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Giunto rotto, chiave rotta e gomma forata… per cambiarne un’altra: la Stage 3 “horror” di Sainz





Per capire che la Stage 3 della Dakar 2023 non sia stata la più lineare della straordinaria carriera di Carlos Sainz basta dare un’occhiata alla classifica. Lo spagnolo, che allo start di AlUla occupava la prima posizione della graduatoria assoluta, è transitato sul traguardo di Ha’il addirittura al 44° posto, accusando un ritardo di ben 56’21” nei confronti del sorprendente Guerlain Chicherit che ha invece vinto la terza Speciale.

Sainz
© DPPI / Red Bull Content Pool

A rallentare la rincorsa di “El Matador” verso quella che sarebbe la sua quarta vittoria alla Dakar non sono state né le preannunciate difficoltà di navigazione della Stage 3 né l’imprevedibile fortunale abbattutosi nella sezione finale della prova cronometrata, bensì le prime noie tecniche patite dalla sua Audi RS Q e-tron E2 in questa edizione della Dakar 2023. 

Le difficoltà, per Sainz, sono iniziate all’altezza del km 213: è lì infatti che il madrileno è rimasto fermo per circa 40’, accumulando gran parte del ritardo con cui si è poi presentato al traguardo di Ha’il. “All’improvviso, mentre affrontavamo una curva a destra, ho avvertito che c’era qualcosa di strano nella sospensione posteriore – ha spiegato “El Matador” – “Si era rotto un giunto sferico, e dato che per fortuna avevamo il pezzo di ricambio in macchina ci siamo fermati per cambiarlo. Né io né Lucas (il suo navigatore Cruz, ndr) siamo soddisfatti di come abbiamo lavorato, perché entrambi crediamo che avremmo potuto effettuare la riparazione più velocemente”.

La rottura del giunto sferico, tuttavia, non è stata l’unico problema accusato da Sainz. Anzi, si potrebbe dire che sia stato il primo di una lunga serie di intoppi che hanno complicato non poco la vita all’equipaggio della vettura #207. “Per tentare di recuperare il tempo perduto abbiamo proseguito andando all’attacco, ma in quel frangente abbiamo forato una gomma – ha raccontato lo spagnolo – Non funzionava il cric, ma credo che anche questo sia stato dovuto a un nostro errore: non siamo riusciti a farlo alzare. A quel punto abbiamo sollevato l’auto da terra con delle pietre per riuscire a cambiare la gomma, ma nel farlo… abbiamo forato un altro pneumatico”.

Credete che la giornata no di Carlos Sainz sia finita qui? Poveri illusi. “Mentre cercavamo di riparare tutti questi piccoli danni non ci siamo resi conto del fatto che una delle viti di fissaggio era rimasta avvitata, e dunque quando abbiamo provato a rimuovere la seconda gomma forata ci siamo accorti che non avremmo potuto rimuoverla senza avere prima riabbassato l’auto” – ha spiegato lo spagnolo – “Nel tentativo di riuscirci comunque, tuttavia, abbiamo rotto la chiave della ruota e abbiamo dovuto attendere l’arrivo e il supporto di Ekström. È stato come vivere in un film dell’orrore”. 

Fortunatamente per lo spagnolo, la pellicola horror dopo la giornata di ieri sembrerebbe essere giunta ai titoli di coda: nella Stage 4, conclusasi da poco, Sainz ha infatti siglato un tempo che gli permette di essere ampiamente nella top five. La vittoria assoluta di questa Dakar 2023, per “El Matador”, è ancora lontana dall’essere solo un miraggio. 





Tags : carlos sainzDakardakar 2023rally raidstage 3
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow