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Cambio di collocazione per quello che è ormai divenuto un appuntamento fisso degli appassionati. L’Historic Minardi Day 2025 slitta alla metà di settembre, evitando così sovrapposizioni fastidiose con la Formula 1. Sarà bastato per confermare un trend in crescita continua?

Il logo del Minardi Day 2025 – Immagine minardiday.it

Quando si parla dell’Historic Minardi Day ci si riferisce sempre a una storia di successo iniziata nel 2016, con tanto entusiasmo e semplicità. Da allora di tempo ne è passato, arrivando a questo 2025 che ha visto la nona edizione della manifestazione, patrocinata da ACI Storico, avere luogo nel fine settimana appena terminato. Tra il 13 Settembre e il 14 Settembre si sono svolte tutte le attività che fanno capo all’evento, spostato in un nuovo “slot” temporale per evitare la scomoda e onnipresente sovrapposizione con la F1, che aveva contraddistinto le passate edizioni. L’occasione era decisamente ghiotta, visto che proprio nel 2025 si festeggia il quarantennale del debutto della Minardi in F1. Il pubblico ha risposto con gioia a questa nuova occasione di abbracciare patron Gian Carlo e la sua scuderia, come testimoniano i 20000 spettatori e le oltre 700 vetture che hanno calcato l’asfalto imolese. Volete sapere come è andata? Noi di FuoriTraiettoria c’eravamo e se scorrete verso il basso lo scoprirete!

Track Day e bellezze in pista

Al centro di tutte delle attività, come ovvio, si è trovato il bellissimo tracciato del Santerno. Come nelle passate edizioni abbiamo ritrovato la pista invasa da vetture di caratura internazionale. Sui 4909m dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari le regine sono state le F1, con vetture che coprivano un arco temporale compreso tra gli anni 70 e il secondo decennio del nuovo secolo. Al solito come un propulsore si accendeva nei box si creavano dei capannelli di tifosi e appassionati, pronti a inebriarsi con le sinfonie prodotte da un Cosworth DFV come da un V12 Ferrari, per poi tributare un doveroso applauso al meccanico di turno.

Ferrari 412 T1 – Immagine Alessandro Diaconu

Tra le più ammirate dai tifosi segnaliamo la Ferrari 412 T1 del 1994, ex-Alesi, in grado di lasciare a bocca aperta ogni volta che snocciolava le marce sul tracciato emiliano. Impossibile non parlare dell’accoppiata formata dalle Tyrrell P34 Cosworth, con le loro 6 ruote che tante discussioni crearono a cavallo tra le stagioni 1976 e 1977. Dopo una carriera con pochi acuti e tanti ritiri, le vetture di Ken Tyrrell hanno ricevuto il giusto tributo dal pubblico di intenditori accorso per l’occasione.

Tyrrell P34 Cosworth – Immagine Alessandro Diaconu

Sempre presenti le vetture Minardi, ovviamente, con la M189 motorizzata Cosworth DFZ che ha calcato l’asfalto guidata da Roberto “Pupo” Moreno e Miguel Angel Guerra. Lo sfortunato pilota argentino, la cui carriera nella massima serie si è chiusa troppo presto a causa di uno sfortunato incidente accorso proprio a Imola nel 1981, ha fatto rombare la vettura faentina capace di exploit notevoli come la seconda posizione in qualifica a Phoenix al debutto.

Minardi M189 Cosworth – Immagine Alessandro Diaconu

Ma non solo le F1 hanno allietato gli spettatori, dato che il paddock copriva più o meno ogni categoria conosciuta nella storia del motorsport. Si spaziava dalle vetture di Formula Junior alle GP2, passando per le F3000 e le GT d’annata. Su tutte segnaliamo l’accoppiata Lancia Martini Racing, composta da due leggende dell’endurance anni ’80.

Lancia LC1 – Immagine Alessandro Diaconu

Infatti la Fondazione Gino Macaluso ha portato a Imola una Lancia LC1 e LC2, bellissime e cariche di ricordi di un’Italia che sfornava talenti tra i piloti e che aveva un marchio in grado di far sognare i tifosi in ogni categoria esistente. Stefano Macaluso, gentilissimo e disponibile, si intratteneva con chiunque per raccontare le particolarità delle due belve di Chivasso, decisamente statuarie e avvenenti.

Lancia LC2 – Immagine Alessandro Diaconu

La categoria turismo si presentava colma di vetture iconiche, dalle immancabili Alfa 75 Superturismo fino ad arrivare alle recenti 156 GTA S2000 che hanno mantenuto alto l’onore della casa del Biscione nel WTCC.

Alfa Romeo 75 Superturismo – Immagine Alessandro Diaconu

A questo Parterre de rois si aggiungevano poi un nugolo di auto stradali decisamente agguerrite e pronte a calcare la pista nei turni a loro riservati, come del resto anche alle case ufficiali che hanno fatto da compagnia all’evento. Decisamente attraenti infatti le presenze di Pagani, Lamborghini, Lotus, Dallara, Mazda e Pambuffetti. Special guest: la supercar della repubblica ceca Praga Bohema, prodotta in soli 89 esemplari ed equipaggiata da un 3.8 V6 Biturbo derivato dalla Nissan GT-R, accreditato di ben 700cv.

Vista laterale della Praga Bohema – Immagine Alessandro Diaconu

Caccia alla foto e all’autografo

Altra grande caratteristica dell’evento imolese risiede nel poter girare abbastanza liberamente, seppur meno rispetto alle edizioni precedenti, andando a caccia di foto con piloti famosi e personaggi del mondo del motorsport. E come al solito i grandi nomi non si sono fatti attendere, anche se qualcuno si è, per così dire, sottratto all’incontro con i tifosi.

Riccardo Patrese circondato dai tifosi – Immagine Alessandro Diaconu

Tra i grandi nomi iniziamo dal vice-campione del mondo F1 1992, Riccardo Patrese, acclamato da una folla di tifosi e che pensiamo abbia rischiato di slogarsi il polso a forza di autografi. A ruota, tra i più acclamati e disponibili, il mitico Arturo Merzario che come sempre si è diviso tra i tifosi e la pista… Nonostante l’anagrafica continui imperterrita la sua ascesa non si riesce proprio a tenere il suo cappello da cowboy lontano dall’abitacolo di un’auto da corsa.

Degna di nota e inusuale alle nostre latitudini la presenza di Philippe Alliot, volto noto della F1 francese marchiata Ligier e Larrousse della seconda metà degli anni 80. Anche qui abbiamo avuto a che fare con un personaggio decisamente “generoso” con i suoi tifosi.

Arturo Merzario e Gian Carlo Minardi – Immagine Alessandro Diaconu

Sempre presente, per il suo legame con la scuderia faentina, Pierluigi Martini accompagnato stavolta da Luis Pèrez Sala, formando nuovamente quella che era la line-up dei piloti Minardi nel 1989. Vicino di box un pilota tornato alla ribalta di recente, ovvero Roberto “Pupo” Moreno, che sta vivendo una seconda giovinezza grazie all’uscita del documentario sulla Scuderia Andrea Moda F1.

Roperto “Pupo” Moreno – Immagine Alessandro Diaconu

Menzione d’onore per i sempre presenti e gentilissimi Thierry Boutsen e Bruno Giacomelli, volti storici di una F1 che non esiste più, amichevoli e disponibili come solo le grandi persone sanno essere.

Max “the Axe” Angelelli, vincitore del “Premio Michele Alboreto 2025” – Immagine Alessandro Diaconu

Alcuni piloti poi si sono divisi tra la pista e la sala conferenze, da sempre satolla di occasioni interessanti per accrescere la propria cultura motoristica. Qui abbiamo incontrato un Ivan Capelli sempre in forma e abbiamo assistito alla premiazione di Max Angelelli con il “Premio Michele Alboreto 2025“, giusto riconoscimento di un percorso di vita che lo ha visto trionfare nel campionato italiano F3 1992 e aggiudicarsi due volte la 24 Ore di Daytona, a testimonianza di una carriera sfolgorante nel mondo endurance, specialmente oltreoceano. Non a caso stiamo parlando di uno dei fondatori del famosissimo Wayne Taylor Racing, una vera leggenda a stelle e strisce.

Museo “Checco Costa”: 40 anni di F1 faentine

Un plus da non sottovalutare per il pubblico accorso risiedeva nella possibilità, inclusa nel prezzo del biglietto, di visitare il Museo “Checco Costa”. Sempre interessante con le sue esposizioni temporanee, il museo interno al tracciato, stavolta ci ha deliziati con una selezione delle vetture più significative nate a Faenza dal 1985 ad oggi.

