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Sébastien Loeb firma anche con il DTM: tutti i precedenti su pista del Cannibale





C’è chi potrebbe dire che ormai ha provato tutto ciò che la vita di un pilota automobilistico è in grado di offrire. Cos’altro può fare un artista poliedrico come Sébastien Loeb per aggiungere ancora qualcosa ad una carriera dal successo smisurato e con una varietà senza precedenti? Guidare una Ferrari?

Già. L’annuncio è arrivato durante la giornata di ieri, quando il team Red Bull Alphatauri AF Corse ha confermato che il 9 volte Campione del Mondo Rally avrebbe guidato la 488 GT3 Evo di Nick Cassidy in occasione dell’evento DTM di Portimao, ad inizio maggio, in sostituzione del pilota neozelandese impegnato a Montecarlo per l’E-Prix di Formula E.

In verità l’annuncio era nell’aria da diversi giorni, più precisamente da quando la scorsa settimana il Cannibale aveva girato a Spa proprio con la Ferrari usata nel DTM per prendere confidenza con il mezzo. Questa incredibile situazione ci darà dunque l’opportunità di ammirare un altro rallista nella serie Turismo tedesca (dopo Ogier nel 2018), nonché di osservare ancora una volta un sempre più comune esemplare di Sébastien lontano dal proprio habitat naturale.

Se l’esperienza di Ogier nelle gare su pista era all’epoca piuttosto limitata, lo stesso non si può tuttavia dire per l’omonimo rivale di sempre, attivo in circuito dall’ormai lontanissimo 2005: quello fu l’anno dell’esordio a Le Mans con un’auto che farà scendere la lacrimuccia ai più nostalgici tra i lettori: la Pescarolo C60 motorizzata Judd.

In squadra con i connazionali Soheil Ayari ed Eric Hélary, il transalpino impressionò il mondo rivelandosi all’altezza dell’agguerrita concorrenza. Sfortunatamente, nonostante la promettente prima fila in qualifica ed il passo gara strepitoso, la corsa fu complicata da una serie di incidenti che coinvolsero Ayari: un contatto con un doppiato poche ore dopo il via ad Arnage e un secondo botto alla prima di Mulsanne intorno alla mezzanotte fecero perdere terreno alla vettura #17. Seguì una furiosa rimonta vanificata infine da una foratura occorsa ancora ad Ayari: l’auto finì contro le barriere, costringendo l’equipaggio al ritiro mentre era in zona podio a 5 ore dal termine.

Loeb, tuttavia, non è certamente il tipo che si scoraggia, e nel 2006 tornò ancora con Pescarolo, accompagnato questa volta da Franck Montagny e ancora da Hélary. Questa volta, contrariamente rispetto all’anno precedente, il passo gara sorrideva ad Audi (che aveva appena introdotto la nuova R10 TDI in sostituzione della R8 Sport). Incapace di tenere il ritmo dell’Audi di Biela-Werner-Pirro, più veloce sul passo gara e fulminea nelle soste grazie all’introduzione del motore Diesel, la #17 riuscì comunque a terminare al secondo posto precedendo il leggendario terzetto Kristensen-Capello-McNish, colpito da incidenti e problemi tecnici, ed archiviando quello che rimane ad oggi il miglior risultato del team francese nella 24H di casa.

La successiva incursione nel mondo delle gare su pista avvenne in seguito al ritiro dal WRC full-time avvenuto al termine del 2012. È a partire da questo punto che Loeb diventa il giramondo che abbiamo imparato a conoscere.

Si comincia con la GT Series 2013, in cui l’alsaziano mette in pista due McLaren MP4-12C, guidandone una in equipaggio con il portoghese Alvaro Parente. I risultati sono ottimi: 3 vittorie nelle Qualifying Race, 1 vittoria in Championship Race, l’unica doppietta Qualifying – Championship del campionato (in Navarra) e quarto posto finale dietro alle 3 dominanti Audi.

Nel mentre, assieme alla partecipazione part-time in Porsche Supercup ed al record sulla Pikes Peak, comincia l’avventura in WTCC, che in due anni regala diverse soddisfazioni: 6 vittorie il bottino a bordo della Citroen C-Elysée, con 2 terzi posti finali sempre dietro ai fenomenali compagni di team Jose-Maria Lopez ed Yves Muller e due campionati conclusi davanti a veterani della specialità come Tarquini, Tom Coronel, Michelisz e tanti altri.

Giunge poi l’ora del Rallycross, disciplina in cui forse fatica maggiormente a trovare una sua dimensione, chiudendo il triennio ’16-’18 con “solamente” 2 vittorie; nel mentre arrivano la passione per la Dakar, il rientro parziale nei Rally, l’Extreme-E e altre belle esperienze che riavvicinano il Cannibale ai percorsi su cui è sportivamente cresciuto, portandolo nuovamente lontano dalla pista.

Fino al primo maggio 2022, in cui il richiamo dell’autodromo porterà nuovamente Loeb a cimentarsi con altri piloti su una griglia di partenza. E, considerando i numerosi precedenti di successo, qualcuno potrebbe iniziare a temere l’incursione del 48enne che viene da Haguenau, il cui talento sembra cristallizzato nel tempo.





Tags : dtmDTM 2022Sebastien Loeb
Michele Nicolini

The author Michele Nicolini

Nasco in Liguria durante il GP di Spa 1998 e, come era prevedibile, dimostro fin da subito una grande passione per qualsiasi cosa abbia delle ruote e un motore indipendentemente dalla categoria. Su Fuori Traiettoria mi occupo del mondo rallistico ma non solo, occasionalmente trattando altri ambiti.