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Se c’è una cosa certa al Nürburgring, è che Max Verstappen non passa inosservato. Tra sguardi attenti e qualche déjà-vu da Formula 1, il quattro volte campione del mondo torna, questa volta in GT3, e lo fa trionfando. Un sogno chiamato Endurance prende forma, all’inferno verde, a riprova del fatto che Max Verstappen continua a riscrivere la storia del motorsport. E lo fa a modo suo: per amore delle corse.

Max Verstappen Nurburgring amore corse
Max Verstappen sulla Ferrari 296 GT3 © Verstappen.com

La griglia del Ring è gremita di gente, fermo immagine di un pre-gara che si distingue dagli altri. Parla, ancor prima dell’azione in pista, e lo fa con i numeri. La griglia del Ring si fa improvvisamente minuta, quasi impossibile per la piazzola del terzo posto accogliere tutti i curiosi. È un’istantanea, questa, che sa tanto di déjà-vu, perché, se il luogo e le persone presenti cambiano, non lo fa chi è al centro dell’obiettivo. Max Verstappen torna al Nordschleife con la licenza A per guidare in GT3, e a un tratto è come se tutto il resto scomparisse.

Max Verstappen Nurburgring amore corse
Max Verstappen sulla griglia di partenza del Ring © Frits van Eldik

Come a Singapore l’anno scorso, quando si è riservato di non rispondere ai giornalisti in conferenza stampa, e – di conferenza – ne ha tenuta una all’esterno con un tasso di partecipazione estremamente alto. Un modo, all’epoca, per combattere la censura FIA. La prima vittima, neanche a dirlo, colui che della schiettezza ne fa un vanto. E poi ci sono le immagini che saltuariamente lasciano il paddock più famoso di tutti: orde di giornalisti si dispongono attorno al numero #1 in spazi fin troppo piccoli, all’alba di un fine settimana di novità. Come in un abbraccio, ma di quelli di cui si farebbe volentieri a meno. Un déjà-vu, quello che vede Max Verstappen prepararsi accanto alla sua Ferrari 296 GT3 con livrea Verstappen.com, protagonista ancora prima di iniziare, primo solista in una danza a due. Catalizzatore di attenzioni e aspettative, costruite in anni di dominio nella classe più ambita, con uno stile inconfondibile che fa eco al passato, tra disobbedienza e istinto.

Una vittoria preannunciata? Lo sport ci insegna che non esiste risultato certo, ma il curriculum parla da sé e un quattro volte campione del mondo di Formula 1 non può che ambire al gradino più alto di tutti. Alla prima curva del Nürburgring, sulla vettura numero #31 del cavallino, Max supera le due macchine che lo precedono con una staccata al limite che è ormai il suo marchio di fabbrica, e da lì mantiene la leadership della gara per le prime due ore della competizione. Poco più di un minuto di vantaggio sugli inseguitori, è quello siglato al momento del cambio della guardia. Chris Lulham, ventiduenne britannico, prende il testimone e scorta la Ferrari al traguardo, mantenendo stabile il distacco dal secondo. Le Ford Mustang inseguono, ma nulla possono dinanzi allo strapotere del team Emil Frey Racing. L’ennesimo bagno di folla, una consuetudine ormai per Max Verstappen, dopo i successi di Monza e Baku. In Germania, però, è diverso, perché qui prende forma il primo di tanti sogni realizzati nell’Endurance. Una platea diversa, quindi, meno asfissiante, lontano da quella spada di Damocle in cui la Formula 1 si sta trasformando per il “pilota puro”, sospesa tra attenzione spropositata e spettacolo. Ecco perché correre in GT3, pur sapendo di destare l’interesse del mondo intero, resta una scelta che riconduce alla ragione originaria di tutto.

Max Verstappen Nurburgring amore corse
Chris Lulham e Max Verstappen sul gradino più alto del podio © Verstappen.com

For The Love of Racing (“per amore delle corse”), così cita il merchandising dell’olandese in occasione del debutto al Nürburgring. Perché in fondo è vero, è l’amore per le corse che porta Max Verstappen a salutare temporaneamente il circus di Formula 1 e correre per Ferrari all’inferno verde. E l’amore per le corse che bilancia il corredo asfissiante di una categoria ormai incompatibile. Ed è sempre lo stesso ad aver convinto Helmut Marko dieci anni fa. Ci vuole del coraggio, del resto, ma tanto a Max non è mai mancato. Non gli è mancato quando a soli 15 anni si è ritrovato nel mondo dei grandi, dove nessuno gli era amico e tutti lo credevano fuori posto. Poi però il posto se l’è conquistato da sé, alla prima gara in Red Bull, e quel posto è stato il primo. Così è diventato il pilota più giovane di sempre a vincere nella classe regina. Primo anche ieri, a ventisette, ancora una volta rookie tra i grandi, in attesa di misurarsi con i più grandi di tutti, in una 24 Ore. Primo, continuando a scrivere la storia del motorsport: alla prima pagina di un nuovo capitolo, che sicuramente non sarà l’ultimo.





Tags : enduranceformula 1GT3Max Verstappennurburgring
Francesca Zamparini

The author Francesca Zamparini

Nel 2021 la Formula 1 irrompe nella mia vita con la forza di un motore al massimo dei giri, e da allora non se n’è più andata. A mio onesto parere, prima di avvicinarsi alla massima serie bisognerebbe inserire un’avvertenza del tipo: handle with care, might cause addiction. Ed eccoci qua. Mi piace raccontarla intrecciando fatti ed emozioni, perché – in fondo – che cos’è lo sport, se non autentico coinvolgimento? Ah, quasi dimenticavo: sono nata nel 1999, e da quando ho messo piede a Spa-Francorchamps non sono più la stessa.