Il primo match point. Per Lewis Hamilton il 17° appuntamento stagionale della F1, sbarcata oltreoceano per far tappa al Circuit of the Americas, il GP degli Stati Uniti significherà anche questo: avere la possibilità di chiudere con largo anticipo la questione iridata costringendo alla resa Sebastian Vettel, suo unico vero contendente, piombato a 59 punti di svantaggio dopo il tremendo trittico asiatico che ha minato certezze e convinzioni della Scuderia Ferrari.
La Ferrari SF70-H #5 si giocherà le sue possibilità di rimonta lungo i 5,513 km del CoTA, con tutti i piloti che dovranno completare 56 passaggi arrivando così a percorrere complessivamente 308,405 km. Il tracciato di Austin, scaturito dalla matita dello studio che fa capo ad Hermann Tilke – seguendo però i consigli di Kevin Schwantz -, nonostante la presenza di un lunghissimo rettilineo è un circuito piuttosto tortuoso: sono ben 20 infatti le curve che compongono il CoTA, delle quali 11 a sinistra e 9 a destra visto che il Circuit of The Americas si affronta in senso antiorario. Nonostante questo suo layout, il tracciato di Austin è piuttosto veloce: i piloti trascorrono infatti il 69% del tempo sul giro con l’acceleratore completamente pigiato, e ciò comporta un consumo medio pari a 1,88 kg/giro. Il CoTA è invece mediamente impegnativo, secondo i tecnici della Brembo, per quel che riguarda l’impianto frenante: solamente in 10 curve su 20 è infatti necessario fare affidamento al pedale del freno, con il valore di decelerazione medio che si attesta sui 3,8 G e con la presenza di 4 staccate in cui si registrano decelerazioni superiori ai 4 G. Le tre staccate più impegnative al CoTA sono quella di Curva 12, quella di Curva 1 e quella di Curva 11: nella frenata della 12 si passa da 335 km/h ad 89 km/h in appena 2″81, durante i quali vengono percorsi 70 m e si raggiungono i 4,6 G di decelerazione, in quella della 1 si scende da 320 km/h ad 82 km/h in 2″92 percorrendo 68 m e facendo segnare di nuovo un picco di 4,6 G di decelerazione ed infine in quella della 11 si passa da 298 km/h a 82 km/h in 2″43, percorrendo 62 m e toccando i 4,5 G. Mediamente, i piloti negli Stati Uniti utilizzano i freni per 18″ in ogni giro. Piuttosto stressato è invece il cambio, con l’edizione 2016 del GP che ha fatto registrare 65 cambi marcia durante ciascun passaggio, mentre la forza G più elevata in curva i piloti la subiscono durante la percorrenza di Curva 6, dove si registrano 4,7 G per 0″4.
Due saranno le zone DRS, con velocità massime che si prevede possano arrivare a toccare i 340 km/h. La prima area di utilizzo dell’ala mobile sarà posizionata sul lunghissimo rettifilo che da Curva 11 porta a Curva 12, con il Detection Point sito poco prima dell’ingresso di Curva 11, mentre la seconda troverà posto sul rettilineo di partenza / arrivo ed avrà il proprio Detection Point prima dell’entrata di Curva 19. Grazie anche alla presenza di queste doppia zona DRS nel corso dell’edizione 2016 sono stati completati 40 sorpassi. Per 17 volte nel GP degli Stati Uniti – che non si è ovviamente sempre corso al CoTA, che è in calendario dal 2012 – ha vinto il pilota che partiva dalla Pole Position, mentre chi ha trionfato scattando più indietro sullo schieramento non era andato oltre la 10^ piazzola. Si attesta poi all’80% – percentuale sempre riferita al GP degli USA – la possibilità di veder scendere in pista la Safety Car, visto che la presenza di ampie vie di fuga permette ai Commissari di operare piuttosto agevolmente.
Per quanto riguarda i record, al CoTA il più veloce in prova è stato finora Lewis Hamilton: l’inglese, a bordo della sua Mercedes W07 Hybrid, nel 2016 ha completato un giro in 1’34″999, un crono più rapido di oltre 4″ rispetto al record in gara che appartiene invece a Sebastian Vettel con quell’1’39″347 messo a segno al volante della RedBull RB8 nel 2012. Sulla distanza, il primatista ad Austin torna invece ad essere Hamilton: il #44 ha infatti completato la gara con la McLaren MP4-27, nel 2012, in 1 H 35’55″269.
La Pirelli, per il GP degli Stati Uniti, è tornata a mettere a disposizione dei team e dei piloti le tre mescole più morbide della sua gamma, ovvero la Soft, la SuperSoft e la UltraSoft, con quest’ultima che oltre a fare la sua prima apparizione sull’asfalto del CoTA sarà colorata di rosa – in luogo del tradizionale viola – per supportare la fondazione Susan G. Komen. Come sempre accaduto nel corso di questa stagione, le scelte di tutti i piloti si sono orientate sulla mescola più morbida a disposizione, con nessuna scuderia che porterà infatti meno di 7 treni di SuperSoft. Le strategie di gara, secondo Mario Isola, potranno essere ampiamente diversificate, con la Soft che potrebbe non finire nel dimenticatoio dopo qualche stint velleitario nel corso delle FP. Le pressioni minime alla partenza saranno di 22,0 psi all’anteriore e di 19,0 psi al posteriore, con il camber massimo che sarà invece -3,50° all’avantreno e -2,00° al retrotreno.
Il GP degli USA, oltre ad essere proposto in diretta su SkySport F1 (canale 207), tornerà ad essere trasmesso in diretta anche dalla Rai. Ecco tutti gli orari del weekend:
Venerdì 20 ottobre
- 17:00 – 18:30 -> FP1 | diretta SkySportF1 / RaiSport
- 21:00 – 22:30 -> FP2 | diretta SkySportF1 / RaiSport
Sabato 21 ottobre
- 18:00 – 19:00 -> FP3 | diretta SkySportF1 / RaiSport
- 23:00 – 24:00 -> Qualifiche | diretta SkySportF1 / Rai2
Domenica 22 ottobre
- 22:00 -> GP degli Stati Uniti | diretta SkySportF1 / Rai1
Qui trovate invece la Classifica Piloti aggiornata al GP di Suzuka: