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Daniel Ricciardo: “Dopo Jules mi dicevo ‘Non succederà più'”





Un fine settimana estremamente difficile quello belga per Daniel Ricciardo, non solo per quanto riguarda la prestazione in pista, ma soprattutto a livello emotivo. Nel giovedì di Monza pertanto, l’Australiano è tornato a chiudere la parentesi aperta a Spa, con un omaggio ad Anthoine Hubert e un’ultima sintesi delle proprie sensazioni in quelle ore buie.

© Renault F1 Team Press
© Renault F1 Team Press

“Domenica la gara mi ha aiutato a liberarmi di molta della tristezza che mi aveva oppresso, era come se un grosso peso fosse stato tolto dalle mie spalle. Il sabato sera -ha dichiarato Ricciardo tornando sulle proprie parole degli scorsi giorni- lo avevo passato a chiedermi se correre la gara sarebbe stata o meno la cosa giusta da fare, sia moralmente che a livello mentale. Mi sono trovato in mezzo ad una miriade di ‘e se…’ fino a quando non sono salito in macchina. Una volta che siamo partiti per il giro di formazione mi sono reso conto che si trattava di tristezza, non tanto di paura, altrimenti non avrei corso.”

Ciò che più lo ha aiutato in quelle difficili ore è stato il parlare con i propri colleghi: “Domenica sera sono tornato a casa insieme ad altri piloti e abbiamo parlato di quello che era successo e delle nostre sensazioni. Mi ha aiutato molto vedere che non fossi l’unico e ora, dopo qualche giorno speso a casa a riflettere sull’accaduto, mi sento meglio.”

Ricciardo ha poi ricordato l’altro episodio simile che lo aveva messo a dura prova: “Con Jules [Bianchi] la situazione era stata simile. Nonostante non sia successo tutto immediatamente, avevamo tutti capito fin da subito la gravità della situazione. Ci siamo poi trovati la domenica sera a cenare insieme tra noi piloti e parlarne con gli altri che come te stanno soffrendo è già una sorta di liberazione che ti fa sentire meglio.”

“Dopo la morte di Jules avevamo visto che la sicurezza era stata ancor di più incrementata e mi dicevo ‘non succederà più’. Poi, quando succede, è un nuovo shock perché tendi a dimenticarti che qualcosa del genere può comunque accadere.”

Ricciardo ha poi concluso commentando le dichiarazioni di Lewis Hamilton riguardo ai tifosi che esultano per gli incidenti dei rivali: “Quando siamo lanciati a quelle velocità non siamo in una ‘bolla magica’. Siamo sempre esposti al rischio. È brutto esultare quando qualcuno che non tifi sbaglia e finisce a muro, anche se ciò ovviamente non vuol dire che ti debbano per forza stare simpatici tutti i piloti. Semplicemente è una reazione che ti aspetti da dei ragazzini, non da degli uomini adulti.





Tags : daniel ricciardof1formula 1GP ItaliaMonza
Carlo Ferraro

The author Carlo Ferraro

Classe tanta e '96, comincio a seguire la Formula 1 all'età di sette anni. Da lì la passione per le corse non smette di crescere, fino a far diventare il motorsport parte integrante della mia quotidianità. Ad oggi, tramite FuoriTraiettoria, sono accreditato Formula 1 e Formula 2.