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2 RuoteMotoGPSu pista

Ed è già 2018: nel primo giorno di test le Yamaha volano, le Ducati cambiano ossa e pelle.





Il semaforo è diventato verde alle 10, ma ci sono voluti venti minuti prima che qualcuno scendesse i pista. Il tracciato infatti, complice il maltempo di ieri, non è in perfette condizioni ed i team hanno atteso l’alzarsi delle temperature.  Il primo ad uscire è stato Alvaro Bautista, confermato sulla Ducati di Aspar. È costretto però a rientrare al box dopo due giri per un guasto. Per un ducatista che rientra, un nuovo ducatista che è esce: è Jack Miller che debutta sulla Ducati del team Pramac, per lui subito una GP17. Arriva quindi il turno del primo Rookie, Franco Morbidelli. Cambia la moto ovviamente, mentre i colori restano quelli del team Marc VdS. In squadra con lui il suo rivale Thomas Lüthi, che dopo 11 stagioni, sette delle quali chiuse in Top5, abbandona la classe di mezzo. Lo svizzero è però ancora impossibilitato a correre, al suo posto per questi test Takumi Takahashi

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A seguire è il turno del secondo Rookie, Takaaki Nakagami, sulla seconda RC213-V del team LCR. Ad un ora dal semaforo verde lascia si alzano le serrande anche del team Ducati, ne esce Jorge Lorenzo. In pista anche Xavier Simeon, anche lui all’esordio su una MotoGP con la Desmosedici di Avintia in squadra con Rabat. Via via tutti lasciano la pit lane, e gli sguardi indiscreti notano importanti differenze sulle due moto a disposizione  di Jorge Lorenzo: una è la conosciuta GP17, l’altra una sorta di GP17-EVO. Si notano subito un differente livello della sella, un copri-serbatoio ridisegnato e, guardando bene, pure saldature del telaio decisamente differenti. Pochi minuti prima di mezzogiorno, prima caduta: è Valentino Rossi a finire nella ghiaia. Pilota senza gravi conseguenze mentre la moto è stata gravemente danneggiata.

Questa è una due giorni di test molto importante per piloti e tecnici di Iwata, si dovrà capire da quale base partire per realizzare la YZR M1 my2018. Molto lavoro quindi, con continua comparazione tra telaio 2016 e telaio 2017, e come se non bastasse è presente anche un nuovo motore: quattro possibili combinazioni di telaio e motore. Ma non solo: oltre alla carenatura standard ed a quella alata che conosciamo, Yamaha ha portato una nuova carenatura deportante, simile a quella della Suzuki. Considerando anche queste tre varianti, le combinazioni telaio-motore-carena da provare sono oltre una dozzina. Come se non fosse abbastanza, Michelin ha pure portato per tutti due nuove mescole posteriori per questo test, dalle quali si otterranno le Michelin del 2018. Una grandissima mole di lavoro quindi, e per questo è stato interpellato anche Zarco. Con ogni probabilità per il francese non si tratterà solo di lavoro prestagionale. Quasi certamente il prossimo anno Johann avrà a disposizione una M1 my2018, con Yamaha pronta a trattarlo come Honda e Ducati fanno con Crutchlow e Petrucci. Moto ufficiale quindi, e pezzi da provare nell’arco dell’intera stagione.

A fine giornata è Maverick Vinales a tenere tutti dietro con un 1’30”1 fatto segnare a fine giornata. 80 giri in totale per il Top Gun, che complice la gran voglia di Yamaha di fare bene sembra aver ritrovato morale e determinazione: è infatti il pilota che più ha girato oggi. Alle sue spalle troviamo Zarco, distante 2 decimi, che si è fermato a 53 giri ed ha completato il suo miglior passaggio poco prima delle 16. Terza posizione per il Campione del Mondo Marc Marquez, che ha completato 70 giri alcuni dei quali sul prototipo della RC213-V my2018, come Pedrosa. marc ha inoltre trovato il tempo per giocare ancora una volta con il limite. Quarta posizione per Valentino Rossi, che paga 3 decimi a Vinales e un decimo a Zarco dopo aver realizzato 63 giri. È però importante non saltare a conclusioni affrettate riguardo i tempi delle Yamaha ed i valori dei piloti, considerando le 4 possibili combinazioni di telaio-motore a disposizione dei piloti, senza considerare carene e gomme a disposizione.

Quinta posizione per Jack Miller, che all’esordio su Ducati stampa un buon 1’30”5, a 3 decimi dal proprio miglior tempo registrato durante il Week End. L’australiano ha ammesso di sentirsi sin da subito a proprio agio sulla GP17. Lo ha stupito soprattutto la stabilità all’anteriore perché “la Desmosedici ha una grande stabilità in frenata, devo ancora capire quale sia il limite. Mi piace come entra in curva e penso che giri bene. È semplicemente una moto diversa a quello a cui ero abituato, meno nervosa, impenna meno e questo mi permette di concentrami sulla guida”.
Alle sue spalle troviamo l’Aprilia di Aleix Espargaro, autore di 51 giri, che si tiene dietro Andrea Dovizioso e jorge Lorenzo. I due ducatisti ufficiali hanno completato rispettivamente 50 e 48 giri, molti dei quali con la GP17-EVO. 13° Rabat, che ha provato per la prima volta la Desmosedici, mentre è 15° Redding, all’esordio su RS-GP.

La Rookie Battle Royal se la aggiudica Nakagami, che si tiene dietro per 39 millesimi il Campione del Mondo Moto2 Morbidelli. 76 giri per il giapponese, 78 per l’italiano.
Non hanno preso parte ai test Rins e Iannone, influenzati, mentre Bautista è finito in ospedale per una brutta caduta avvenuta alla prima curva, durante il primo giro lanciato del secondo Run. Sono state escluse fratture alla schiena.
Domani secondo ed ultimo giorno di test, sempre dalle 10 alle 17.

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Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.