close
Formula 1

McLaren spiega i segreti per eseguire un pit stop perfetto





Con le prestazioni delle vetture sempre più vicine e i sorpassi in pista sempre più difficili, i pit stop possono diventare lo strumento cruciale per guadagnare la posizione sull’avversario o addirittura vincere un mondiale. Scopriamo il lavoro dietro l’esecuzione di un pit stop perfetto con McLaren, squadra entrata nel Guinness World Records dopo aver eseguito il pit stop più veloce della storia.

pit stop perfetto mclaren
© McLaren Racing

Abu Dhabi 2024. Fa caldo. Le monoposto stanno correndo in pista quando, in cuffia, senti le parole magiche che ti fanno capire che è arrivato quel momento: box, box. La monoposto sta per rientrare. Il giro prima Sainz si era fermato per provare l’undercut su Norris, leader della gara, e ora tocca a te e i tuoi colleghi difendere quella posizione. Difendere quel Mondiale Costruttori che manca da oramai 26 anni. La monoposto #4 rientra e si ferma con precisione in piazzola. Quando ancora la macchina si sta muovendo infili la pistola sul dado, pronto a svitare la ruota che il meccanico alla tua destra avrebbe sfilato in pochi decimi di secondo. Qualche istante dopo lo pneumatico nuovo è già in posizione, pronto per essere avvitato. Il tempo di effettuare l’operazione che la monoposto è già giù dai cavalletti e sta riaccelerando verso la pista. I tuoi colleghi ti battono con le mani sul casco per congratularsi sapendo che quel pit stop di 2.08s potrebbe aver messo in cassaforte il mondiale.

Non sappiamo cosa sia passato per la mente dei meccanici in quei momenti. Quello che sappiamo è che Charlie Hooper, Direttore delle Operazioni e dell’Ingegneria della Vettura, ha definito il pit stop di Norris al ventiseiesimo giro del GP di Abu Dhabi come uno dei più importanti della storia della McLaren. Una sosta che ha aiutato il team di Woking a mantenere quel risicato vantaggio in classifica costruttori dopo l’incidente tra Piastri e Verstappen in curva 1. La pressione a cui erano sottoposti i meccanici deve essere stata altissima, ma tutto è andato per il verso giusto anche grazie a un lavoro certosino che si svolge durante tutto l’anno tra allenamento, rotazioni di personale e cambiamenti di ruolo.

La composizione della squadra di McLaren per effettuare il pit stop perfetto

La corsa al pit stop perfetto, per McLaren come per gli altri team, inizia in inverno con la scelta delle persone disponibili durante il weekend di gara e dei rispettivi ruoli. Sebbene possa sembrare controintuitivo, la scelta non ricade semplicemente sulla persona più veloce a fare quella determinata attività, ma in quella più adatta a creare il giusto mix e rendere il team il più costante possibile. Ma non solo: la velocità dei cambi gomme dai due lati della vettura deve essere il più simile possibile per evitare di creare squilibri e far dondolare troppo la monoposto. Inoltre si tende a scegliere persone precise e capaci di mantenere il sangue freddo per svitare e avvitare i dadi e uomini dalla forza esplosiva per sollevare la monoposto con il jack.

pit stop perfetto mclaren
© McLaren Racing

Nell’infografica sovrastante, fatta in occasione del record del mondo del 2023, possiamo vedere i vari ruoli dei meccanici durante i pit stop. Ci sono:

  • 3 meccanici per ogni gomma di cui uno addetto ad avvitare e svitare il dado, uno addetto alla rimozione della ruota e l’altro addetto al posizionamento in sede di quella nuova
  • 2 persone dedicate alla regolazione dell’ala anteriore. I famosi “click” che sentiamo ogni tanto durante i pit stop si riferisce al numero di giri da far fare alla vite di regolazione dei flap
  • 2 persone che tengono la monoposto di fianco al pilota per evitare che oscilli troppo e venga compromessa la precisione di chi deve smontare e rimontare le gomme
  • Front Jack e Rear Jack (con le rispettive riserve) che devono sollevare la monoposto
  • Un meccanico davanti che supervisiona il tutto e dà il via una volte finite le operazioni
  • In caso di imprevisti i meccanici possono anche svolgere altre operazioni come pulire la visiera del pilota, stringere le cinture o controllare qualcosa nell’abitacolo

