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Si chiude nel giardino di casa di Lewis Hamilton il primo trittico Back-to-back nella storia della Formula 1. Sarà infatti l’asfalto inglese del circuito di Silverstone a fare da scenario al decimo appuntamento stagionale del Mondiale di F1, destinato ad andare in scena a meno di 7 giorni di distanza dal round austriaco del Red Bull Ring. Sebastian Vettel è atterrato oltremanica con un solo punto di vantaggio sul #44, reduce dal cocente ed inaspettato ritiro tra le montagne della Stiria, ed ecco quindi le caratteristiche principali del circuito sul quale tutti si aspettano una reazione sua e della Mercedes. 

© Mark Sutton / Sutton Images
© Mark Sutton / Sutton Images

Ricavato inizialmente da un vecchio aeroporto della RAF (la Royal Air Force, ndr), il layout del circuito di Silverstone è cambiato di molto rispetto al disegno originario della pista, che risale addirittura al 1950 e che sfruttava semplicemente le piste dell’aeroporto unite da dei tratti asfaltati di raccordo. Un giro del tracciato inglese così com’è ora – dopo l’ultima modifica avvenuta nel 2011 – è lungo 5,891 km ed i piloti, al termine dei 52 passaggi previsti, avranno percorso complessivamente 306,198 km. Sono 18 le curve di Silverstone, delle quali 10 a destra ed 8 a sinistra, con alcuni complessi – come quello di Maggots, Becketts e Chapel – che sono ormai diventati iconici nella storia della F1. Nonostante il numero elevato di curve, quello inglese è un tracciato piuttosto veloce: i piloti trascorrono infatti il 66% del tempo sul giro con l’acceleratore completamente pigiato, e ciò comporterà un consumo medio di 2,02 kg/giro e delle velocità massime nell’ordine dei 320 km/h. 

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Poco sollecitati sono, per via sempre del layout della pista, i freni, con Brembo che classifica Silverstone come uno dei circuiti meno impegnativi per i propri impianti frenanti. I piloti utilizzano il pedale del freno solamente per 11″5 in ogni passaggio (equivalente al 14% del tempo complessivo di gara), ed il valore medio di decelerazione è di appena 3,7 G. L’energia dissipata a fine GP da ciascuna monoposto sarà pari a 103 kWh – la metà di quanto fatto registrare da piste come l’Hungaroring o Singapore – mentre a fine gara ogni pilota avrà esercitato sul pedale del freno un carico totale di 42 tonnellate, vale a dire l’equivalente di 3 bus londinesi a due piani. Sono tre le frenate più impegnative per l’impianto frenante: la prima è quella di Curva 3, dove si scala da 291 a 113 km/h percorrendo 107 m in 2″43 e subendo 4,7 G di decelerazione; la seconda è quella di Curva 16, in cui si passa da 283 a 107 km/h in 106 m e 2″34 registrando un uguale decelerazione; ed infine la terza è la Brooklands (Curva 6), dove si frena da 318 a 172 km/h in 2″07 e subendo una decelerazione di 4,4 G. Brembo avverte però i team del rischio di “glazing”, la vetrificazione del materiale d’attrito, che potrebbe verificarsi in caso di pioggia o di temperature che crollino rapidamente e che potrebbe causare qualche grattacapo alle varie scuderie. Poco sollecitata è anche la trasmissione, con circa 50 cambi registrati mediamente in ogni giro nel corso del 2017, mentre il più elevato valore di forza G in percorrenza lo si registrerà in Curva 11, dove si toccheranno i 4 G per 1″. 

Come già accaduto al Red Bull Ring, 3 saranno le zone DRS previste per il GP d’Inghilterra. Due saranno quelle “tradizionali”, vale a dire quella che troverà posto sul rettifilo che da Curva 5 porta alla Brooklands (con il Detection Point posizionato all’ingresso di Curva 3) e quella che sarà messa sull’Hangar Straight con l’annesso Detection Point piazzato all’ingresso di Curva 3, mentre una sarà decisamente poco convenzionale: la terza – e nuova – zona d’utilizzo dell’ala mobile troverà infatti posto non solo sul rettifilo di partenza / arrivo, ma anche per tutta la percorrenza di Curva 1 e Curva 2. Esattamente, avete capito bene: per la prima volta il DRS potrà essere utilizzato dai piloti anche in curva, con l’ala mobile che si richiuderà non appena il pilota deciderà di toccare il pedale del freno. Un inutile vezzo oppure un modo per riscoprire il coraggio dei piloti? Chissà, nel dubbio il Detection Point della terza ed ultima zona DRS è piazzato in ingresso di Curva 18, con Whiting e compagni che sperano che l’aumento dei tratti di pista in cui utilizzare l’ala mobile possa quantomeno eguagliare i 32 sorpassi visti nel 2017. Per 26 volte nel corso della storia in Gran Bretagna ha trionfato il pilota che partiva dalla Pole Position, mentre si attesta al 56% la possibilità di veder scendere in pista la Safety Car. Il tempo ottimale per effettuare un Pit Stop inoltre, con la Pit Lane lunga 437 m, si attesta sui 27″580.

Poco fa parlavo di “giardino di casa” di Lewis Hamilton non a caso. Appartengono infatti tutti all’inglese i record del tracciato di Silverstone, a partire dall’1’26″600 messo a segno in prova, passando per l’1’30″621 fatto segnare in gara e chiudendo con l’1 H 21’27″430 con cui ha chiuso il GP. Tutti questi primati sono stati centrati a bordo della Mercedes W08 Hybrid, l’arma con cui il #44 dominò l’edizione 2017 del GP andando a precedere Valtteri Bottas e Kimi Raikkonen, risalito sul podio dopo un problema ad una gomma che pochi istanti dopo colpì anche Sebastian Vettel.

© Pirelli F1 Press Area
© Pirelli F1 Press Area

A proposito di gomme. Pirelli in Gran Bretagna, oltre a far esordire la mescola Hard accompagnandola alle Medium ed alle Soft, porterà per la terza ed ultima volta nel corso di questa stagione i famigerati pneumatici con il battistrada assottigliato di 0,4 mm. Quello di Silverstone è uno dei circuiti più impegnativi per Pirelli a causa dell’elevata deportanza e delle enormi forze laterali di Barcellona, ed è per questo che il fornitore milanese non se l’è sentita di portare mescole più morbide. “Abbiamo potuto vedere anche dai dati ricavati dalle competizioni GT che il nuovo asfalto potrebbe portare ad un abbassamento dei tempi sul giro con conseguenti carichi maggiori sulle gomme – ha detto infatti Mario Isola “ed è per questo motivo che quest’anno abbiamo deciso di non portare mescole più morbide. Occhio al colore della spalla, oltretutto: la Hard presenterà infatti una colorazione diversa rispetto al passato, con una tinta “Ice Blue” che potrebbe indurre qualcuno a confonderla con una FullWet. FullWet che, assieme alle fide Intermedie, stando alle previsioni attuali non dovrebbero essere utilizzate: il meteo parla infatti di clima variabile (con temperature nell’ordine dei 28°), ma per ora il rischio di pioggia sembrerebbe scongiurato.

© Pirelli F1 Press Area
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Il GP di Gran Bretagna sarà ancora una diretta esclusiva di SkySport F1 (canale 207), mentre TV8 proporrà il weekend in differita. Ecco tutti gli orari, mentre quelli del fine settimana di F2 e GP3 li trovate qui.

Venerdì 6 luglio

  • 11:00 – 12:30 -> FP1 | diretta su Sky
  • 15:00 – 16:30 -> FP2 | diretta su Sky

Sabato 7 luglio

  • 12:00 – 13:00 -> FP3 | diretta su Sky
  • 15:00 -> Qualifiche | diretta su Sky, differita su TV8 a partire dalle 19:45

Domenica 8 luglio

  • 15:10 -> GP Gran Bretagna | diretta su Sky, differita su TV8 a partire dalle 21:00

 





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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow