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E’ andata a Max Verstappen la vittoria del GP del 70° Anniversario, 5^ tappa stagionale della Formula 1. L’olandese, sfruttando i problemi avuti dalle Mercedes a causa di una pessima gestione delle gomme, ha portato la RB16 sul gradino più alto del podio al termine di una gara esemplare. Sarà stato quindi il #33 il migliore sull’asfalto di Silverstone? Oppure qualcuno dei suoi colleghi avrà saputo fare meglio di lui?

© Andy Hone / LAT Images / Pirelli F1 Press Area
© Andy Hone / LAT Images / Pirelli F1 Press Area

MAX VERSTAPPEN – 10. Semplicemente perfetto. Nella sua ostinazione a voler seguire le Mercedes da vicino anche se dal muretto glielo sconsigliano, nella sua capacità di sfruttare i punti di forza della RB16, nella sua aggressività nei momenti cruciali del GP: insomma, perfetto nel suo essere sempre genuinamente Max Verstappen. Vince, convince e cazzeggia anche nei team radio: cosa chiedergli di più?

LEWIS HAMILTON – 7,5. Passa nell’arco di una settimana dal dover correre su tre gomme a dover fare metà dei propri stint su tre pneumatici e mezzo, eppure nonostante questo nessuno ha mai il coraggio di considerarlo fuori dalla lotta per la vittoria. Sfianca di nuovo Bottas e corre mettendo pezze dove può: meriterebbe 8, ma il #77 lo regola in qualifica e quindi il mezzo voto in meno non può mancare.

VALTTERI BOTTAS – 7. Continuerete a dirmi che sono troppo severo con lui, già lo so: ma che colpa ne ho io se da lui mi aspetto sempre un guizzo, uno scatto d’orgoglio, di rabbia, di qualcosa? Batte Hamilton in qualifica, gestisce come può una W11 che dilania le gomme ma alla fine – complice anche una strategia peggiore rispetto al #44 – chiude alle spalle del compagno di team. Di nuovo. Ancora. Anche stavolta.

CHARLES LECLERC – 8,5. Se fosse riuscito a portare la SF1000 sul podio di Silverstone in due GP consecutivi avrebbero iniziato a chiedergli di tramutare l’acqua in vino. Parte dietro – e male -, dopodiché sfrutta forse l’unica qualità della sua Ferrari per fare una sosta in meno rispetto a tutti gli altri ed essere in condizioni di giocarsi il podio. L’errore commesso nel GP del Stiria è già un ricordo lontanissimo di questo suo 2020.

ALEXANDER ALBON – 8. Supera praticamente ovunque (e solo all’esterno), ogni tanto si prende le luci della ribalta con il giro veloce, dà insomma la sensazione di essere tornato vivo e frizzante dopo diversi passaggi a vuoto. Certo, il confronto con Max continua ad essere abbastanza impietoso, ma non a tutti si può chiedere di essere dei fenomeni.

LANCE STROLL – 6. Sufficienza striminzita per come, dopo una qualifica in cui Hulkenberg lo ha maciullato, ha rimesso in piedi in pochissimi giri la sua gara. Per il resto il suo è un GP senza infamia e senza lode, trascorso alle spalle del #27 fin quando quest’ultimo non viene obbligato ad una ridicola sosta aggiuntiva.

NICO HULKENBERG – 7,5. Dopo il 3° posto in qualifica mi aspettavo qualcosina di più, sono sincero. Al netto della ruggine da spolverare via in gara, però, corre bene sfruttando al massimo una RP20 che a Silverstone va forse peggio di quanto ci si aspettasse. Chiude dietro a Stroll solamente per ordini che piovono dall’alto, probabilmente assieme a qualcos’altro di impronunciabile pensato dallo stesso Nico.

ESTEBAN OCON – 7,5. Annichilito da Ricciardo in qualifica, riesce a risalire la china grazie ad un’ottima gestione delle gomme che gli permette di effettuare una sola sosta risparmiando così tempo prezioso. Corre bene, non commette errori e riesce ad agguantare un 8° posto che, vista la posizione di partenza, era tutto fuorché un risultato scontato.

LANDO NORRIS – 7. 10° al sabato, 9° sul traguardo di un GP in cui sostiene di aver dovuto affrontare “lo stint peggiore della sua carriera”. Anche lui si trova alle prese con il degrado elevatissimo delle gomme, e con una McLaren non proprio al meglio della propria forma cerca di limitare i danni nel migliore dei modi possibili. Mostrando una maturità più che discreta, ammettiamolo.

DANIIL KVYAT – 8,5. Chiude 10° – dopo essere partito 16° – in un GP privo di Safety Car, durante il quale si conta un solo ritiro e in cui riuscire a gestire le gomme pare essere più complesso che scalare l’Everest con una mano legata dietro alla schiena. Il tutto guidando un’AlphaTauri e regalandoci un team radio che ricorderemo a lungo. Chiedergli di più era impossibile, siamo sinceri.

PIERRE GASLY – 6. A fine gara era tranquillo come una tigre del bengala a digiuno da 6 mesi, e c’è da capirlo visto che una sosta anticipata all’inverosimile gli complica la vita oltre ogni ragionevole immaginazione. Il voto è sulla fiducia, perché rimontare nel traffico con l’usura gomme vista a Silverstone è roba per stomaci forti e lui, con una qualifica straordinaria, avevo fatto di tutto per non doversi cimentare in una simile impresa

SEBASTIAN VETTEL – 3. E’ dolorosamente triste vederlo correre in questo modo. Arranca, sbaglia, soffre e inizia anche a mostrare segni d’insofferenza nei team radio. La sua strada e quella della Ferrari sono destinate a separarsi, e se pochi mesi fa pareva un peccato ora – e per entrambi – questo sembrerebbe quasi una benedizione.

CARLOS SAINZ – 5. Anche lui – seppur in maniera meno clamorosa rispetto a Gasly – si ritrova impelagato dove non avrebbe voluto e dovuto essere. Una pistola difettosa rallenta il suo pit spedendolo nel limbo di centro gruppo, e da quel momento in avanti non ne ha per risalire la classifica. Al netto di questo intoppo, comunque, è parso averne meno di Norris per tutto il weekend.

DANIEL RICCIARDO – 4,5. “Il mio è stato un po’ un testacoda alla Seb”, dice a fine GP il #3. Come dargli torto? Si gira in fase di accelerazione mentre è in duello con Sainz, vanificando la qualifica e la discreta gara fatta fino a quel momento. Ha fatto un po’ il gambero, e con la Renault vista a Silverstone è davvero un peccato.

KIMI RAIKKONEN – 6. Combatte e si sbatte, ma con la C39 di quest’anno i risultati proprio non vogliono saperne di arrivare. Riesce a recuperare 5 posizioni gestendo bene le gomme, ma doversi accontentare di una 15^ piazza non è di certo un segnale positivo. Né per lui, né per l’Alfa Romeo.

ROMAIN GROSJEAN – 5. I momenti di gloria vissuti meno di una settimana prima si sciolgono come neve al sole di fronte ad una partenza che lo spedisce nelle retrovie, costringendolo ad arrancare a bordo di una Haas che sappiamo non essere un fulmine di guerra. Trascorre la gara annaspando nei bassifondi, dando la sensazione di non poter poi fare molto di più.

ANTONIO GIOVINAZZI – 6. Condivide il destino del compagno di team, riuscendo ad avere la meglio delle sole Williams e perdendo la posizione nei confronti del #7 per via di una strategia – stranamente – non favorevole. Non commettendo particolari errori e venendo penalizzato da scelte non sue, credo che una sufficienza sulla fiducia (e in attesa di tempi migliori) gliela si possa dare.

GEORGE RUSSELL – 5. Solita qualifica da urlo, solita domenica da dimenticare. Il #63 fatica ad ingranare nel giorno fondamentale del weekend: nel GP del 70° Anniversario scatta male, rimane ingolfato nel traffico e a quel punto non riesce più a trovare il ritmo per agganciare chi lo precede. Deve imparare a concretizzare di più.

NICHOLAS LATIFI – 4,5. Mezzo voto in meno rispetto a Russell perché gli è dietro tanto in qualifica quanto in gara. Dice di trovarsi più a proprio agio in gara, ma è (purtroppo per lui) troppo indietro in classifica per farlo davvero notare.

KEVIN MAGNUSSEN – 5,5. Quasi sufficienza che arriva solo per l’ottima partenza di cui si rende protagonista. Oltre a quei primi metri, però, poco altro: lamenta un feeling con la monoposto totalmente diverso rispetto alla settimana precedente, ma resta il fatto che chiude con due ritiri consecutivi due GP. Diciamo che a lui Silverstone non mancherà, ecco.

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Tags : f1f1 2020formula 1gp 70° anniversariopagelle
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow