a meno di una settimana di distanza dall’accordo). Sembrerebbe, quindi, che le deludenti prestazioni messe in scena finora dalla SF23 non siano il principale problema in quel di Maranello. Eppure, per citare un saggio, per non correre rischi sul web, “basta un click”





Tags : attacco hackerferrariscuderia ferrari
Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.