L’88esimo Rallye di Monte-Carlo ha rispettato le alte aspettative che – come da consolidata tradizione – contraddistinguono la tappa inaugurale del Campionato del Mondo. Il film della corsa ha raccontato di un’intensa lotta a tre andata in scena sin dalle primissime fasi, con gli occhi di tutti gli appassionati costretti a seguire costantemente dirette e live timing per non perdersi neppure un atto di un appuntamento che ha regalato emozioni, sorprese e anche qualche spavento. Chi sono stati dunque i Top, i Flop e i…Tlop della gara che ha dato il via alla stagione 2020 del WRC?

TOP
Elfyn Evans
L’inglese della Toyota è stato di gran lunga la più bella (e relativa) sorpresa di questo Montecarlo. Pronti, via – al debutto con la Yaris WRC ha dimostrato la sua stoffa e solo domenica si è dovuto arrendere alla velocità degli avversari. Non è semplice adattarsi a squadra e auto nuove e presentarsi subito sul pezzo in un rally selettivo come il Monte, un’attitudine da grande pilota. Se poi ci aggiungiamo l’aver messo in difficoltà – a pari condizioni – la prima guida del team Gazoo Racing Ogier, ora le aspettative su di lui per la stagione sono serie. Dopo 10 anni di gavetta in Ford, sembra essere sbocciato il talento dell’elfo dalle espressioni buffe.

Thierry Neuville
Ce l’ha fatta, ha vinto il Rallye di Monte-Carlo coronando “il grande sogno”, suo e di Nicolas Gilsoul. Lo ha fatto battendo la coppia Ogier-Ingrassia a casa loro, interrompendo una striscia di imbattibilità che durava da 6 anni e 3 auto diverse. Un grande lavoro fatto dal favorito del 2020, in gestione della gara in modo intelligente e meno istintivo del solito (come conferma il suo boss Andrea Adamo) assieme al team Hyundai, riuscendo a sfruttare la grande mano che gli ha dato il suo ricognitore “di lusso” Dani Sordo. Ha stupito soprattutto la cattiveria che ha sfoderato Domenica mattina quando – con sole 4 speciali da disputare – era lecito aspettarsi che la doppietta dei debuttanti Toyota si concretizzasse. Invece il belga ha tenuto duro, ci ha creduto. E ha avuto ragione.
Andrea Adamo
La prima vittoria Hyundai è in gran parte la sua vittoria, della squadra di cui lui è capitano. Un’altalena nelle emozioni devastante, dall’incidente pauroso e preoccupante di Ott Tanak al trionfo in Principato che, per un appassionato – come si autodefinisce – cresciuto a pochi km di distanza, ha più di un significato. Riporta il tricolore italiano in cima al podio di una gara prestigiosa, esibendosi in una esultanza bestiale, genuina e commossa. Magnifico.
Sebastien Ogier
Forse il più deluso dei top. Brucia non aver continuato la striscia record di vittorie consecutive con la quarta auto differente, senza dubbio. Brucia anche la velocità del neo compagno di casacca Evans. Rimane il fatto che al francese si possono modificare i fattori, ma il risultato non cambia: è sempre lì, a lottare per la vittoria. In più sembra che il rapporto con la Yaris WRC sia ancora alle prime smancerie, quando inizierà a darci dentro potrebbero essere di nuovo dolori per tutti.
Mads Ostberg
Un pilota meraviglioso che merita più del WRC-2 – che ha vinto.
TLOP
Esapekka Lappi
All’inizio le ha prese, complice anche la sua Fiesta WRC in versione aspirafoglie, ma con l’avvicendarsi delle prove speciali la confidenza con la macchina è stata maggiore e i tempi sono usciti. E’ stato costantemente la quarta forza della gara, all’altezza dei più esperti compagni di squadra. Qualche spiraglio di luce dopo il tunnel Citroen C3 sembra svelarsi. Lappi è veloce, con questa gara consistente ha dimostrato di non voler mollare ed è lo spirito perfetto per affrontare l’anno che potrebbe decretare molto sulla sua carriera.

Kalle Rovanpera
Il cronometro non ha fatto vedere il crack che magari qualcuno si aspettava, ma il ragazzino ci prende la mano, qualche passaggio da fuoriclasse l’ha mostrato e grazie alle defezioni altrui arriva sul palco da quinto assoluto al debutto nella top-class. Il rally non è la pista, l’esperienza è un valore fondamentale quanto il talento, ma visto com’è andata nelle stradine del Principato, in Svezia o in Finlandia – ad esempio – Kalle potrebbe essere in grado di stupire già quest’anno.
FLOP
Sebastien Loeb
Vedere Seb I non riuscire a staccare un tempo a Montecarlo è stato deludente, per lui e per tutti, ma l’alsaziano qualche dubbio lo nutriva anche prima dello start: su asfalto con la i20 WRC non riesce ad essere competitivo. In prospettiva Svezia ha deciso di lasciare il suo posto a Craig Breen. E’ definitivamente troppo vecchio e troppo a mezzo servizio per il ritmo dei primi? Per ora è un dubbio e non una sentenza.

Takamoto Katsuta
Il furetto giapponese è ancora in fase di apprendistato e si è notato. Anche visivamente si capisce che gli manca uno step di confidenza per iniziare a fare i tempi dei primi. Il problema è che il suo compagno Kalle lo ha già superato. Daje Katsu!
Teemu Suninen
Conferma il suo spigoloso rapporto con la gara monegasca, ritirato nella seconda speciale ha così avuto da subito l’handicap della penalità del SuperRally. Una gara in crescita e una rimonta degna di nota, ma in generale non sufficente per chi è prima guida Ford.
Gus Greensmith
Se fosse per i capelli e per il casco, andrebbe di diritto tra i Top. Purtroppo, però, a livello sportivo il suo Montecarlo è stato un disastro. Occhio alla sindrome di Tidemand.