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In esclusiva per Fuori Traiettoria, abbiamo intervistato Andrea Kimi Antonelli, giovane pilota classe 2006 di Formula 4, che corre con la Prema e che fa parte del vivaio Mercedes. Ecco cosa c’ha detto sul suo passaggio in monoposto e sulla stagione che lo aspetta.

FUORI TRAIETTORIA: Ciao Andrea. Tu sei salito lo scorso anno in monoposto a stagione in corso, al Red Bull Ring in Formula 4 italiana, facendo subito bene. Come si è concretizzato il passaggio dal kart alla monoposto così velocemente, e com’è stato l’adattamento?

ANDREA KIMI ANTONELLI: Ciao ragazzi. Per quanto riguarda l’adattamento, non era la prima volta che salivo in macchina, perché con mio padre ho avuto la possibilità di girare un po’ in macchina, anche se per pochi test, per prendere le misure. Sicuramente la vettura è molto diversa dal kart per termini di grandezza, peso e potenza, e ovviamente con le macchine giri in piste più grandi, quindi era necessario prenderci l’abitudine. Devo dire che grazie a mio padre sono riuscito ad adattarmi abbastanza velocemente. Per quanto riguarda il passaggio in monoposto, l’anno scorso è stato un po’ inaspettato, perché io avrei dovuto finire la stagione in kart e poi passare in macchina; solo che visto che sono riuscito a vincere di nuovo l’Europeo la Mercedes ha deciso di farmi passare direttamente in Formula 4 per farmi fare esperienza ed essere preparato quest’anno, perché comunque questo sarà l’anno importante in cui bisognerà concretizzare tutti gli sforzi e gli allenamenti fatti in precedenza.

FT: E la scelta è ricaduta subito su Prema o avevate anche altre opzioni? Visto che tra l’altro tu sei pilota Mercedes e la Prema è storicamente legata alla Ferrari.

AKA: La scelta era tra Van Amersfoort e Prema. Poi io ho dato una mia opinione, ma alla fine è la Mercedes che decide. Alla fine però abbiamo deciso insieme, perché anche loro volevano sapere il mio parere, e quindi abbiamo optato insieme per la Prema.

FT: Sempre in Prema tu quest’anno hai iniziato la stagione nella F4 UAE, correndo però solo i primi tre round. Com’è stata l’esperienza, e come mai non hai corso tutti e cinque i round previsti?

AKA: È stata una bellissima esperienza, ho imparato molto, e soprattutto ho avuto modo di conoscere la macchina nuova, perché la Formula 4 è cambiata rispetto all’anno scorso; con il nuovo regolamento è totalmente diversa. Quindi è stato un buon bagaglio di esperienza. Non ho ancora trovato il limite della macchina, però mi ci sono avvicinato. Riguardo agli ultimi due round, non li ho fatti perché avevamo deciso già in precedenza di non fare tutto il campionato principalmente per motivi scolastici, perché andando a scuola saltare cinque settimane sarebbero state molte, anche troppe. Però non ho fatto gli ultimi round anche perché io dividevo la macchina con James Wharton, perché avevamo trovato quest’accordo. Questo perché con le vetture nuove ci sono stati dei problemi di ritardi nelle consegne ai team: la Prema aveva ordinato sei macchine, ma gliene sono arrivate quattro. Però diciamo che tre round (dodici gare ndr) sono state un buon bagaglio di esperienza, ed è bastato fare quei tre.

FT: Ecco, a proposito delle nuove vetture, che tu avevi già avuto modo di provare ad Abu Dhabi nel Trofeo concomitante con l’ultima gara di F1, quali sono le principali differenza tra la vecchia e la nuova Formula 4?

AKA: La nuova F4 è molto diversa. La principale differenza è sicuramente l’halo, cosa che comporta anche che la macchina sia più pesante; sono trenta kg in più, quindi la differenza si sente, soprattutto nei cambi di direzione si sente che la vettura attuale è meno reattiva. Anche i freni sono diversi, sono più potenti e molto più sensibili, soprattutto nell’ultima parte della frenata. C’è poi un po’ più di aerodinamica, e quindi la macchina ha più appoggio laterale e più downforce. Infine, proprio per compensare il maggiore peso, la macchina ha venti cavalli in più nel motore. Però appunto, essendo stati aggiunti per compensare il peso, la differenza di potenza non si sente.

FT: E personalmente quale preferisci? La vecchia o la nuova generazione?

