Non capita spesso che la stagione di una serie automobilistica si apra con il proprio appuntamento più celebre: un perfetto esempio è senza dubbio la Nascar Cup Series, in cui la gara di esordio è riservata alla prestigiosissima 500 Miglia di Daytona. Anche il Mondiale Rally segue la stessa filosofia della serie d’Oltreoceano, con il Rallye Montecarlo destinato ad aprire le danze in quasi tutte le edizioni della massima competizione automobilistica su strada.
Rare eccezioni a parte, infatti, il primo leader della classifica generale del WRC è tradizionalmente deciso lungo l’ostica alternanza di asfalto, neve e ghiaccio presente sulle alpi francesi, e l’anno 2006 non fa in questo senso eccezione. Sono 17 le auto di classe WRC che sfilano nel porto di Monaco per prendere il via: la coppia favorita è ovviamente Sébastien Loeb – Daniel Elena su Citroen Xsara WRC, già 2 volte Campione del Mondo, che va per la quarta affermazione consecutiva nella competizione del Principato.
I principali sfidanti sono i compagni di squadra Pons – del Barrio, i finlandesi Grönholm – Rautiainen e Hirvonen – Lehtinen su Ford Focus RS WRC ’06: ci fermiamo a questi, per brevità, ma l’elenco dei contendenti al podio comprende almeno altre 6 coppie su macchine diversissime, come di consuetudine nel Mondiale di quegli anni. Nonostante l’elevato livello della concorrenza, tuttavia, i distacchi abissali inflitti ai rivali al termine delle ultime edizioni danno già all’alsaziano un’aura di imbattibilità.
L’impressione non è smentita dalle prime Speciali: al termine della PS 1 il Cannibale ha già 25.6 secondi di vantaggio su Gilles Panizzi, primo inseguitore, e 36.5 su Markus Grönholm. Segue la seconda, più equilibrata, mentre la successiva è cancellata. Arriva dunque la PS 4, riedizione della prova di apertura, e Loeb ne approfitta per dare nuovamente mezzo minuto a quasi tutti (si salva solo Duval, a 20.8): ad una sola prova dal termine del venerdì, e dopo neanche 80 km competitivi percorsi, il vantaggio nei confronti di Gronholm è lievitato a 1:16.4. Una misura che sembra già incolmabile.
La PS 6 ha dunque inizio in un’atmosfera surreale, quella di una competizione che ha appena avuto inizio e simultaneamente sembra essere già decisa. È in questo clima che la Xsara WRC #1 prende il via dalla cittadina di Pierlas ridente borgo nelle Alpi Marittime, ed è in quest’occasione che uno dei piloti più vincenti della Storia dell’automobilismo commette un errore più unico che raro: una curva a sinistra affrontata ad una velocità eccessiva manda improvvisamente la sua Citroen in un fosso fuori strada. La macchina non è recuperabile, ed ai leader della corsa non resta che alzare bandiera bianca ed aspettare che il carro attrezzi estragga la vettura dal luogo dell’incidente.
Il lettore potrebbe pensare che si questo sia il termine dell’avventura, tuttavia i regolamenti dell’epoca non la pensano in questo modo: da non molto la FIA ha introdotto la regola del “Super Rally”, che consente ai piloti ritirati durante una giornata di rientrare in corsa la mattina successiva, pagando, per ogni speciale non completata, una penalità di 5 minuti nei confronti del vincitore della prova. Si tratta di una norma introdotta per consentire al pubblico della domenica di ammirare un maggior numero di auto, consentendo nel contempo a chi ha commesso un errore di rientrare a giocarsi le posizioni di rincalzo.
Fatti due conti, tuttavia, ci si rende conto che Loeb si trova in una situazione più unica che rara: il vantaggio abissale che aveva prima del ritiro fa sì che l’alsaziano torni in gara sabato mattina ancora in zona punti, ottavo a +3.43.6 da Grönholm ed a poco meno di 2:30 dalla zona podio. Distacchi infiniti per chiunque altro, certo, ma forse ancora alla portata di un fenomeno al top della carriera.
Animato da una furia agonistica senza precedenti, quello che scende in pista a partire dalla PS 7 è considerato da alcuni il Sébastien migliore di sempre. Le speciali del sabato sono tutte sue, con un picco pauroso raggiunto durante la PS 10, in cui si permette nuovamente di rifilare 20 secondi a tutti i rivali (il più vicino è un giovanissimo Dani Sordo a +18.6).
Al termine della PS 12 ha già passato Sarrazin, Duval, Panizzi ed Atkinson, risalendo fino alla quarta posizione. Il distacco dal podio è sceso a soli 33 secondi, quello dalla seconda piazza a 36, mentre il leader Grönholm sembra ormai imprendibile con 2:41 di vantaggio. Il grande quesito del momento è: Seb si accontenterà? Andrà in gestione, accontentandosi dell’ottima rimonta compiuta, o continuerà a spingere nel tentativo di completare un’impresa apparentemente impossibile?
Chi conosce il personaggio, sa bene che la domanda precedente non può che essere retorica. Domenica mattina Loeb riprende il suo assurdo rullino di marcia: dopo la PS 15 è salito al terzo posto, superando Manfred Stohl e portandosi a soli 15 secondi da Toni Gardemeister.
Nonostante l’ultimo giro di prove sia forse il meno brillante della gara, il miracolo infine si compie: proprio sullo scadere, al termine della PS 18 che segna la chiusura delle ostilità, riesce finalmente il sorpasso sul pilota Peugeot. È l’epilogo di una delle più grandi imprese della storia del Motorsport, un capolavoro mai riuscito prima e che successivamente non è stato mai replicato.
E poco importa se a vincere è Grönholm. Poco importa se il finlandese trionferà anche in Svezia, portando sul 2-0 la sfida con il Campione del Mondo uscente. Il 2006 sarà l’anno della consacrazione definitiva di Sebastien Loeb: l’anno delle 5 vittorie consecutive (8 totali), del secondo posto come peggior risultato stagionale, del terzo Titolo Mondiale conquistato saltando le ultime 4 gare a causa di un infortunio in mountain bike. È l’anno in cui il Cannibale acquista il suo soprannome e si proietta definitivamente nel Gotha del Motorsport Mondiale. Ma questa è un’altra storia.