La parola chiave: versatilità

Con il calendario sempre più lungo le squadre di Formula 1 non hanno più dei team fissi per i pit stop, ma vengono effettuate delle rotazioni tra una gara e l’altra per garantire il giusto riposo ai meccanici che girano per il mondo. In questo contesto diventa fondamentale avere persone capaci di operare ai massimi livelli in più ruoli in modo tale da non subire cali prestazionali quando il “titolare” in quel ruolo salta una trasferta.

McLaren: per un pit stop perfetto serve allenamento, ma non troppo

Una sessione standard di allenamento fuori dalla sessione dura complessivamente circa 20 minuti e prevede solo 5 o 6 prove di pit stop più qualche cambio ala o cambio volante. Ma non solo: in certe condizioni, come quando il team rompe il coprifuoco per riparare la vettura o quando le condizioni metereologiche sono troppo calde, gli allenamenti vengono saltati per evitare di far stancare troppo i meccanici. Per esempio il pit stop da record di 1.80 secondi fatto in Qatar nel 2023 è arrivato in una giornata in cui il team aveva deciso di non allenarsi per via del caldo estremo del pomeriggio qatariota. Il numero di prove di pit stop effettuate nel corso del weekend dipende anche dal numero di nuovi innesti in quel ruolo: per esempio se diversi meccanici si trovano in un ruolo diverso da quello fatto precedentemente le prove vengono aumentate per far acquisire loro la fluidità necessaria a garantire pit stop sempre precisi. L’obiettivo del team è infatti la costanza nel rendimento durante le soste, non tanto la velocità. I pit stop da record, quelli sotto i 2 secondi, sono una conseguenza indiretta di un lavoro certosino che mira a rendere i cambi gomma sempre più fluidi e costanti.

Dopo le gare i video dei pit stop vengono rivisti per trovare aree di miglioramento, ma non solo: anche il feedback dei meccanici nei vari ruoli è importante per capire cosa non va e dove si può migliorare. Questi elementi assumono un ruolo importante specialmente nei top team, dove limare gli ultimi decimi di secondo può fare la differenza tra la vittoria e il secondo posto. Squadre più indietro in classifica preferiscono invece spendere il loro budget per migliorare i tempi sul giro piuttosto che quelli con la monoposto ferma.

pit stop perfetto mclaren
© McLaren Racing

L’uomo oltre la macchina: la preparazione da atleti dei meccanici

La costanza dei tempi a cui ci hanno abituato i team di Formula 1 nei pit stop non sarebbe possibile senza un allenamento e un’attenzione al personale simile a quella che ricevono i veri atleti. I meccanici infatti non effettuano solo sessioni di stretching e coordinazione prima delle sessioni, ma vengono seguiti anche nella dieta e negli allenamenti fisici da effettuare fuori stagione per allenare i muscoli maggiormente sollecitati durante le operazioni di sosta nei rispettivi ruoli. Questo viene effettuato anche grazie a un centro dedicato al benessere del personale McLaren, chiamato Optimum Nutrition McLaren Performance Hub.

Basterà tutto questo per confermarsi al vertice nei pit stop? Ci saranno cali di rendimento? Del futuro non vi è certezza, l’unica cosa che sappiamo è che i team di Formula 1 non lasciano nulla al caso, pit stop compresi.





Tags : f1mclarenmondiale pit stoppit stop
Fabio Catalano

The author Fabio Catalano

Appassionato di motorsport e dinosauri, motivo per cui provo a inserire riferimenti a questi ultimi negli articoli di Formula 1. D’altronde se lo fa AO Racing posso farlo anche io