AKA: Mah, devo dire che la nuova mi piace molto, anche se la sto ancora scoprendo, ma anche la vecchia mi piaceva. Ritengo che la vecchia generazione fosse più difficile a guidare, soprattutto nei cambi di direzione, era molto più difficile da gestire; quella nuova invece ti aiuta un po’ di più, sia per il peso e sia perché ha più grip, e quindi ti aiuta un po’ di più. Però parliamo di piccolezze. Adesso vedremo però in Europa con gomme differenti, perché nella F4 UAE abbiamo usato le Hankook, mentre in Europa useremo le Pirelli, e c’è tanta differenza tra le due tipologie di gomme. Quindi vedremo come si comporterà la macchina qui con queste gomme.

FT: Sulla stagione in Europa ci torniamo tra un attimo. Prima però restiamo sulla F4 UAE: nel corso del terzo round, a Dubai, è successo un fatto curioso: nel corso di una bandiera rossa, mentre eri in seconda posizione, sei rientrato ai box invece di schierarti in griglia, portando con te tutto il gruppo. Questo ha comportato che prendeste tutti, eccetto il leader (Alex Dunne ndr), una penalità di cinque secondi. Penalità che tra l’altro ti ha impedito di vincere, poiché avevi scavalcato in pista Dunne. Raccontaci cos’è successo dal tuo punto di vista.

AKA: È stato un mio errore. È successo perché prima di noi c’era stata la gara della Formula Regional (FRAC, campionato asiatico ndr), e anche lì c’era stata una bandiera rossa. In quel caso erano tutti rientrati ai box, e quando è capitato a noi ho deciso di fare lo stesso. Però ho fatto un errore di valutazione, perché avrei dovuto seguire il primo. Poi va detto che non sono riuscito a comunicare con il team in quel lasso di tempo, e quindi ho dovuto prendere la decisione al volo.

FT: Tornando alla prossima stagione, quest’anno correrai nella F4 italiana. È stato annunciato di recente che quest’anno ci saranno cinquanta piloti al via della stagione. Non sono troppi secondo te? Non potrebbero esserci situazioni pericolose quest’anno?

AKA: Ci sarà un format nettamente diverso rispetto agli anni passati, perché come hai detto ci saranno cinquanta macchine rispetto alle trentadue-trentatré degli anni passati. Il format sarà come con i kart diciamo: ci saranno le qualifiche, le manche eliminatorie e poi la finale. Se questo format verrà confermato ci sarà una situazione molto difficile, perché i tempi saranno molto tirati, anche perché durante i weekend di gara non ci siamo solo noi (generalmente il TCR Italia ndr), e quindi sarà tosta per i team e per i piloti. Però vedremo come funzionerà questo format, sin dalla prima gara ad Imola (6-8 maggio ndr).

FT: Tu pensi, o sai già, che farai solo il campionato italiano o correrai anche in altre categorie quest’anno?

AKA: Farò tutto il campionato italiano e tre gare del campionato tedesco. Correrò sicuramente a Spa (22-24 aprile ndr), e sarà una gara di preparazione per il campionato italiano, perché quest’anno Spa è anche nel calendario italiano (17-19 giugno ndr). Poi dopo farò Hockenheim (13-15 maggio ndr) e Zandvoort (24-26 giugno ndr).

FT: Quale di questi circuiti pensi che sarà la sfida maggiore?

AKA: Credo che sarà Zandvoort. Anche perché parlando con alcuni miei compagni di squadra in Prema, che sono passati alla Regional ma che hanno corso l’anno scorso, mi hanno detto che è una pista molto difficile, anche fisicamente, perché con i banking lo sterzo si indurisce molto e diventa molto pesante. Sarà una bella sfida.

FT: E quale obiettivo ti poni per questa stagione?

AKA: L’obiettivo è vincere il campionato. Poi ovviamente anche imparare tanto, acquisire esperienza nel corso del weekend e fare meno errori possibili.

FT: Ecco, adesso parliamo del tuo rapporto con Mercedes. Com’è nata la collaborazione con il team tedesco? C’erano altri team su di te?

AKA: La collaborazione con Mercedes è nata all’inizio del 2018. Fino al 2017 ero con Tony Kart in Mini Kart ed ero con la Ferrari Driver Academy. Tutto è nato con la Giancarlo Minardi, che parlò di me con Toto Wolff durante il GP di Monza (2017 ndr); da lì Wolff ha iniziato ad osservarmi, e mandò anche delle persone a seguirmi durante i weekend di gara. Nel 2018 poi abbiamo fatto il contratto; andai a Monaco con mio padre per firmarlo. Inizialmente era un contratto di un solo anno, anche perché per loro era la prima volta che prendevano un ragazzo così piccolo, e quindi scommettere su un ragazzo giovane ha i suoi pro e i suoi contro; hanno quindi deciso di fare un contratto di un anno per poi decidere, se tutto fosse andato bene, di farne uno di dieci anni. Che poi è quello che ho adesso, perché sono sotto contratto dal 2019 fino al 2029.

