In una Miami baciata dal sole, Andrea Kimi Antonelli ferma il cronometro della Sprint Qualifying a 1:26:482, aggiudicandosi il record di più giovane pole-sitter della storia della massima serie. Ai microfoni di un paddock che pendeva dalle sue labbra, fresco del primo di tanti trionfi, il numero #12 di casa Mercedes si è abbandonato all’incredulità, ma non troppo. Tra una lucida analisi e l’altra della performance ottenuta tra prove libere e qualifica Sprint, non sono mancati gli aneddoti sugli hot-laps effettuati il giorno precedente, e chissà che non siano la chiave di svolta di una stagione che si prospetta sempre più agguerrita.

Andrea Kimi Antonelli, tra l’euforia e l’incredulità che solo le prime volte donano, a Miami ha portato a casa la sua prima pole position, diventando così il più giovane pole-sitter della storia, davanti a Vettel, Leclerc, Alonso e Verstappen. E poco importa che sia una pole Sprint. Nessuno se lo aspettava, tantomeno il diretto interessato, che ha esordito ai microfoni del paddock proprio con un “Non me l’aspettavo!”, proseguendo poi con un’analisi della sua performance. “Mi sono difeso sempre bene in qualifica, sin dal primo giro in SQ1 mi sono sentito bene con la macchina, l’ultimo giro con le soft ho messo praticamente tutto insieme. Il settore due si poteva fare ancora un pelino meglio, però credo che sia riuscito a mettere tutto abbastanza bene insieme e sono contento di ciò”.

Su degrado e aderenza delle gomme, cruciale su un tracciato dalle temperature elevate e su cui è stato eseguito un lavoro di pulizia, il giovane bolognese ha sottolineato come “fin dalle prove libere abbiamo cercato di sperimentare molto con le temperature della gomma, soprattutto all’inizio del giro, in modo tale da riuscire ad estrarre il massimo potenziale durante tutto il giro. Ero un po’ incerto sulle soft perché non le abbiamo messe questa mattina, ma poi ho sentito subito il grip dalla prima curva e ho cercato di spingere al massimo”. Un’incertezza che non aveva ragione d’esistere, in fondo, perché proprio con la mescola più morbida, ha fermato il cronometro a 0.045 secondi dal leader del campionato Oscar Piastri, con un invidiabile 1:26:482. E poi il fattore pista, mai vista prima dai rookie, Antonelli compreso, anche se con il tracciato attorno all’Hard Rock Stadium è sembrato sposarsi alla perfezione sin dal primo giro effettuato. “Mi sono riuscito ad adattare molto bene, devo dire che mi piacciono molto soprattutto il primo e secondo settore”. Da buon agonista, non a caso il primo settore del tracciato di Miami è il più esigente dal punto di vista aerodinamico, richiedendo precisione nei rapidi cambi di direzione tra curva 2 e curva 4. Il secondo settore, invece, presenta la parte forse più tortuosa del circuito, con la sequenza di curve dalla 11 alla 16, dove il grip e l’agilità della vettura risultano determinanti. Ma si sa, in Formula 1 i trionfi durano poco, a maggior ragione in uno Sprint weekend, e quindi il numero #12 targato Mercedes si è anche affrettato a dichiarare che devono concentrarsi su quello che viene dopo, ovvero la Sprint race, prevista per oggi alle 18:00, e le qualifiche che determineranno la griglia della domenica, alle 22:00, spinto comunque dalla voglia di ripetersi.
Ma c’è un segreto dietro al risultato ottenuto? Ci piace pensare di sì, e Antonelli stesso supporta questa visione, perché gli hot-laps effettuati il giorno precedente con Mara Sangiorgio lo hanno effettivamente aiutato ad ambientarsi. “Credo che in ogni gara in cui si potranno fare gli hot-lap cercherò di fare qualche giro perché, anche se è una stradale, riesci comunque a capire come gira la pista e le traiettorie che devi fare quindi anche a livello mentale l’ho trovato molto più utile che fare il track-walk. Giri a velocità molto più elevate e quindi anche la testa si abitua un po’ all’andamento della pista”.
Per concludere, non possiamo non menzionare Toto Wolff che, come un secondo padre per la più recente scommessa di Brackley, ha accolto il trionfo con un sorriso e parole di stima e incoraggiamento: “la cosa più importante è il progresso che stiamo vedendo da parte di Kimi. Continua a imparare e a migliorare ogni fine settimana. Ora ha ottenuto il massimo in una sessione, anche se nelle qualifiche Sprint. È un’altra importante pietra miliare nella sua crescita e continueremo a sostenerlo per mantenere questa direzione”. Come già accaduto, spicca una sorta di protezione nei confronti del rookie, come a sottolineare che la scelta è stata misurata e solo il tempo gli darà ragione. Che poi, il tempo, ragione gliela sta già dando da inizio stagione, e quella di ieri è stata di certo la prima di tante volte, in un campionato ancora molto lungo.