In primo piano la Minardi M189, posta accanto alla M192 – Immagine Alessandro Diaconu

Trattandosi ovviamente di una esposizione statica era più facile godersi il dettaglio delle sette vetture esposte, che spaziavano dalla prima Minardi M185 del 1985 alla Racing Bulls VCARB 02 del 2025.

Toro Rosso STR05 – Immagine Alessandro Diaconu

Interessante scrutare l’evoluzione delle vetture da F1 dalla metà degli anni 80 sino ai giorni nostri. Questo era possibile tramite le varie evoluzioni Minardi, Toro Rosso e Racing Bulls, caratterizzate da concetti aerodinamici sempre più estremi.

Toro Rosso STR03 – Immagine Alessandro Diaconu

Tra le vetture una menzione d’onore va riservata alla Toro Rosso STR03, motorizzata Ferrari e portata in pista da Sebastian Vettel e Sebastien Bourdais. Se non vi ricordate la prima storica vittoria di Vettel in F1 andate a riguardarvi il Gran Premio d’Italia del 2008, tanto rocambolesco quanto in grado di regalare il primo acuto ad un pilota fortissimo.

Insomma, poche vetture ma sicuramente interessanti e in grado di rappresentare un gustoso extra per chi avesse desiderato fuggire momentaneamente dal caos dei box per rifugiarsi nella calma del museo. Ovviamente senza perdere di vista il leitmotiv della manifestazione però!

Qualche scricchiolio ma tanto gusto

Tirando le somme di questa nona edizioni dell’Historic Minardi Day possiamo parlare di una manifestazione che gode di buona salute, come confermato dal trend di crescita dei visitatori registrato negli ultimi anni. Purtroppo non sono tutte rose e fiori, più tifosi portati dal riposizionamento della kermesse imolese portano a un maggior affollamento nelle zone nevralgiche del tracciato. Il problema è che questo caos si riflette anche nel comportamento di certi piloti, che maggiormente sollecitati dalla folla finiscono per reagire in maniera infastidita alla presenza dei tifosi. Sicuramente capiamo la difficoltà nel relazionarsi col mondo avendo una folla simile intorno, ma qualcuno dovrebbe ricordare che gli appassionati sono il vero “motore” di una manifestazione simile, senza di loro questo non avrebbe senso. Alcuni dei piloti annunciati a gran voce, peraltro, non si siano mai visti nel paddock: peccato, perché sarebbe stata una bellissima occasione per tributargli un dovuto “abbraccio”, dato il pubblico presente.

Purtroppo, nonostante il grande afflusso di vetture iconiche e non, si segnalano assenze importanti. Per esempio non abbiamo potuto vedere la Ferrari 126 C4 annunciata dagli organizzatori, davvero un peccato considerato l’affetto da sempre dimostrato per Michele Alboreto che la portò alla vittoria nel Gran Premio del Belgio del 1984. Sicuramente un’occasione persa, ma sia chiaro che non abbiamo intenzione di lamentarci per le vetture presenti, saremmo dei folli! Semmai un appunto all’organizzazione dei turni in pista: qualcuno ci può spiegare perché le Lancia LC1 e LC2 giravano con le vetture stradali e non con le loro “colleghe” da pista?

Esclusi questi appunti abbiamo trovato un evento che, forte del carisma della famiglia Minardi, cresce ogni anno e allarga il suo bacino di utenza cercando di replicare quanto fatto in eventi similari che si svolgono fuori dai confini italiani. Il risultato è ottimo e siamo sicuri che i correttivi sono già in arrivo, perchè a Imola non lasciano niente al caso. Insomma, per farla breve, ci vediamo il prossimo anno e siamo sicuri che andrà ancora meglio!





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Claudio Raspanti

The author Claudio Raspanti

Fiorentino doc classe 1985, inizio da subito a mostrare una passione monstre per i motori. Le mie prime parole sono state nomi di auto e ho trascorso gli anni in un crescendo di Superturismo e F1. Dopo un diploma di perito industriale sono finito a fare il macchinista di treni merci, lavoro che adoro al pari della mia altra passione. Già, perché da qualche anno scrivo in maniera compulsiva di motori e così ho iniziato a collaborare prima con un blog e poi con una importante testata italiana. Dopo essere stato tra i fondatori del Knight Rider Italia, fan club italiano della serie Supercar, sono divenuto assiduo frequentatore della 24h di Le Mans e dei suoi campeggi. Essendo anche motociclista vi avverto che potreste trovarmi sui passi dell'Appennino Tosco-Emiliano!