FT: Avere alle spalle un marchio è un privilegio e sicuramente aiuta la tua carriera. Senti anche una pressione maggiore?

AKA: All’inizio, appena entrato nell’Academy, ho sentito tanta pressione, perché comunque sentivo che la gente aveva gli occhi puntati su di me e sapevo che dovevo far bene, perché comunque, perché comunque quando sei sotto una delle case costruttrici più forti al mondo, soprattutto in F1, sai che devi far bene. Senti di avere una grossa responsabilità dentro di te. Però col tempo ho cominciato a controllare questa pressione, e l’ho trasformata in positività, perché so che ho le capacità e so che la Mercedes crede in me, quindi so che ce la posso fare. Devo solo continuare a fare buoni risultati e devo continuare ad impegnarmi per arrivare dove voglio.

FT: Quali servizi e quali infrastrutture ha messo a disposizione Mercedes per la tua crescita professionale?

AKA: Mi mandano sempre una persona che mi supporta durante i weekend di gara. Poi dalla fine dell’anno scorso hanno iniziato ad invitarmi a Brackley, alla sede, per farmi conoscere un po’ di persone e per allenarmi nella loro palestra. Infatti mi hanno assegnato anche un personal trainer che mi segue durante la mia attività fisica.

FT: Tu hai assistito alla presentazione della nuova Mercedes di F1. Com’è stata l’esperienza, soprattutto perché c’erano tutti i membri del team a cominciare dai piloti?

AKA: È stata un’esperienza mozzafiato, anche perché non è una cosa che capita spesso. Soprattutto, vedere una F1 da vicino. Poi nei giorni precedenti c’hanno fatto fare un tour della fabbrica, e ho potuto capire quanto lavoro e quanta dedizione ci sono dietro la costruzione di due sole macchine. Mi dicevano che alla Mercedes tra reparto motori, aerodinamica e telaio lavorano circa 2300 persone, che è veramente pazzesco. E poi, come ho detto prima, vedere la F1 da vicino è bellissimo, perché vederla dalla tv è diverso. E poi ho conosciuto moltissime persone, anche molto importanti all’interno del team. Infine, ho avuto la possibilità di conoscere i piloti, e ho potuto parlare con loro e chiedere consigli. Sono molto grato di aver avuto questa occasione e ringrazio la Mercedes, perché come ho detto prima non è una cosa che capita ogni giorno.

FT: Volevo concludere con una domanda personale: tu prima hai parlato dei tuoi impegni scolastici: ecco, come fai a conciliare i tuoi impegni in giro per il mondo con la tua adolescenza: la scuola, gli amici, la famiglia, eccetera? E comunque, pensi che la DAD possa averti aiutato nella tua carriera?

AKA: Diciamo che con la scuola è difficile gestirla, perché faccio tantissime assenze per via degli impegni sportivi, e quindi ogni volta che torno da un weekend devo recuperare tutto il lavoro perso. Da poco sono ritornato in presenza a scuola, però prima avevo la DAD, e devo dire che mi è stata molto d’aiuto, perché anche quando ero via se avevo un giorno libero potevo seguire le lezioni. Adesso, non potendo più seguire le lezioni online è molto difficile, perché quando ritorno devo recuperare tutto. Ovviamente è parte del gioco, perché non c’è solo il motorsport, ma c’è anche la scuola, che è molto importante per la formazione personale. Per quanto riguarda famiglia e amici, adesso con la famiglia per il campionato italiano andremo insieme, quindi ci vedremo più spesso, perché anche mio padre ha un team di F4 (la AKM, Antonelli Motorsport ndr), e quindi andremo alle gare insieme; mentre con mia madre, lei è sempre stata con me, sin dai kart mi accompagnava sempre. In famiglia quindi non abbiamo mai momenti in cui non ci vediamo per tanto tempo. Mentre infine per quanto riguarda gli amici, ne ho molti di più in pista, perché mi vedo molto di più con gli altri piloti che con i compagni di scuola. Sì, a scuola ho qualche amico, però sai, con tutte queste assenze è molto difficile mantenere un buon rapporto, mentre in pista, al di fuori delle gare, è più facile.

FT: Perfetto. Grazie mille Andrea, e in bocca al lupo per la tua stagione.

AKA: Grazie a voi!





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Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.