Il Gran Premio di Long Beach è andato ad Alexander Rossi! Il pilota italoamericano ha dominato la corsa fin dall’inizio e chiude davanti a tutti con un vantaggio superiore ai 15”. Dietro di lui ha brillato Scott Dixon, che dopo una sosta troppo lunga è stato chiamato a una rimonta e l’ha coronata con la medaglia di bronzo. Ma a sorridere è Josef Newgarden, che estende la leadership iridata.

Fin dall’inizio la corsa aveva visto Rossi con una marcia in più. In partenza Scott Dixon l’aveva aggredito alla prima curva, ma era riuscito a difendersi. E qui, il disastro: tre macchine si arenano in mezzo alla pista. È la prima caution della corsa. Ad annaspare sono Harvey (addirittura sull’erba della curva della fontana), Ericsson e Pigot. Quando ritorna la bandiera verde, in testa il copione si ripete: Dixon inquadra nel mirino Rossi, si prende l’esterno ma deve arrendersi alla staccata del #27.
Da questo momento in poi la prima posizione non è più in gioco. Il pilota del team Andretti ha avuto un’ottima giornata e l’ha dimostrata con un passo gara impressionante. Ha scavato un notevole vantaggio grazie a numerosi giri sotto l’asticella dell’1’09”. Dopodiché, raggiunta quota 10 secondi, ha iniziato a gestire le gomme. La fortuna l’ha messo anche al riparo dall’imprevedibile incidente di Ferrucci, che attorno al giro 30 ha spaventato Newgarden, Sato ed Herta, ancora non rientrati ai box. Ma gli strateghi Andretti avevano richiamato Rossi al giro 27.
Dietro di lui la piazza d’onore è stata a lungo controllata da Scott Dixon, che però l’ha persa ai danni di Newgarden e Power dopo la prima sosta. I due piloti Penske avevano allungato, beneficiando della pista libera. E il traffico ha costretto il Kiwi a strappare di forza il bronzo virtuale a Power con una staccata profonda in prima curva. Il #12 ha provato a reagire, ma è andato lungo, scivolando addirittura in ottava posizione. Nonostante l’impegno, Dixon non è riuscito a raggiungere Josef Newgarden. E al giro 57 ha subito problemi col bocchettone di rifornimento: perciò è fallito l’undercut che impensieriva gli strateghi del #2. Josef Newgarden ha perciò mantenuto la medaglia d’argento fino al traguardo: 40 punti che gli consolidano un netto vantaggio in classifica generale.
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— NTT IndyCar Series (@IndyCar) April 14, 2019
Il povero Dixon ha perciò dovuto scalare dalla quinta posizione, alla ricerca del podio. Ma l’impresa, stavolta, gli è riuscita. Complici le gomme rosse (cioè le morbide delle Firestone), il Kiwi ha segnato un ritmo anche al di sotto dell’1’09” (asticella sempre più difficile da abbattere nel corso della gara). E così è riuscito a infilare Ryan Hunter-Reay nel corso del giro 82, per lanciarsi poi all’attacco di Graham Rahal. Il figlio d’arte si è difeso in modo coriaceo. Troppo coriaceo. E così la direzione gara ha ribaltato il risultato del photofinish: Dixon sale sul podio, Rahal si ferma alla medaglia di legno.
Nelle posizioni di rincalzo segnaliamo il ritiro di Colton Herta, che era invece autore di una bella gara. Non è un caso che il rookie si sia mostrato molto abbattuto nelle interviste al margine del muretto box… Per tacere di un problema al motore che ci ha privato della verve di Pato O’Ward, scivolato fin in 12^ posizione. A fine corsa vivacizza i giochi un breve duello tra Chilton e Veach, che disturba il povero Newgarden aggravando il ritardo da Rossi fino a 16”.
Il campionato piloti arride però al secondo arrivato. Newgarden è infatti sempre più in testa, con 165 lunghezze all’attivo. Lo insegue proprio Rossi, a quota 137 e in salita di due piazze. Seguono Scott Dixon (133), Takuma Sato (115), Ryan Hunter-Reay (96) e James Hinchcliffe (93). Tra i Costruttori, la Honda conduce a 353 punti contro la Chevy (278).
