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Verstappen attacca: “Cosa è successo alla Ferrari? Hanno smesso di barare”





Una monoposto ritirata dopo pochi giri – peraltro da incubo, visto il ritmo mostrato – e la vettura gemella in possesso di un passo gara mai stato al livello dei primi della classe. In estrema sintesi è stato questo il GP degli Stati Uniti per la Scuderia Ferrari, team che arrivava da diverse prestazioni estremamente positive (a seguito invece di una prima parte di stagione disastrosa) e che, improvvisamente, ad Austin è sembrato tornare alle prese con moltissimi fantasmi del proprio recente passato. 

© Getty Images / Red Bull Content Pool
© Getty Images / Red Bull Content Pool

Se la mancanza di brio nella prestazione di Charles Leclerc può comunque essere spiegata con la presenza, sulla monoposto del #16, della PU Spec 2 – ben meno potente dell’evoluzione che ha consentito alla Scuderia Ferrari di acquisire una superiorità clamorosa sui tratti rettilinei -, i dubbi maggiori aleggiano attorno alla prova di Sebastian Vettel, imbolsito in maniera quasi inspiegabile sin dai primissimi metri della corsa, mai in grado di attaccare neppure le meno performanti Renault e McLaren ed infine costretto a ritirarsi a causa di un cedimento che ha del clamoroso sotto diversi punti di vista. Mentre in quel di Maranello si interrogano dunque su quali – e quanti – possano essere stati i motivi alla base di una simile inaspettata debacle, qualcuno a margine del GP degli Stati Uniti aveva già le idee ben chiare su quello che fosse successo in casa Ferrari.

Quel qualcuno, neanche a dirlo, è Max Verstappen, punta di diamante di quella Red Bull che proprio nel corso del fine settimana a stelle e strisce ha inviato una lettera di chiarimento alla FIA invitando la Federazione ad indagare sul rispetto da parte di tutti della normativa che riguarda il flusso di carburante nel corso della gara. Il team di Milton Keynes, che per bocca di Helmut Marko da ormai diverse settimane insinua presunte irregolarità nella terza evoluzione della Power Unit di Maranello, avrebbe nutrito infatti dei sospetti sul rispetto dei fatidici 100 kg/h di portata del carburante da parte della Scuderia Ferrari, che con la nuova Power Unit sarebbe riuscita a trovare un escamotage per aggirare questa limitazione. Sebbene la richiesta di chiarimenti si sia sostanzialmente risolta in un buco nell’acquaNikolas Tombazis, responsabile tecnico monoposto della FIA, ha infatti risposto a tutti i team non segnalando irregolarità in alcuna delle scuderie -, la mancata supremazia delle due SF90 sui lunghi rettifili di Austin sarebbe per molti l’evidente prova che in Ferrari, ora che i riflettori si sono accesi, abbiano preferito abbassare la potenza dei propri propulsori per adottare un basso profilo che consenta di loro di non finire ulteriormente sotto la lente d’ingrandimento.

© Dan Istitene / Getty Images / Red Bull Content Pool
© Dan Istitene / Getty Images / Red Bull Content Pool

“Cos’è successo alla Ferrari? Quello che succede non appena smetti di barare, è ovvio – ha così dichiarato il #33 in un’intervista rilasciata nel dopo gara a ZiggoSport, emittente olandese del Circus – “Ora sì, hanno potuto veder bene cosa succede. Adesso dovremo continuare a tenere d’occhio la situazione, ovviamente. Non sono affatto sorpreso per quanto accaduto: dopo quello che è venuto fuori credo che si spieghi tutto“. Parole di fuoco quelle del giovane olandese, che nella loro schiettezza stonano addirittura con quelle, più caute, che Helmut Marko aveva utilizzato durante un colloquio con Motorsport.com“Preferirei non dover commentare dei sospetti” – aveva infatti esordito il manager austriaco – “Ma la Ferrari riesce a produrre uno straordinario aumento delle prestazioni che va analizzato e spiegato. Quando guardi le curve di potenza e quanto sono veloci, è incredibile come un motore possa distinguersi in un modo così evidente. Aspettiamo e vediamo cosa succede: la FIA deve fare chiarezza”. 

Chiarezza che, nonostante sulla specifica richiesta di Red Bull sia già stata fatta, non sembra essere tuttavia in grado di convincere tutti i protagonisti del Circus. E ora, mentre la Ferrari fa quadrato attorno alla sua Power Unit ed alle sue scelte, ci si chiede quali evoluzioni ulteriori possa avere una vicenda che, già nel corso del weekend del Messico, avrebbe potuto avere risvolti clamorosi a seguito di un reclamo formale – poi non presentato – che Mercedes pare abbia pronto proprio nei confronti del team di Maranello. Che la scuderia di Brackley possa ora prendere coraggio dopo aver capito di non essere la sola a nutrire dei sospetti sulla…”biada” utilizzata dal Cavallino?





Tags : f1formula 1gp austingp stati unitiMax Verstappenscuderia ferrari
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow