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Sainz: “In Ungheria siamo finiti più o meno dove avremmo meritato di essere”





Quello dell’Ungheria è stato un weekend impegnativo per la Ferrari. La scuderia del Cavallino, infatti, non è riuscita a salire sul podio con nessuna delle due monoposto nonostante partisse dalla seconda posizione in griglia con Sainz e dalla terza con Leclerc. Un epilogo amaro, dunque, che ha fatto discutere e riflettere parecchio.

Sainz
@ Scuderia Ferrari Press Office

La prima reazione è stata la critica, una reazione naturale e istintiva motivata dalla rabbia, dalla frustrazione e dallo sconforto per un podio così a portata di mano visto sfumare da sotto il naso. Da fuori è facile giudicare. Ci si appiglia a quello che si vede e quello che si è visto è stata una scelta strategica sbagliata del muretto Ferrari, che apparentemente senza logica ha richiamato Charles Leclerc ai box per un secondo pit stop non solo prima che finisse di spremere il suo secondo e ultimo set di medie, ma sostituendo queste ultime con un set di hard che, come già mostrato dall’Alpine, non stavano performando come dovuto sul tracciato dell’Hungaroring a causa delle basse temperature della pista, che non consentivano loro di raggiungere la finestra ottimale di utilizzo. Il #16 della Rossa ha espresso il suo disappunto per questo errore strategico pagato a caro prezzo, ma questa è stata in realtà solo la punta di un iceberg che, sotto la superficie, nasconde molto di più.

Carlos Sainz, infatti, non ha fatto lo stesso percorso del compagno di squadra. Partito dalla seconda casella dello schieramento, anche lui con le medie , quando si è trattato di cambiare mescola dopo un primo pit stop complicato ­- che gli ha fatto perdere una posizione a favore del compagno di squadra – il muretto non ha replicato con lui l’errore fatto con Leclerc, scivolato ormai in quarta posizione, e il #55 è passato direttamente alle soft.

Nonostante questo, però, nel corso del suo terzo stint, il pilota spagnolo della Rossa non solo non è riuscito a riprendere la posizione su Russell, ma non è neanche riuscito a tenere quella su Hamilton, chiudendo così con un quarto posto inaspettato almeno quanto il sesto del compagno di squadra, viste le ottime performance del venerdì, evidenziando così un problema diverso da quello sulla strategia: la F1-75 non aveva ritmo.

Sinceramene il passo gara non era buono” ha commentato Sainz. “Ho faticato molto con le gomme anteriori, il bilanciamento non era affatto paragonabile a quello del venerdì. Non riuscivo a spingere sulle gomme” ha continuato. “Alla fine, dopo 70 giri, credo che siamo finiti più o meno dove avremmo meritato di essere, perché non avevamo il ritmo che avevamo venerdì” ha infine concluso il deluso #55.

Abbiamo chiaramente faticato come squadra. Siamo un po’ perplessi perché ci aspettavamo di avere un ottimo passo di gara dal venerdì. Ma è chiaro che con le temperature più basse e i cambiamenti delle condizioni della pista c’è stato qualcosa che ha influito su vettura e pneumatici. Non siamo stati abbastanza veloci”.

Un pensiero, questo, condiviso anche dal team principal della scuderia di Maranello. Mattia Binotto, infatti, appena dopo la gara, ha affermato che, se la decisione di usare le hard con il #16 è stata sbagliata, la domenica della Ferrari, a Budapest, ha avuto problemi maggiori.

“Sulla base dei nostri dati e delle nostre analisi, sapevamo che la dura non era veloce come la media, ma avrebbe potuto esserlo anche a 11 giri dalla fine dello stint. Sì, è evidente che non ha funzionato, non le avremmo montate se avessimo saputo che sarebbero andate così male” ha detto infatti Binotto, prima di specificare che però, in ogni caso, la Ferrari non avrebbe vinto a Budapest neanche con una strategia azzeccata, e che la scelta delle gomme non è stata così fondamentale.

Credo sia importante dire che il ritmo della vettura oggi non era quello previsto, considerando la velocità che avevamo se facciamo il confronto col venerdì e con le simulazioni di gara“, ha continuato infatti il team principal della Ferrari. “Non solo le condizioni erano completamente diverse e faceva più freddo, ma in generale la macchina non era abbastanza veloce, indipendentemente dalle gomme utilizzate”.

A livello di analisi, però, sarà bene buttare un occhio anche ai pit stop, poiché tra i vari problemi che hanno afflitto i due piloti in rosso, ci sono state anche due soste ai box non particolarmente brillanti e che hanno senz’altro contribuito a rendere l’epilogo del Gran Premio d’Ungheria più amaro di quando ci si sarebbe aspettato.

Su questo fronte, Sainz ha detto che hanno effettivamente avuto “un po’ di sfortuna” nei pit-stop.

Soprattutto il primo è stato costoso, perché penso che avremmo potuto prendere George [Russell] con un overcut, che mi avrebbe messo in testa alla gara in quel momento, il che è stato un po’ un peccato, ma sì, è così che va” ha dichiarato infatti il #55.

Siamo stati bravi tutto l’anno nei pit-stop, ma è vero che ogni tanto ce ne sono un paio che non vanno bene. Ora dobbiamo analizzare dove possiamo fare meglio per essere più forti nella seconda parte dell’anno” ha concluso poi il pilota spagnolo.

Al netto di tutto questo, comunque, Sainz non molla la sua linea di pensiero e ha ribadito che, benché criticato da molti, il lavoro della scuderia sia buono e ha difeso un’altra vota la sua squadra insistendo sul fatto che il problema è stato di tipo prestazionale e non strategico.





Tags : f1ferrariformula 1gp ungheriasainz
Alice Turturo

The author Alice Turturo

Da sempre innamorata di cavalli di un diverso tipo, mi sono appassionata a quelli motore quando mi sono accorta di quanto siano simili. Se non sono a scrivere dietro un pc sono a complicarmi la vita con qualche astruso progetto ???? Su instagram sono @ali.enazione e scrivo filastrocche sciocche su @aciugheat